Sulla strada del minimalismo

Scrivo queste parole seduto sul divano di casa mia, davanti alla finestra da dove entra un fantastico sole. Ho il portatile sulle ginocchia e ho la pace del silenzio (ma avrei potuto ascoltare una web radio in streaming, come faccio spesso) e un the verde sul tavolino. Tra poco, prima di preparare il pranzo, me ne andrò a fare una passeggiata sul lungomare, a due passi da casa, per prendere un po’ d’aria e prendere la miglior medicina del mondo, ovvero camminare. La giornata è cominciata con una doccia e una colazione ricca e tranquilla, giusto in tempo per vedere il sole sorgere, scorrendo qualche news su iPad.

Il mio ultimo articolo sul minimalismo:

Scrivo queste parole seduto sul divano di casa mia, davanti alla finestra da dove entra un fantastico sole. Ho il portatile sulle ginocchia e ho la pace del silenzio (ma avrei potuto ascoltare una web radio in streaming, come faccio spesso) e un the verde sul tavolino. Tra poco, prima di preparare il pranzo, me ne andrò a fare una passeggiata sul lungomare, a due passi da casa, per prendere un po’ d’aria e prendere la miglior medicina del mondo, ovvero camminare. La giornata è cominciata con una doccia e una colazione ricca e tranquilla, giusto in tempo per vedere il sole sorgere, scorrendo qualche news su iPad.

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No, non sono in ferie e non sono neanche disoccupato. Sto lavorando, con un ritmo lento che ho scelto e non ho subito, ma non è sempre stato così. Nella mia vita di blogger/consulente c’è stato un periodo, il primo, in cui correvo come un pazzo, senza un momento di tregua, lavorando seduto alla scrivania tutto il tempo, sera compresa, con poco tempo dedicato ai pasti e poca o nulla attività fisica. Tra un tweet, una email a un cliente, un documento da consegnare, una telefonata da programmare e un post da scrivere il tempo volava, ma era vera vita? Probabilmente no, visto che non la rimpiango.

Oggi continuo a fare quello che ormai faccio da anni – scrivere (post, articoli, libri), fare formazione e consulenza per lo più – ma con un ritmo diverso, più rilassato. Certo, un prezzo da pagare c’è ed è caro. Taglio delle trasferte più utili a chi mi invita che al sottoscritto – non l’ho detto, ma vivo a Senigallia e non a Milano o Roma – rinuncia a impegni con clienti poco stimolanti, meno ricavi quindi. Il guadagno c’è e si vede.

Meno tempo al lavoro e un taglio agli impegni che ti riempiono la giornata senza aver in realtà combinato nulla – c’è veramente bisogno di controllare la posta elettronica ogni 5 minuti e di essere sempre connessi, giorno e notte? – liberano tempo per se stessi, per mangiare con più consapevolezza, muoversi di più, dormire il giusto (da tempo cavallo di battaglia di Arianna Huffington) e avere tempo per l’arte, la cultura, la lettura, cibo per la mente.

Lo so, non è uno stile di vita che tutti possono permettersi di sposare fino in fondo, vero. Questo però si rivela un alibi che può presto cadere, almeno in parte, nel momento in cui ci rendiamo conto come impieghiamo le 168 ore della nostra settimana e quali sono le priorità che si possono evincere.

Quanto tempo è passato in auto nel traffico a far nulla e imprecare? Un audiolibro potrebbe riempirlo riducendo lo stress e aumentando il nutrimento per la mente. Quante ore passiamo in fila annoiati? Un ebook reader riempirebbe quel tempo come niente altro. Quante ore passiamo distratti da notifiche su nuove email in arrivo, novità su Facebook? Eliminando le distrazioni il tempo in ufficio aumenta di produttività e puoi uscire prima a dedicare il tuo tempo per te o chi ti sta vicino.

Cambiare stile di vita si può, leggere di più si può, trovare il tempo per le cose che contano si può. Ci vuole un po’ di impegno, non è immediato, ma è possibile e in più non è mai troppo tardi per cominciare. Pensaci.

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