Ho passato proprio un felice weekend. Ho camminato molto, moltissimo. Ho leggiucchiato in giro, ho preso il sole e aria buona in vari parchi. Ho mangiato bene, ho esplorato, ho visto gente, ho girato per librerie.
Pur avendo novità di ebook in quantità, il mio peregrinare mi ha fatto trovare novità che avevo perso nel mare magnum della produzione libraria italiana. Ho recuperato così Anno bisestile di Peter Cameron, l’unico suo libro che probabilmente non ho ancora letto. Il suo primo libro, quasi introvabile, stampato ora da Adelphi. Ho trovato altri libri curiosi sotto vari punti di vista. Per il titolo, non per il contenuto, e per la lunghezza. Uomini e donne è un libro molto complesso, a leggere la voce su Wikipedia, pubblicato da Il Saggiatore per un’edizione italiana di ben 1980 pagine. Mi immagino cosa possa voler dire portarlo in giro per leggerlo: impossibile. Destinato più a diventare un ferma porta che un libro letto veramente a cui manca, curiosamente, la versione in ebook. Altro libro eccezionale, Saremo leggeri, con oltre 1500 pagine, è un carteggio durato anni tra Albert Camus e la sua amante. Sembra molto romantico e Bompiani ha pubblicato la versione ebook, che probabilmente proverò a leggere, almeno in parte. Con calma.
Come mi succede in queste occasioni, quando visito una città, per quanto voglia trovare una bella panchina in un posto tranquillo e leggere, finisce che cammino molto e leggo poco. Va benissimo, per carità. Trovo comunque molto riposante leggere in pubblico, rilassato, all’aria aperta. A proposito di libri scoperti per caso e scaricati, ho cominciato a leggere Loving animals, dopo aver visto che era stato oggetto di una recensione su London Review of Books. Si tratta di un libro estremamente interessante sull’amore (sessuale) tra uomini e altri animali. Argomento tabù, nel libro si spiega anche il perché, trattato con un approccio scientifico e documentaristico. Nel libro si trovano poi riferimenti storici, artistici, letterari, biologici e non solo. Uno di quei libri da cui trarre spunto per avviare conversazioni con gli amici su argomenti inesplorati quanto facile oggetto di divisione e di dibattito.
Camminare in ambiente metropolitano – cambia poco in quale città, italiana o straniera – mi ha generato un sentimento di sconforto e di alienazione. Sarà la mia età, ma è evidente che non sono fatto per i ritmi metropolitani. Non riesco a capire come si possa prendere l’auto per muoversi il sabato pomeriggio quando il traffico è completamente bloccato. Rumore, smog, stress, occupazione di suolo. Mi sembra una follia. Come non riesco a capire come si possa vivere in un ambiente che urla degrado a ogni passo: marciapiedi pericolosi, immondizia dove non dovrebbe essere, macchine parcheggiate sulle strisce pedonali, rumore. Come si fa bere qualsiasi cosa in un tavolo sul marciapiede con il via vai della gente a pochi centimetri e i gas di scarico delle auto a poche decine di centimetri? Sì, bello poter godere di bar, ristoranti di tutti i tipi e di poter interagire (se lo si vuole) con migliaia di persone ogni giorno. Bello poter avere musei, mostre, eventi culturali di vario genere a portata di mano, ma a quale prezzo? No, la grande città non fa per me e non mi meraviglia che ci sia una tendenza, da parte di alcuni, a voler vivere in centri più piccoli. Sarà l’età?
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