Death cleaning: il minimalismo che aiuta chi viene dopo

Questa voce fa parte 3 di 12 nella serie Minimalismo

Tra i libri che ho in lettura – presto qualcuno lo tradurrà in italiano – c’è l’arte del death cleaning. In pratica si tratta di applicare i concetti di decluttering e minimalismo nell’ottica di lasciare il minore peso possibile a chi resta.

Dovrebbe essere detto che il “death cleaning,” tradotto dallo svedese döstädning, non implica necessariamente il temuto fatto della morte. Piuttosto, è il costante riconoscimento e anticipazione che si dovrebbe iniziare a liberarsi del bagaglio della vita, invece di lasciarlo ai propri figli sfortunati. È anche un modo di affrontare la propria eventuale uscita in modo maturo, sano e privo di sentimentalismi.*

Mi sembra un concetto nobile e da fare proprio, senza il tabù della morte a limitarci.

Leggi Vogue che commenta The art of death cleaning

*Traduzione da:

It should be said that “death cleaning,” translated from the Swedish döstädning, does not necessarily involve the dreaded fact of death. Rather, it is the steady acknowledgment and anticipation that you should start shedding the baggage of life rather than leave it for your unfortunate children to deal with. It is also about facing one’s eventual exit in a mature, healthy, and unsentimental way.

Aggiornamento 2019

Il testo è stato tradotto:

Aggiornamento 2025

Una sintesi con l’intelligenza artificiale:

Ah, un altro ottimo argomento! L’arte svedese di mettere in ordine, resa famosa da Margareta Magnusson. È un’idea che sembra semplice, ma ha strati di significato molto interessanti.

Scomponiamo anche questa, pezzo per pezzo.


1. Big Picture Setup (Impostazione Generale)

Immagina la tua casa, o anche solo un armadio o una stanza. Pensa a tutte le cose che ci sono dentro: vestiti, libri, oggetti vari, ricordi, carte… Tante, tantissime cose. A volte, la quantità di oggetti che possediamo può farci sentire appesantiti, o forse un po’ intrappolati, o semplicemente rende difficile trovare quello che cerchiamo. È come portare uno zaino sempre più pieno e pesante.

L’idea di “mettere in ordine” o “fare pulizia” spesso ci fa pensare solo a rendere le cose nette – piegare bene i vestiti, impilare i libri dritti, spolverare. Ma l’approccio svedese di cui parla Margareta Magnusson va oltre la semplice pulizia e organizzazione. È un modo di pensare a cosa possiedi e perché lo possiedi, e a come questo influisce sulla tua vita ora e potrebbe influire sulla vita di altri in futuro. È più come decidere cosa mettere nello zaino fin dall’inizio, per assicurarti che sia solo quello che ti serve e che ti rende il viaggio più leggero.

2. Main/Core Idea (Idea Principale)

Ecco l’idea principale, super semplice:

Mettere in ordine, in questo senso svedese, significa fare scelte consapevoli sulle cose che tieni, per rendere la tua vita più semplice e serena ora, e per facilitare le cose per chi ti sta vicino in futuro.

3. Step-by-Step Breakdown (Scomposizione Passo Dopo Passo)

Vediamo le parti chiave di questa “arte”.

Building Block 1: Non è solo pulire, è decidere cosa resta.

  • Spiegazione semplice: Quando pensiamo a “mettere in ordine”, pensiamo spesso a “dove metto questa cosa?”. Quest’arte, invece, inizia con “questa cosa deve rimanere?”. Il punto non è trovare un posto per tutto quello che hai, ma decidere attivamente cosa vale la pena tenere e lasciare andare il resto. È un processo di selezione, non solo di organizzazione.
  • Analogia creativa: Immagina di preparare la valigia per un viaggio importante con spazio limitato. Non prendi tutto l’armadio; scegli solo i vestiti che davvero ti servono per quel viaggio specifico e che ti faranno sentire bene. Mettere in ordine in questo senso è come “fare la valigia” per la tua vita attuale e futura.
  • Metafora seria: Pensa a potare una pianta. Non è solo questione di piegare i rami per farla sembrare pulita (organizzazione); si tratta di tagliare i rami morti, malati o che crescono nella direzione sbagliata (decidere cosa non resta), in modo che la pianta sia più sana e possa crescere meglio (una vita più serena).
  • Tre esempi di vita reale:
    1. Invece di piegare una pila di maglioni che non indossi da anni e metterli sullo scaffale più alto, decidi se li tieni, li doni o li butti.
    2. Anziché riordinare le scatole di vecchie lettere e documenti che non hai mai guardato, decidi quali (se ce ne sono) hanno un reale valore da conservare e ti liberi del resto.
    3. Di fronte a una collezione di oggetti che ti piacevano in passato ma che ora accumulano solo polvere, decidi consapevolmente se ti portano ancora gioia o utilità sufficiente per occupare spazio nella tua vita.

Building Block 2: Il “Perché” va oltre la semplice pulizia: serenità e futuro.

  • Spiegazione semplice: Perché fare questa selezione? Ci sono due motivi principali:
    1. Per te, ora: Avere meno cose rende la vita più facile. C’è meno da pulire, meno da organizzare, meno da cercare. Ti senti più leggero, hai più spazio (fisico e mentale), e puoi concentrarti sulle cose che contano davvero. Porta una sensazione di calma e controllo.
    2. Per gli altri, dopo: Questa è una parte importante dell’approccio svedese (a volte chiamato “döstädning”, pulizia dalla morte, ma applicabile in generale). Affrontare le tue cose ora significa che un giorno i tuoi cari non dovranno affrontare montagne di oggetti che non sanno cosa siano o cosa farne, in un momento già difficile. È un atto di gentilezza verso il futuro.
  • Analogia creativa: È come pagare i debiti ora invece di lasciarli ai tuoi figli. Ti senti più libero e loro non avranno quel peso. O, per te ora, è come alleggerire lo zaino in salita: la camminata diventa molto più facile e piacevole.
  • Metafora seria: Pensa a disincagliare una barca arenata. Togliere peso (gli oggetti che non servono più) è essenziale non solo per farla muovere facilmente ora (la tua serenità attuale), ma anche per assicurarsi che non sia un problema enorme da gestire per qualcun altro in futuro (facilitare per gli altri).
  • Tre esempi di vita reale:
    1. Liberarsi di decine di tazze promozionali inutili ti risparmia il tempo di lavarle e riordinarle, e rende più facile trovare la tua tazza preferita (serenità ora).
    2. Catalogare e decidere cosa fare con i tuoi libri preziosi evita ai tuoi figli di doverlo fare un giorno, senza sapere quali per te erano importanti (futuro).
    3. Decidere di tenere solo i giocattoli che i bambini usano veramente riduce il caos in casa e rende più veloce la pulizia per tutti (serenità ora).

Building Block 3: Come si decide? Il filtro dell’utilità e dell’affetto non-pesante.

  • Spiegazione semplice: La decisione chiave su cosa tenere spesso si basa su due domande semplici: “Lo uso regolarmente?” e “Mi porta gioia o ha un significato speciale senza creare un peso?”. Se la risposta è no a entrambe, o se l’oggetto porta più peso (senso di colpa, ingombro) che gioia/utilità, probabilmente è un candidato per andarsene. L’idea non è avere il minimo indispensabile, ma avere le giuste cose per te.
  • Analogia creativa: È come scegliere i giocatori per una squadra sportiva: tieni quelli che contribuiscono al gioco (sono utili) o che sono dei veri fuoriclasse che ispirano tutti (portano gioia/significato speciale), ma non tieni chi sta solo in panchina a occupare spazio (crea peso senza utilità o gioia).
  • Metafora seria: Immagina di curare una mostra d’arte nella tua casa. Ogni oggetto esposto (ciò che tieni) deve meritare il suo posto perché è bello, interessante, ti ricorda qualcosa di importante, o ha una funzione chiara nel tuo spazio vitale. Non tieni un’opera solo perché l’hai ricevuta in regalo o pensi che “forse un giorno” ti servirà.
  • Tre esempi di vita reale:
    1. Hai due tostapane: uno lo usi ogni giorno, l’altro è in scatola da anni. Tieni quello utile, saluta l’altro.
    2. Hai un cimelio di famiglia: ogni volta che lo vedi, ti senti oppresso dal dovere di custodirlo e ti ricorda un periodo difficile. Nonostante sia “speciale”, ti porta peso, non gioia o utilità. Potresti decidere di lasciarlo andare o di fotografarlo e lasciare andare l’oggetto fisico.
    3. Hai una maglietta che non indossi da un anno ma che ti ricorda un concerto bellissimo e ti fa sorridere ogni volta che la vedi. Anche se non super utile, ti porta gioia. Forse la tieni (ma sii onesto sul perché la tieni!).

Quindi, l’arte svedese di mettere in ordine è un processo di selezione intenzionale dei propri beni, guidato dal desiderio di vivere con maggiore leggerezza e pace interiore ora, e di mostrare considerazione per il futuro, decidendo di tenere solo ciò che è veramente utile o significativo per te, senza diventare un peso per te o per gli altri.

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