La truffa degli influencer

Kendall Jenner
Kendall Jenner

Gli investimenti promozionali in influencer o presunti tali, soprattutto su piattaforme visuali come Instagram, continuano a crescere. Peccato che in una larga parte si tratti di becero product placement, non molto diverso da una pagina di giornale in cui un tennista famoso porta al braccio un orologio di lusso. I telespettatori, diventati navigatori nei giardini recintati delle piattaforme social, seguono celebrity vecchie e nuove, spesso inconsapevoli dei giochi che vengono fatti alle loro spalle, complici le aziende che investono in questo tipo di marketing.

Non sempre il gioco è trasparente (quasi mai, in realtà) e a volte scade nella truffa conclamata, come la storia del Festival Fyre (vedi doc su netflix a tal proposito) e dell’influencer rimasta con le mani nella marmellata. La signorina Kendall Jenner si è portata a casa 250.000 + 25.000 $ per un post in cui invitava i suoi follower a iscriversi al festival di lusso, con informazioni fuorvianti. Un tribunale l’ha condannata a un risarcimento da 90.000$.

La storia si può leggere da due punti di vista.
Giustizia è stata fatta, perché è stato stracciato il velo dell’innocenza degli influencer, con un tribunale che certifica la truffa con una multa.
Giustizia non è stata fatta, perché l’eroina si è comunque portata a casa bei soldini, anche se immagino i suoi avvocati non l’avranno difesa gratuitamente.

Che la storia sia di monito a qualcuno? Dubito.