Oggi è l’ultimo giorno qui a Montreal, in Canada, ed è tempo di un sommario bilancio di queste quattro settimane.Questo mese, oltre ad essere stato una delle mie più lunghe permanenze all’estero, si classifica ai primi posti anche tra le migliori esperienze di sempre. Quanto ha ragione Tim Ferriss nello scrivere che tutti noi dovremmo ritagliarci dei periodi di almeno un mese – lui li chiami mini-retirement, mini-pensione – per vivere qualcosa di completamente diverso.
Queste quattro settimane sono volate, tanto sono state intense, ricche di attività e novità, un po’ di lavoro con l’Italia, e il tran tran della vita quotidiana, seppur in un ambiente culturale diverso. Non ho avuto modo di registrarlo, giorno dopo giorno, su questo blog, come avrei voluto, ma ho tante foto da caricare e commentare, un po’ alla volta, con pazienza.
Non mi sono certo annoiato, questo è sicuro! Tra weekend fuori (Toronto), gite fuori porta (Ottawa), giornate all’aria aperta (Oka Park), visita di amici incontrati in altri lidi, conoscenza di nuovi amici, cene conviviali, feste a sorpresa, momenti di vita quotidiana (trasloco, spesa al supermercato, mezzi pubblici, giro in bici al parco), come avrei potuto annoiarmi?
Il meteo è stato sin troppo clemente, con temperature mediamente elevate e pochi giorni di pioggia. Una temperatura più gradevole di quella preventivata, tanto da non aver quasi utilizzato per nulla i capi più pesanti che mi ero portato dall’Italia. Una estate migliore delle ultime, a quanto letto e sentito qua, e non posso che rallegrarmi di questo. L’autunno qui ègià alle porte e il calo di temperatura degli ultimi giorni lo conferma.
Devo riportare anche grande soddisfazione sul piano delle relazioni umane. La permanenza qui è stata organizzata in pochissimo tempo, frutto di piacevoli conoscenze fatte durante le mie ultime vacanze in giro per l’Europa tra giugno e luglio. Questo ha limitato la possibilità di visitare i miei parenti a Toronto, buona ragione per tornare a trovarli presto, ma non mi ha impedito, grazie anche ad un po’ di fortuna, di rivedere tutti i canadesi conosciuti negli ultimi mesi, anche per poche ore su spiagge europee. Ho rivisto quindi facce conosciute, ma ne ho anche incontrate di nuove: una sera a cena eravamo un inglese, una americana, un canadese, un australiano e un italiano.
Tra le esperienze positive anche quelle della cucina. Montreal (e il Canada per molti versi) sono un mosaico di culture. Facile quindi mangiare, con soddisfazione, piatti locali (poutine e coda di castoro) e piatti esotici, da cucine asiatiche, europee, americane di ogni genere, con ottima qualità.
Le attività culturali non sono mancate, tra televisione, cinema, letture, giornali, esposizioni, giri turistici e molto altro. Il picco è stato senz’altro il Festival del Cinema di Montreal, con 9 film in 2 giorni. Una esperienza che, di per sé, èvalsa per venire qui.
Tutto ciònon sarebbe stato possibile senza l’invito, la cordialità, la disponibilità, la pazienza di chi mi ha ospitato qui, nella periferia di Montreal, dove sembra di essere a Wisteria Lane in Desperate Housewives. Spero di essere stato un buon ospite e che, perchéno?, questa esperienza si possa ripetere nel futuro prossimo.
Un ultimo ringraziamento a te, che mi segui qui, su Face-book, su Twitter, partecipando con i tuoi commenti e la tua attenzione. L’Italia non è stata affatto lontana, seppur separata da migliaia di chilometri che mi appresto ora a percorrere in senso inverso.
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