-29 Ultimo giro, ultima corsa

Mi piace questo periodo dell’anno. Non per le ragioni che puoi immaginare. Natale è un periodo come un altro, anzi. Quando ho potuto me ne sono andato altrove e l’ho saltato a piedi pari. Del resto, anche restando in Italia, per me niente shopping, niente corsa ai regali, niente cene aziendali, niente mercatini, niente cinepanettone, niente recita di Natale. Tutto questo tempo risparmiato lo dedico a fare il punto su dove sono arrivato e a impostare al meglio il nuovo periodo che va sotto il nome di anno nuovo.

Per i buoni propositi non c’è da aspettare la mattina del primo gennaio, ma si possono cominciare a sperimentare già. Anche adesso. Lo stesso vale per liberarsi dal superfluo. Oggi ho buttato dispositivi tecnologici inutilizzabili che giacevano da troppo tempo nei cassetti, ho sistemato un po’ di appunti cartacei e ho aggiornato alcuni progetti, perfino con l’invio di qualche fattura per ultimi lavori completati. Ho cominciato a organizzare le ultime cose da scrivere e da consegnare prima della fine dell’anno e mi sono ripromesso che il 21 Dicembre è l’ultimo giorno con appuntamenti e impegni di lavoro. Dal 22 sospendo tutto, almeno per impegni verso terzi, e se ne riparla dal 10 Gennaio. Il tempo in mezzo sarà per me, per pianificare, per studiare, per ordinare e sviluppare nuove idee, per non fare nulla, per leggere, per vedere film.

Di fatto mancano quindi meno di 3 settimane alla fine degli impegni pubblici. In alcuni periodi dell’anno ho voluto esagerare e ho capito che non ne vale la pena. Queste tre settimane scarse saranno piene di impegni pubblici per chiudere l’anno su vari temi e sono sicuro che sarà tempo ben speso, anche se comporterà un certo stress. Niente di impossibile.

Per il 2022 ho capito che devo alleggerirmi un po’. Nella seconda parte dell’anno ho finito per accettare troppi impegni, con il risultato di superare il limite e dovermi fermare. Bisogna fare i conti con le proprie risorse e le proprie priorità. Per questo ho deciso di ridimensionare le mie attività online e di ridurle, a partire dagli spazi che ho attivi. Equilibrio digitale, partito a inizio anno con tante buone intenzioni, è finito abbandonato per una semplice ragione: monetizzare contenuti è molto difficile e poco redditizio. Ne devo prendere atto. I contenuti che ho prodotto convergeranno verso Saper Imparare, nella parte pubblica, perché quello è il luogo dove intendo promuovere la community che comprende un sistema di monetizzazione.

Da qualche settimana sto meditando la disattivazione del profilo su LinkedIn. Di fatto non lo uso e non intendo continuare a usarlo. Seppur creda nel business networking, non credo nel doverlo fare in uno spazio in cui i valori espressi, a partire dalla monetizzazione, sono opposti ai miei. Mi perdo delle opportunità? Certamente. Posso vivere bene senza? Credo di essere riuscito a farlo in questi ultimi anni e perché non dovrei essere capace di continuare? Voglio correre questo rischio. In questo momento ho disattivato il profilo. Semmai cambiassi idea, posso riattivarlo. Nel frattempo ne sono fuori e ne sono felice. Un altro atto coerente per dissociarmi da pratiche di business – capitalismo della sorveglianza nella fattispecie – che non condivido e che non voglio incentivare in alcun modo.

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