Revolutionary Road

Ogni coppia ha la pretesa di essere speciale. Al ristorante, con la tua compagna, commenti sottovoce i due seduti al tavolo accanto, che mangiano con gli occhi fissi sul piatto, senza scambiarsi una parola. Insinui malignamente che non abbiano nulla da dirsi e la tua compagna ride, vagamente euforica per via del vino rosso.

Questo è l’attacco di un bell’articolo di Paolo Giordano per il Corriere della Sera. Parla di Revolutionary Road, il libro di Richard Yates da cui è tratto l’omonimo film nelle sale in questi giorni.

Ne consiglio vivamente la lettura, anche se un po’ lungo. Ovviamente anche il film e il libro sono da vedere (già fatto) e da leggere (lavori in corso).

Estremamente attuale e da discutere.

2 risposte

  1. film visto, parecchio deludente

  2. Paura, è la parola che mi riecheggia nella testa dopo l’articolo.
    Paura che le scelte che abbiamo fatto non siano le migliori possibili.
    C’è, però, un “ma”.
    Ma quell’impulso inconscio a rincorrere il bene dell’altro, a venirsi incontro, a far tacere le frustrazioni in nome di qualcosa che molti chiamano amore?
    Senza di questo, tutto il resto non diverrebbe solo la cronaca di un disastro annunciato? di due persone che pensavano che amare volesse dire rimanere gli stessi.

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