Alla Social Media Week Milano 2011, tra ambiente e stardom

Sì, la scorsa settimana son stato a Milano alla Social Media Week per partecipare a due eventi. Ambiente 2.0 su Web 2.0 e mondo non profit più Star della rete sulle nuove star del web, dove forse hanno inserito anche me.

Aggiornamento 2025

Riprendo i video con una sintesi dell’intervista in formato testuale.

Ambiente 2.0

Il Web 2.0 come Fondamento

La mia risposta partiva da un presupposto fondamentale: il Web 2.0 stesso, con la sua intrinseca capacità di permettere agli utenti di condividere informazioni e diffondere contenuti. Questo, per me, era – e rimane – il cuore della questione. La possibilità di abbattere le barriere tradizionali alla comunicazione e di dare voce a chiunque avesse qualcosa di significativo da dire era una rivoluzione. E per il mondo della sostenibilità, questo significava un potenziale enorme per sensibilizzare, mobilitare e connettere.

Il “Brodo di Cultura” per il Non-Profit

Nell’intervista, ho usato l’espressione “brodo di cultura” per descrivere il ruolo dei social network per chi si occupa di sostenibilità o, più in generale, per il mondo non-profit. Immaginavo (e continuo a immaginare) questi spazi digitali come un terreno fertile, un ambiente in cui le idee potevano germogliare, le iniziative prendere forma e le cause trovare supporto. Un luogo dove la passione e l’impegno potevano tradursi in azioni concrete, grazie alla facilità di aggregazione e diffusione.

Dall’Uso Ludico all’Impatto Sociale: Una Previsione

Certo, nel 2011 eravamo ancora in una fase in cui, come sottolineavo, i social network erano prevalentemente visti come piattaforme per contenuti di “carattere ludico” o come canali per le aziende per interagire con i propri clienti. Ma già allora intravedevo una traiettoria di evoluzione. La mia convinzione era che, nel prossimo futuro (che oggi è il nostro presente e il nostro passato recente!), questi strumenti sarebbero stati sempre più “popolati da associazioni che si occupano di sostenibilità, di ambiente, di sociale”.

E l’obiettivo? Non solo la visibilità online, ma un impatto tangibile “nel mondo di tutti i giorni”. La vera sfida, e la grande opportunità, era ed è quella di trasformare le connessioni digitali e la consapevolezza generata online in cambiamenti reali e positivi nelle nostre comunità.

Star della rete

Vecchi e Nuovi Media: Le Mie Riflessioni

In quell’occasione, mi fu chiesto di esprimere la mia opinione sulla relazione, a volte complessa, tra i media tradizionali e le nuove piattaforme emergenti. Un tema che, anche a distanza di anni, trovo incredibilmente attuale.

Ricordo di aver sottolineato come, se in una fase iniziale, specialmente con la nascita dei blog, il rapporto potesse sembrare quasi “conflittuale”, già allora si delineava una trasformazione profonda. Avevo parlato, e ne sono ancora convinto, di un processo ormai “inarrestabile” che stava portando a una vera e propria “simbiosi”.

Dalla Contrapposizione alla Simbiosi Inarrestabile

Già nel 2011, era evidente come i media “personali” – Twitter, Facebook, i blog stessi – fossero diventati non solo interlocutori, ma fonti di informazione a tutti gli effetti per il giornalismo più strutturato. Spiegavo come contenuti nati online trovassero sempre più spesso spazio sulle prime pagine dei giornali o diventassero protagonisti delle copertine dei telegiornali.

Questa non era più una dinamica di scontro, ma di reciproca influenza. Un’evoluzione che vedevo come estremamente positiva.

L’Opportunità per i Creatori di Contenuti di Qualità

Il punto cruciale, per me, era e rimane il vantaggio che questa interconnessione offre a chi crea contenuti di valore. Sostenevo – e lo ribadisco – che chiunque producesse materiale di qualità e originale avrebbe potuto, grazie a questa fluidità tra canali, acquisire una grande visibilità, cosa impensabile solo pochi anni prima.

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