-87 Vincere le cattive abitudini

Tacitamente, l’innocenza chiede sempre protezione, quando invece sarebbe molto più saggio se fossimo noi a proteggerci da essa.

L’innocenza è come un lebbroso istupidito che ha perso il suo campanello, e che vaga per il mondo senza l’intenzione di far del male a nessuno.

Graham Greene, L’americano tranquillo

Prendere un periodo sabbatico dalla tecnologia – fare a meno dello smartphone per una settimana, per esempio – ti aiuta a vedere le abitudini quotidiane con un occhio diverso. Cresciuto con la televisione sempre accesa durante i pasti, mi sono portato questa abitudine con me, fino al momento in cui il rumore di fondo ha cominciato a darmi fastidio e ho deciso semplicemente di tenere la tv spenta. Sempre. Le notizie non devono arrivare dal telegiornale e se mangi con qualcuno, puoi parlare e concentrarti comunque su cosa stai mangiando. La televisione accesa ti rapisce e ti distrae e non è assolutamente necessaria. Niente di ciò che propone la tv è necessario, men che meno organizzare la tua vita intorno al palinsesto deciso da altri.

Superato questo problema, un altro schermo è arrivato a tavola: lo smartphone prima e il tablet poi. Perché sprecare l’attenzione del tempo del pasto semplicemente per mangiare? Guardiamoci un video su YouTube, leggiamoci un articolo, chattiamo con qualcuno, giusto? Sbagliato. Comportarsi in questo modo a mio modesto avviso significa due cose: mangiare qualcosa che non ci piace abbastanza e avere un cervello così sovra stimolato che non riesce a riposare neanche per 10-20 minuti in cui sei a tavola a mangiare.

Da single che vive solo e che mangia quasi sempre da solo, lo smartphone a tavola era proprio quello: il desiderio di non sprecare un minuto, di comunicare con gli amici, di non perdere l’occasione per stare dietro al flusso delle notizie. La scorsa settimana ci ho riflettuto, dopo aver letto l’ennesimo libro in cui si consiglia di bandire gli schermi dalla tavola, e ho deciso che non potevo non esercitare la mia forza di volontà e vincere questa sfida. Il punto di svolta è stato riprendere in mano uno dei pochi libri di carta ancora non letti – il 95% di ciò che leggo ogni anno è digitale – e decidere di leggerlo soltanto durante i pasti. Il risultato è che in meno di una settimana ho letto, con grande soddisfazione, L’americano tranquillo. Libro acquistato con Repubblica in edicola nel lontano 2003. Se ti dovessi dire perché ho comprato quel libro neanche me lo ricordo. Negli anni l’ho cominciato e l’ho lasciato almeno 2-3 volte, nonostante siano poco più di 200 pagine.

La sfida di fare a meno dello smartphone mi ha permesso di portare a termine un’attività che attendeva quasi 20 anni. Evviva!

Ci sono stati momenti in cui la sirena del telefono chiamava. Un messaggio di una chat a cui rispondere, una email da controllare. Ciò che ho fatto è attendere fino alla fine del pasto. Ho dovuto frenarmi in alcune occasioni, ma non è stato poi così difficile. Quale attività non può attendere 20 minuti fino a che non hai finito di mangiare?

L’altra cosa su cui ho lavorato nel tempo è il cucinare. Per quanto abbia una dieta abbastanza ripetitiva, seppur con componenti stagionali, trovo gusto nel mangiare, anche le cose più semplici. Insalata senza sale e senza olio, cereali integrali e legumi tutti i giorni – altro che le 3 porzioni di legumi da mangiare ogni settimana – verdure cotte a vapore o in padella con pochissimo olio. Ovviamente, per me, niente carne, niente pesce, niente uova, niente latticini. Anche il gusto, se ci pensi, è per i più drogato dall’aggiunta di sale, grasso e zucchero in eccesso. Il nostro palato viene manipolato dall’industria alimentare e, bisogna dirlo, anche da alcune cucine tradizionali, quando si può vivere bene e sentirsi meglio con molto meno.

Da tempo ho capito che il mio benessere dipende in larga misura da me. Dalle mie abitudini alimentari, dal mio stile di vita, dal mio modo di vedere la vita. Più semplifichi, più ti metti a verificare il perché e l’effetto di abitudini popolari e consolidate, più ti rendi conto che vivere è un’esperienza unica. Non devi vivere la vita che altri hanno pensato per te. Puoi decidere con la tua testa. Quando avviene questo click, la tua vita cambia in meglio.

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