L’uomo senza smartphone – Day 1

Ieri mi è caduto il telefono e lo schermo non funziona più. Ho temuto subito la gravità di quanto successo, ma ho temporeggiato. Ho finito i miei esercizi in palestra, ho pranzato, sono andato a passeggiare al mare e ho fatto merenda con un amico. Ho fatto qualche test (acceso, spento, acceso, in carica e non, stacca e attacca la batteria) e ho capito che il problema era lo schermo. L’ho messo via, ho cucinato, cenato, letto un libro (Motherless Brooklyn, poi stasera il film in sala) e sono andato a letto. Stamattina, di prima mattina (non erano le 7), ho cercato un vecchio telefono a tastiera (per gli amici dumb phone), ho spostato la SIM e l’ho messo in carica. Ieri pomeriggio pensavo di portare lo smartphone in assistenza stamattina, poi invece sono andato a yoga, ho preparato pranzo con amici a casa, seguito da dolce e tè, e siamo arrivati al pomeriggio. In me è maturata l’idea di non portare il telefono in assistenza, almeno per un po’ e fare senza smartphone.

Immagino già la reazione di qualcuno: mai come fai senza? In realtà, per quello che è il mio stile di vita attuale, credo di poter gestire il tutto in maniera molto tranquilla. Quando sono fuori casa sono raggiungibile via voce e SMS. Devo inserire a mano i vecchi numeri di telefono e questo è noioso, ma lo farà col tempo e la pazienza. In mobilità al momento non ho bisogno di niente: né social media, né news, né email, né giochi, né altre app. Le uniche escluse sono le mappe, comode, ma non devo andare da nessuna parte in questo periodo e la messaggistica. Sto cominciando ad aggiornare gli amici che non sono sempre reperibile su WhatsApp, ma il tutto può avvenire con una transazione morbida perché posso accedere da web dal computer, quando è acceso e sono a casa (anche fuori, con il wifi, se necessario). Per informazioni spicciole e Spotify, a casa ed eventualmente fuori, ho un iPod Touch di 3 anni che lavora ancora egregiamente. Per leggere libri ho il mio e-book reader e non ho bisogno di niente altro.

Il primo giorno quindi è filato liscio, anzi di più. Stamattina c’era un’alba fantastica: ho tirato fuori la mia fotocamera reflex e ho fatto alcune foto. Niente di grave. La cosa più curiosa di oggi è che mi sto abituando a inviare SMS con il buon vecchio T9. Ho dovuto cambiare la lingua, da inglese a italiano, e ora vado alla grande. La tentazione di controllare il telefono alla ricerca di novità, nuovi messaggi, notizie o altro si è azzerata. Era già in forte calo, considerando che nel mese di ottobre ho usato lo smartphone per 42 ore complessive. Nei mesi precedenti i valori erano sopra 100, con un picco di 129 durante l’estate. Il mio minimo invece corrisponde a 4-5 ore alla settimana, incluso di qualche telefonata. Se avessi dovuto passare da 100 ore a zero, forse sarebbe stato un trauma. L’aver già fatto a meno di consultare giornali, riviste, video, articoli, chat durante colazione e pranzo e nei momenti liberi è stato un bene, perché oggi l’unico problema che devo risolvere è far sapere ai miei contatti WhatsApp che se sparisco è per un motivo tecnico e non per motivi personali. Nei prossimi giorni ci dedicherà un po’ di tempo.

Nei prossimi giorni vedremo quali problemi dovessero emergere e come li risolverò. Finché sono in questa fase di riorganizzazione del lavoro, senza viaggi programmati, né per piacere, né per lavoro, posso gestire tutto senza smartphone. Certo, per certe cose sarà un po’ più scomodo, ma vuoi mettere la libertà dal controllo continuo di che succede, notifiche di messaggi continui dalle persone care (che dovranno alzare il telefono o mandare un SMS, se ci tengono), tentazione di bypassare la noia con una navigazione? Certo, se non avessi il computer sarebbe tutto impossibile, ma il fatto che il computer non sta in tasca è un bene. Lo usi solo quando è veramente necessario.

Scommetto che questa astinenza durerà almeno per qualche settimana, ma non voglio fare pronostici più precisi. Vedremo nei prossimi giorni. Dopo qualche ora di frustrazione e tristezza per lo smartphone malfunzionante, tra ieri sera e stamattina ho realizzato che è stato un bene. Una occasione per farne senza. Una causa di forza maggiore che motiva e rafforza la mia scelta di ridurre ulteriormente la dipendenza da schermi. Ottobre è stato il mese della riduzione. Novembre potrebbe essere il mese dell’azzeramento, se continua così. Una volta compreso che senza vivo meglio, magari non lo riprendo o lo riprendo senza dirlo a nessuno (nel caso sarebbe per non usare più la messaggistica). Gli scenari che si aprono sono di gran lunga migliori di quanto avrei potuto immaginare 36 ore fa, prima che si rompesse lo smartphone.

Altra cosa su cui sono curioso è come reagiranno le persone che mi circondano. Mi spingeranno a tornare sempre connesso? Accetteranno la scomodità di chiamarmi o mandarmi SMS? Verranno contagiati dal mio comportamento? Un bell’esperimento sociale. Ti terrà informato.