Il linguaggio cifrato che ci spinge ad agire, ma che non sempre capiamo

Serendipity vuole che oggi mi sia imbattuto in questo e-book, Il codice dell’anima. Sembra arrivare al momento giusto, in una fase della mia vita in cui vorrei dedicare maggiore energia a coltivare la mia sfera spirituale.

Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie – anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli? Se esiste, è il daimon, il «demone» che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è ciòche si nasconde dietro parole come «vocazione», «chiamata», «carattere». Se esiste, è la chiave per leggere il «codice dell’anima», quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo. Dopo anni di indagini sulla psiche, che hanno fatto di lui l’autore di saggi memorabili come “Il mito dell’analisi” e “Re-visione della psicologia”, James Hillman ha voluto darci con questo libro le prove circostanziate dell’esistenza e dei modi di operare del daimon. E ha scelto una via inusuale ed efficacissima, quella cioè di impiegare come esempi non oscuri casi clinici ma il destino di personaggi che ogni lettore conosce: da Judy Garland a John Lennon e Tina Turner, da Truman Capote a Quentin Tarantino e Woody Allen, da Hannah Arendt a Richard Nixon e Henry Kissinger, da Hitler ai serial killer. Attraverso questa profusione di storie eloquenti e paradigmatiche Hillman è riuscito a farci capire che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perchéaveva perso contatto con il daimon. E soprattutto a farci sentire di nuovo la presenza di questo compagno segreto dal quale, più che da ogni altro elemento, la nostra vita dipende.

Il codice dell’anima, pubblicato da Adelphi.