Blog, potere e censura

Domani sul Salvagente dovrebbe uscire una mia intervista su Blog, potere e censura, in occasione dell’anniversario di Tienanmen. Anticipo il testo a seguire.

1) Cosa vuol dire oggi per le persone avere la possibilità di aprire un blog ed essere dei blogger?

Significa godere di uno strumento per pubblicare contenuti in rete potente quanto versatile. Prima dell’avvento di Internet un cittadino non aveva alcuna possibilità di diffondere le proprie opinioni sui media, se non ripreso, intervistato od ospitato da un giornale, una tv, una radio. I blog hanno dato a tutti, anche a chi non conosce il linguaggio con il quale sono scritte le pagine web, di esprimersi, confrontarsi e diffondere le proprie idee ad un pubblico potenziale di centinaia di milioni di persone. L’insieme dei blog, la blogosfera, è l’elemento che determina poi il potere di influenza dei blog. Un singolo blog, ripreso con un link da altri blog, può moltiplicare l’esposizione del suo messaggio, fino ad essere poi ripreso dai media tradizionali, come sempre più spesso succede in Italia e nel mondo.

2) Lei sa che in alcuni Paesi come la Birmania, l’Iran e la Cina la censura è sempre più diffusa per quanto riguarda il Web e soprattutto i blog. Il 4 giugno ad esempio ricorre l’anniversario del massacro di Tienanmen e in Cina sono moltissimi i siti censurati tra cui quello del giornalista e blogger dell’Unità Ivan Franceschini “Appunti cinesi”. Censurare un blog che fa informazione significa anche impedire che vi sia una vera libertà di informazione. Come si possono difendere i blogger dalla censura?

Grazie a Dio viviamo in una democrazia dove, nonostante tentativi legislativi restrittivi, vige la libertà di espressione anche su Internet. I blogger, come tutti i cittadini, dovrebbero per prima cosa mantenere alta l’attenzione sul tema e frenare sul nascere tentativi di censura con campagne di opinione organizzate, come è stato fatto fino ad oggi in varie occasioni negli ultimi anni. Per combattere la censura internazionale invece ho due consigli. Il primo è informarsi meglio sul progetto TOR www.torproject.org che si prefigge di rendere anonime le navigazioni, con una rete in cui le navigazioni transitano da utente ad utente, così da bypassare filtri come quello attivo in Cina e in altri paesi autoritari. Il secondo è seguire con attenzione il sito Global Voices http://advocacy.globalvoicesonline.org/ sempre informato sull’evoluzione dei blog come fonte di informazione primaria in paesi dove i media sono censurati e partecipare alle campagne che vengono promosse.

3) La Cina è la comunità telematica più grande al mondo e per le autorità è sempre più difficile controllare l’onda telematica di persone che si documenta e denuncia nonostante le continue restrizioni. Secondo lei anche in Paesi diversi dalla Cina, ma dove la censura è molto diffusa, blogger, giornalisti e persone comuni riusciranno attraverso il web 2.0 a far valere i loro diritti?

Difficile dirlo. A mio avviso l’opinione pubblica, nei paesi democratici, ha un grande potere, al di là del voto politico. Nel momento in cui una massa di centinaia di migliaia di persone, se non milioni, si fa sentire, mobilitata da associazioni o movimenti nati ad hoc, è difficile per qualsiasi governo non tenerne conto. In questo senso sono ottimista e credo che le masse intelligente possano, grazie agli strumenti del web sociale, farsi sentire e farsi valere. Altro discorso invece per i paesi autoritari, penso alla Bielorussia per esempio, dove Internet è limitato a poche persone. In questi casi, se manca la tecnologia e l’accesso, difficile che si possano fare miracoli.

4) Quanto è importante per un blogger il rapporto con i lettori?

È il rapporto chiave che ha determinato il successo dei blog. A differenze dei media tradizionali, i media personali si fondano su un rapporto tra persona e persona, tra blogger e lettore appunto. Se il blogger perde la fiducia del lettore, non c’èverso di recuperarla. La credibilità del blogger rappresenta quindi la chiave del rapporto fiduciario. Per questa ragione i blog acquistano credibilità giorno dopo giorno, mentre i media tradizionali la stanno perdendo.

5) Quali sono gli obbiettivi, le difficoltà che può incontrare un blogger quando pubblica notizie non gradite dal “potere”?

In Italia non c’è una legislazione che tutale i blogger e quindi il primo effetto è ricevere una querela per diffamazione, modo molto semplice e minaccioso per spaventare i blogger meno consapevoli. Soltanto attivare un avvocato difensore e cercare una risoluzione extragiudiziale è così impegnativo da frenare qualsiasi voglia futura di bloggare da parte di chi viene colpito, a torto o a ragione, dal meccanismo della giustizia italiana, la cui lentezza è risaputa. In questi casi è bene consultarsi in rete con altri amici blogger e affidarsi ad un legale esperto di diritto informatico.

6) In Italia ci sono stati episodi di censura on line per quanto riguarda i blog? Se sì quali?

Ce ne sono stati diversi e alcuni sono finiti in tribunale. C’è stato il caso di Piero Ricca, il cui blog venne sequestrato a causa di una querela da parte di Emilio Fede. Spesso la censura è tentata da aziende che vedono compromessa la propria immagine da parte di clienti insoddisfatti che raccontano le proprie negative esperienze. Invece di scusarsi, a volte l’azienda preferisce minacciare e querelare il blogger, cercando quindi di spegnere la sua voce in rete. E’ importante in ogni caso, nel momento in cui si pubblica qualcosa sul proprio blog, essere consapevoli che ciòche scriviamo sarà letto dai diretti interessati e che Internet non è un porto franco estraneo alla legge. Godere della libertà di espressione non significa doverne abusare.

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