Euro Blog Award e Bilbao

Fine aprile è stato intenso, tra la conferenza nonick di Bilbao e un’altra tappa a Monaco. A Bilbao il divertimento non è mancato, tra conferenza, amici e arte al Guggenheim.

A corredo del week end a Bilbao c’è stata anche una piacevole doppia uscita sul Corriere della Sera, con una intervista a cura di Maddalena Cucco che ha stimolato un po’ di polemica in giro per la rete.

Al Guggenheim merita una menzione a parte la mostra dedicata a Murakami.


L’intervista al Corriere della sera:

Consigli per aspiranti blogger
«Ecco come farvi notare in rete»

Luca Conti, giudice italiano dell’Euro Blog Awards di Bilbao, traccia un bilancio della competizione

MILANO – «I blog europei sono lo specchio dell’Europa di oggi. Una pluralità di lingue e culture». Luca Conti, blogger, giornalista e esperto di social media, era il giudice italiano dell’Euro Blog Awards di Bilbao e fa un bilancio di questa prima competizione per blog europei. E ai giovani blogger italiani dice: «Fatevi notare».

Che impressione ti hanno fatto i dodici blog finalisti dell’Euro Blog Awards?
«Li ho trovati molto differenti tra loro. Alcuni erano particolarmente ricchi nel contenuto (con podcast e webtv) e nella grafica (come il blog francese, ad esempio). Altri invece erano molto più essenziali, ma comunque funzionali. In generale ho notato una certa differenza tra i blogger dell’est Europa e quelli dei grandi Paesi dell’Occidente».

In che senso?
«I blog tedeschi, inglesi, francesi, ma anche quelli italiani e spagnoli sono molto più maturi. Assomigliano molto di più al modello americano e sono graficamente più complessi e strutturati. I blog dei Paesi più a est, invece, sono più essenziali. Credo che in quest’ultimo caso la mancanza di infrastrutture (linee non ancora veloci) e lo scarso accesso a Internet li penalizzi molto. Questo però non significa che la qualità sia inferiore. E’ solo un modo diverso di fare blog».

Più in generale, come vedi la blogosfera europea?
«C’è un approccio europeo ai blog, che si differenzia da quello americano. Gli Stati Uniti sono accomunati dalla stessa lingua e dalla stessa cultura, hanno un modo unico di vedere le cose. L’Europa invece è formata da una pluralità di lingue e culture differenti e anche i blog comunicano questa varietà, proprio come succede a livello politico. Una cosa però è chiara: in tutta Europa il blog è diventato un mezzo importante per esprimersi e condividere contenuti ed è sempre più centrale nell’interazione e nella comunicazione tra le persone».

Cosa ne pensi di Catepol.net, il blog finalista italiano?
«Caterina si occupa principalmente di e-learning, ma è molto attenta alla dimensione sociologica del web 2.0. Il suo blog mi è piaciuto principalmente per un motivo: l’essere un mezzo di divulgazione sugli strumenti sociali della rete. Sono contento che sia arrivata quarta. E’ arrivata in finale perché ha saputo mettere a frutto il proprio social network. I grandi blogger hanno forse snobbato l’evento, mentre invece Caterina si è divertita a farsi pubblicità attraverso il proprio elenco contatti».

Su quali criteri ti sei basato per scegliere l’elenco dei blog italiani?
«Essenzialmente sui tre criteri previsti dal regolamento e cioè l’importanza rivestita dal blog nel Paese di origine, il design e gli elementi multimediali e la storia del blog. Più in generale, ho cercato di selezionare quelli che eccellessero in almeno uno di questi tre elementi».

Come ti sembrano i giovani blogger italiani?
«E’ difficile trovarne di nuovi. Non perché non ce ne siano, intendiamoci. Il problema è che non hanno interesse a farsi conoscere e quindi sono più difficili da scovare nella rete. Se si guarda all’elenco dei 100 blog più importanti d’Italia i nomi che girano sono sempre gli stessi. Eppure non mancano blog spiritosi e originali».

Qual è il segreto per farsi «notare» in rete?
«Innanzitutto bisogna assicurarsi che il blog sia ben indicizzato, in modo che il contenuto venga segnalato dai motori di ricerca. E poi usare con consapevolezza i tag, un altro strumento fondamentale per la ricerca dei contenuti. Quindi un po’ di sane pubbliche relazioni: stabilire relazioni con blogger che trattano lo stesso argomento è indispensabile per scambiarsi opinioni e link. Un altro strumento fondamentale sono i social network (Facebook e Twitter in testa). E poi magari conoscere qualche giornalista».

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