Tunisi – Day 1

Per essere la prima giornata a Tunisi, in Tunisia, in Africa dopo molto tempo, considerando i possibili imprevisti, direi che è stata una giornata positiva. Come tutte le esperienze, ci si può concentrare sugli aspetti critici o su quelli sfidanti in positivo. Sta a te, sta a me, sta a noi.

Sono arrivato a Tunisi e ho dovuto fare 1h20m di fila per il controllo passaporti. Cambio 40 euro a 3,19 dinari: bene. Esco a prendere un taxi e faccio ciò che ho letto: prendo un taxi da cui è scesa una persona, per evitare imbroglioni. Non potevo sapere che il tassista ha subito imbrogliato, perché ha saltato così la fila dei suoi colleghi, che lo criticano prima di lasciarlo andare. Non attacca il meter e mi chiede di pagare 50 dinari, in linea (40-50) con quanto il B&B mi ha detto avrei pagato. OK. Furbetto o ignorante, non mi vuole lasciare al punto giusto – lo vedo dal GPS e le mappe offline – e prova a scaricarmi. Non scendo. Si avvicina un po’, poi mi dice che in quella zona non può entrare. Gli credo e continuo a piedi. All’ostello suono, attendo. Mi risponde un signore avanti con l’età, prende il documento, fotocopia, chiama perché non trova la prenotazione. Risolto, ho la mia stanza.

Decido di uscire subito, mangiare qualcosa ed esplorare. A un certo punto guardo il menù esposto in un locale affollato di locali, su una via principale e un cameriere mi invita a sedermi. Al tavolo gli chiedo di mangiare cosa vedo mangiano all’altro tavolo e riesco a spiegargli che non voglio né pollo, né manzo. Arriva il cibo, senza tovagliolo o posate. Mangio con le mani e mi faccio portare il tovagliolo poi. Pago, non i 15 concordati, ma 20, per la limonata ordinata poi. OK. Dopo tutto ho speso 6 euro per mangiare seduto a un tavolo, seppur il servizio non sia da considerare servizio. Comunque, va bene così.

Cammina, cammina, arrivo alla fermata del TGM, una metro di superficie che collega Tunisi con le città sulla costa. Biglietto andata e ritorno? Non ho capito, ma credo di aver speso circa 2 dinari. Il bello è che i prezzi con centesimi vengono definiti in migliaia. 1,75 dinari vengono richiesti come 1750. Mettiamola così: questa permanenza in Tunisia avrà come effetto togliere un po’ di ruggine dal mio francese: ho persino cominciato un po’ a parlarlo, cosa che non facevo da un decennio quasi. Quel poco che so, ovviamente.

L’avventura non è finita perché sulla metro, scalcinata, dei ragazzi spericolati aprono la porta a treno in movimento e uno di loro si destreggia in acrobazie fuori dalla porta, nell’indifferenza generale. Ragazzi disagiati: uno di loro non solo va in giro in ciabatte, ma ha il calzino con un vistoso buco e una maglietta rovinata. Gente pericolosa a se stessa, ma non molesta. Poi ho capito che questa moda di viaggiare a porte aperte non è così rara. Bravate contagiose, evidentemente.

Manco l’ultima fermata e mi tocca scendere alla prima tornando indietro. Poco male, perché scopro un angolo di costa rocciosa in cui sono da solo e mi godo un po’ di ombra e di mare in solitaria. Poi torno a passeggiare verso la spiaggia principale e continuo l’esplorazione. Trovo un centro commerciale con un supermercato e approfitto per una merenda e poi per comprarmi un asciugamano. In mancanza di asciugamani da mare ne compro uno usato per l’hammam e quindi per il bagno. Un simil pareo made in Tunisia: ho già il mio souvenir pratico quotidiano da portare in Italia.

Me ne sto un po’ sulla spiaggia a leggere e guardare la gente, poi torno indietro e mi fermo a Sid Bou Said a passeggiare ancora al tramonto o quasi. Ho finito i contanti cambiati e vorrei cambiare. Vado nell’unico ancora aperto e mi frega. Ha spento il monitor con il cambio, che avevo visto passando prima. Mi lascia 60 invece di 63,80. Molto furbetto, tanto che la signora dopo di me gli fa un commento e gli dice che “è molto caro” e se ne va. Io me ne vado con un euro in meno di valuta, ma non importa. Tutto ciò mi fa pensare, insieme ad altri indizi, che la situazione del paese non sia niente affatto rosea e che ognuno si arrabatta come può, anche a scapito del turista che dovrebbe essere tenuto in palmo di mano, no? Ognuno per se e Dio per tutti.

La prima impressione di Tunisi, esclusi i punti più turistici, non è buona: sporca, trasandata, non proprio facile da navigare, anche se con il mio francese neanche scolastico sono riuscito a fare tutto ciò di cui avevo bisogno senza tanti problemi. Credo che la maggior parte del turismo qui sia organizzato per un motivo molto semplice: fuori dagli spazi gestiti dai tour operator, il paese non è molto turistico. Forse è diverso per i francesi che parlano la lingua locale, anche se molti locali parlano in arabo e non in francese.

Ora scappo che tra meno di mezz’ora ho una visita guidata della medina.

Aggiornamento con qualche foto dalla giornata.

Tramonto a Sidi Bou Said:

Spiaggia di La Marsa:

Il mio primo pasto a Tunisi, piccante:

Il porto turistico di Sidi Bou Said:

3 risposte

  1. Come fai passare la voglia di Tunisi tu, nessuno 😉

    1. Non faccio promozione turistica 🙂

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