Da più di due anni collaboro costantemente con Nova del Sole 24 Ore e quasi tutte le settimane esce un mio pezzo il giovedì in edicola, tirato in 350.000 copie. Una grande soddisfazione personale.
Non ne sto a scrivere qui ogni volta, anche perché spesso mi manca il tempo. Questa volta faccio una eccezione perché vado molto fiero di questo articolo. Non ha nulla di speciale, se non che mi sembra molto ben riuscito. Non sta a me giudicare, ma mi sono molto divertito a scriverlo, in una stanza d’albergo una domenica mattina a San Cugat (Barcellona).
Buona lettura.
Puntare su internet mobile è la rotta da seguire per sopravvivere alle turbolenze determinate dalla crisi del credito e dal rallentamento globale del l’economia. Questo è in sintesi il frutto dell’analisi del mercato delle telecomunicazioni in Europa nel periodo 2009-2012 secondo la società di consulenza Booz & Company, supportata per altro dall’indagine demoscopica svolta da Astra Ricerche per A-Tono su un campione rappresentativo della popolazione italiana, al termine del 2008.
L’articolo è stato ripreso anche sul sito del Sole 24 Ore, leggibile cliccando sul seguente link.
A salvare le tlc sarà Internet mobile.
Aggiornamento 21/2/22
Lo copio a seguire, finché il link funziona:
Puntare su internet mobile è la rotta da seguire per sopravvivere alle turbolenze determinate dalla crisi del credito e dal rallentamento globale del l’economia. Questo è in sintesi il frutto dell’analisi del mercato delle telecomunicazioni in Europa nel periodo 2009-2012 secondo la società di consulenza Booz & Company, supportata per altro dall’indagine demoscopica svolta da Astra Ricerche per A-Tono su un campione rappresentativo della popolazione italiana, al termine del 2008.
Dato per acquisito ormai da tutti gli analisti il calo costante di ricavi sul traffico voce della telefonia fissa, bilanciato solo parzialmente dalla crescita dei servizi a banda larga, l’unico segmento di mercato dove i margini di sviluppo sono ancora elevati è costituito dalla connettività alla rete offerta in mobilità, seppur in alcuni Paesi il traffico voce mobile possa ancora dare alcune soddisfazioni, con alcune differenze tra Paese e Paese.
L’Italia appare come un mercato ormai maturo, in cui il consolidamento infrastrutturale dei soggetti più piccoli – Tiscali e Tre, non a caso, sono in cerca di un cavaliere bianco con il quale sposarsi – sembra una delle poche opportunità per conservare la profittabilità del servizio. Secondo Booz poco possiamo aspettarci anche dagli operatori mobili virtuali (Mvno) schiacciati da margini limitati e con poca leva sul prezzo.
L’evoluzione del consumatore, avvenuta con un processo graduale negli ultimi anni e ancora in divenire, potrebbe dal lato della domanda stimolare lo sviluppo di servizi innovativi a più elevato valore aggiunto, espandendo la telefonia mobile al di là degli storici cavalli di battaglia rappresentati dalla voce prima e dalla messaggistica via sms poi.
L’indagine Astra Ricerche evidenzia una penetrazione della telefonia mobile quasi universale, con l’88% di italiani tra 15 e 65 anni che dichiara di usarla; margini di crescita appaiono nella fascia tra 55 e 65 anni (71%) e tra chi ha solo la licenza elementare o nessun titolo di studio (63%). Già oggi la penetrazione di modelli con funzionalità evolute da smartphone è notevole (58%), così come per la navigazione web e la posta elettronica (55%). Telefoni di ultima generazione con un alto potenziale ancora tutto da esprimere, considerando che solo il 18% degli utenti naviga online, l’11% invia e riceve email, contro un 82% che invia e riceve sms e il 52% che produce foto e video.
Se dal 2000 al 2008 il volano della telefonia mobile è stata la voce insieme agli sms, passati da 52% all’88% degli utenti, dal 2008 al 2016 il nuovo boom potrà venire secondo la stessa ricerca dal binomio web & mail, previsti in crescita dal 21% al 60% degli utenti.
A dispetto dei luoghi comuni, inoltre, la maggioranza dei fruitori di servizi avanzati, al di là del mero intrattenimento, è già oggi adulta. All’avanguardia di sperimentatori che acquistano prodotti non ancora commercializzati in Italia (16%) o che provano nuovi servizi prima che questi siano accessibili a tutti (15%), si aggiunge un gruppo di innovatori, tutt’altro che sparuto (35%), già utente abituale di email in modalità push, della navigazione con mappe satellitari connesse alla rete o del social networking mobile.
Nello scenario 2012 di Booz & Company navigare su internet sempre e ovunque sarà patrimonio di milioni di europei, grazie a volumi in forte ascesa e prezzi in calo. Il mercato più ricco sarà il Regno Unito, dove i ricavi dal traffico dati si avvicineranno molto al traffico voce mobile. In Svezia, dove sono già oltre sette milioni gli abbonati a internet mobile, la penetrazione toccherà il 100% con tassi di crescita annuali del 38 per cento.
La recessione potrebbe favorire in Italia commercio elettronico e pubblicità online, con l’acquisizione di nuove quote di mercato. Non altrettanto favorevoli sono le prospettive per l’IpTv, stretta da un’offerta già pervasiva tra satellite e digitale terrestre: per imporsi dovrà puntare su contenuti originali e un occhio di riguardo in più per le giovani generazioni.
In questa fase recessiva gli operatori telefonici che sapranno bilanciare investimenti in innovazione e un’oculata gestione finanziaria, saranno quelli più favoriti in un’ottica di lungo termine, senza tralasciare indubbie opportunità di acquisizione durante il cammino. Chi inoltre avrà diversificato le proprie operazioni tra i mercati maturi, come l’Europa, e quelli emergenti – India, Cina e Brasile in prima fila –, avrà certamente maggiori carte da giocare. Per fortuna delle grandi telecom, i consumatori non sembrano voler rinunciare, neanche in tempo di crisi, a due chiacchiere al telefono o al controllo della posta elettronica.
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