Quei maledetti libri

A Gorka, negli anni in cui si era allungato, era venuta la mania della solitudine. I suoi fratelli in casa si vedevano poco; lui usciva soltanto per andare all’ikastola. Il motivo? I libri o, come diceva il padre con solchi cavillosi sulla fronte, quei maledetti libri. Il ragazzo aveva contratto la febbre della lettura.

Nei genitori cresceva la preoccupazione. Non esattamente a causa dei libri. E allora? Per le tante ore di reclusione nella stanza, anche il sabato e la domenica, spesso finché non arrivava Joxe Mari e gli ordinava di spegnere la lampada. Figlio strano, mormoravano. E Joxian:

«Che peccato che non abbia una finestrella nella testa per guardarci dentro».

Di notte, a letto, marito e moglie parlavano a bassa voce.

«È uscito?»

«Macché! È rimasto tutto il pomeriggio a leggere.»

«Avrà qualche esame.»

«Gliel’ho domandato e dice di no.»

«Quei maledetti libri.»

Fernando Aramburu – patria

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