Disposizioni anticipate di trattamento

Giovedì ho appuntamento per presentare all’ufficio comunale dello stato di civile i dati relativi alle mie disposizioni anticipate di trattamento (noto anche come testamento biologico). Giorni fa ne avevo scritto, con la copia del modulo relativo. Ho preso l’appuntamento dopo un primo colloquio con il funzionario dell’ufficio, che mi ha raccontato alcune cose relative alla procedura che voglio condividere con te.

L’appuntamento è necessario nel caso in cui chi dichiara vuole che i dati siano inseriti nel database nazionale del Ministero della salute. Se vuoi che restino solo in copia all’ufficio locale, non è necessario l’appuntamento.

Se non sei nel database nazionale, significa che i dati sono molto meno facilmente accessibili se ciò che ti capita avviene lontano dal tuo comune. Se ti ricoverano in un ospedale lontano, va da sé che i dati lasciati al comune sono disponibili solo contattando il comune, nell’orario di apertura dell’ufficio relativo. Ma ti pare? La legge avrebbe dovuto rendere l’inserimento nel database nazionale una funzione automatica.

Qui viene il bello perché, a detta del funzionario, il database non funziona benissimo e l’inserimento dei dati è lento e problematico. Vedremo se è vero quando andrò giovedì all’appuntamento. Ovviamente è necessario presentare il modulo o la dichiarazione DAT firmata, con un documento d’identità in corso di validità. Se aggiungi un fiduciario, questo deve aver firmato la parte relativa del modulo e averti provvisto di una copia del suo documento. Per ora non ho nominato alcun fiduciario, cosa auspicabile perché avresti poi una persona fisica che farebbe valere le tue volontà secondo la legge, semplicemente perché non ho pensato a chi chiederlo.

Considerando l’appuntamento di un’ora e gli orari in cui è possibile prenderlo, mi sembra evidente che i cittadini che hanno presentato il DAT siano molto pochi. Peccato, perché è una libertà importante che demandiamo a terzi, che non necessariamente la pensano come noi al momento dovuto.

Tra l’altro il funzionario non è informato su come terzi (medici, per esempio) accedano poi al database nel momento della verità. Ho verificato, come mi ha detto, che con lo SPID ognuno può verificare le proprie disposizioni caricate (e magari aggiornarle e modificarle, se necessario?).

Mi dispiace che non si faccia più informazione in merito.

Una risposta

  1. L’argomento non è semplice come tematica in se, e la gestione del dato sanitario è un vero PITA (come dicono gli anglofoni).

    Non aiuta l’avere spezzettata regione per regione l’anagrafe sanitaria ed anche i sistemi informativi sviluppati a commessa “locale” e la cui inter-operabilità solo ora – specie dopo lo stress pandemico – comincia ad essere vista come un requisito essenziale.

    Come dicevi, ne abbiamo di strada di fare su questo fronte…

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