Grandissimi spunti dai post pubblicati oggi anni fa. Non mi limito a linkarli, ma preferisco commentarli, perché le riflessioni sono varie.
Innanzitutto 14 anni fa mi intervistava Robin Good. Leggendo ciò che ho detto, posso dire di aver fatto un bel salto in avanti. Coerente con gli obiettivi e puntuale nel perseguirli, almeno in buona parte.
Parto dal primo obiettivo: un ritmo di vita meno stressante. Per quanto faccia delle cose che mi piacciono, mi piacerebbe farle trovando un sistema che mi garantisse un maggiore tempo da dedicare a me stesso. Effettivamente in questo momento ne ho meno di quanto vorrei.
In prospettiva mi piacerebbe invece applicare qualcosa che ho letto sul famoso libro che insegna a lavorare quattro ore alla settimana, non ambisco a tanto, mi accontenterei anche di lavorare dieci ore alla settimana, ma l’obiettivo che voglio raggiungere è quello di viaggiare di più e di lavorare in contesti dove la qualità della vita sia più elevata.
Direi di aver raggiunto pienamente l’obiettivo, ormai da diversi anni. Non perché sia agosto, ma i miei ritmi abitudinari, tutti i giorni con qualche singola eccezione al mese, comprendono tantissimo tempo per me, sotto varie forme: sonno adeguato, tempo per cucinare e mangiare pasti sani, tempo per leggere, tempo per le relazioni sociali, tempo per l’attività fisica, tempo per la riflessione, tempo per viaggiare e tempo per andare al cinema. 14 anni non avevo tutto questo tempo. Me lo sono conquistato, risparmiando e usando le mie risorse con oculatezza.
Sul viaggiare di più, che dire? Non ricordo quanti paesi avessi visitato fino a quel momento, forse 10-15, non di più. Oggi, con due anni di stop per la pandemia, sono a 55 e tra un mese ne aggiungo altri 3. In mezzo ho fatto un viaggio di 8 settimane nel sud est asiatico, sono stato a San Francisco 2 mesi e mezzo nel 2019, sono stato in Brasile 3 volte, di cui la prima per 30 giorni. Ho passato 3 estati a girare tutte le capitali europee. Non mi posso lamentare per niente.
Sul secondo obiettivo:
Il passo successivo è alzarsi la mattina e non pensare di essere a Roma, Seattle o Parigi ma accendere il computer, lavorare e quando finito dire “Oggi sono a Parigi, perché non andiamo a fare un giro alla Torre Eiffel?”.
In questo caso è cambiato l’obiettivo. L’idea del nomade digitale mi ha affascinato per lungo tempo, per poi cadere: l’impatto ambientale delle emissioni? la vita sociale senza ancoraggi? il costo e la qualità della vita? Ho i miei dubbi sul fatto che questa sia ancora la vita che vorrei. Magari ci ripenso e tra altri 14 anni ti scriverò stabilmente da qualche paradiso tropicale. Dubito, ma chi lo sa?
La mia principale frustrazione sul lavoro (e nella vita) è venuta in gran parte meno:
Sapere che ci sono delle persone che nel momento in cui io comunico una cosa, loro la prendono nel modo opposto, da un lato mi frustra perché mi dico che non sono stato capace a comunicare e dall’altro mi chiedo perché non possiamo vivere pacificamente, cercando di prendere il meglio che abbiamo l’uno dall’altro.
Quindi il fatto che la comunicazione non sempre sia positiva e chiara, nonostante tutta la volontà di chi comunica e di chi ascolta, mi rattrista e mi frustra qualche volta.
Sono cresciuto, forse diventato anche più cinico, ma non mi frustra più. Qualche volta, con qualche persona, la frustrazione riemerge, ma so come gestirla. Forse ho semplicemente ridotto le aspettative. Semplicemente per modo di dire. Merito dello stoicismo. Sono sempre più disilluso sulle relazioni, qualsiasi sia il loro genere. È la vita.
Sorrido nel vedere e riconoscere la camicia che portavo nell’intervista. Camicia di ottima fattura, ma già troppo abbondante all’epoca. Dopo aver scelto di diventare vegetariano 8 anni fa, quella camicia, insieme ad altre, è stata donata perché diventata ancora più enorme. Del guardaroba di quel periodo hanno resistito solo alcune polo e t-shirt della giusta misura e niente altro.
Oggi, rispetto a 13 anni, ho uno stile di vita certamente meno stressante e più salutare, nelle abitudini alimentari, nell’attività fisica e non solo. Mi compiaccio del percorso fatto, consapevole che c’è ancora tanta strada da fare.
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