Riflessioni fuori stagione

La consapevolezza di avere valori, abitudini, comportamenti diversi e lontani dalla massa è qualcosa che ho sviluppato negli anni. Probabilmente è qualcosa che fa parte di me, del mio modo di affrontare la vita, di vedere il mondo, di relazionarmi con gli altri. L’essere diverso non mi genera disagio: lo prendo come un dato acquisito su cui non ci sono domande da porre o alternative da valutare. Così è. Così sono. Punto.

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La premessa è per dire che sono stato in viaggio a maggio, a giugno e lo sarò ancora a settembre e ottobre, ma non a luglio, non ad agosto e neanche in queste settimane centrali del mese, quando la narrazione dominante è che tutti siano in ferie (o che chi non lo è, in realtà non stacca mai dal proprio lavoro, considerandolo la propria vita. L’assenza di sollecitazioni, come in altri periodi dell’anno in cui il lavoro va in secondo piano per i più, permette di avere più tempo per pensare, per riflettere, per creare, per immaginare, per ripensare, per pianificare, per fermarsi e per ripartire con una visione nuova e con idee rinnovate. Un vero e proprio lusso di questi tempi, in cui o si è immersi nel flusso costantemente o si evade dalla realtà per un weekend o per una settimana: in entrambi i casi per non pensare.

Non pensare al proprio stile di vita, sul piano delle relazioni, dell’impatto ambientale, dell’efficacia, della soddisfazione. Non pensare alla salute, che spesso è meno curata di quel che dovrebbe essere). Non pensare ai problemi irrisolti. Non pensare alle dipendenze e al perché le abbiamo sviluppate. Non pensare all’insoddisfazione della quotidianità, ingabbiati in relazioni (di coppia, professionali) che ci impediscono di esprimerci per quello che valiamo. Non pensare al tempo che passa. Non pensare alla traiettoria delle nostre vite, carriere a parte. Non pensare agli scenari futuri, ambientali, previdenziali, politici, geopolitici.

Lo capisco. Per molti le due settimane d’agosto sono l’unico periodo dell’anno, tolte le vacanze di Natale che hanno un altro significato, per i figli e per la famiglia, in cui rallentare, cambiare orizzonte, divertirsi, pensare ancora meno del solito, viaggiare, vivere vite parallele, sognare, liberarsi della zavorra che ci portiamo dietro ogni giorno. Per me non è così perché la vita che mi sono creato e che ho avuto la fortuna di crearmi, non senza impegno e sacrifici, è un’altra vita, in cui posso scegliere quando viaggiare e quando stare a casa, quando lavorare e quando divertirmi, quando sognare e quando stringere i denti, quando riflettere e quando distrarmi. Il lato positivo della medaglia dell’essere single, autonomo, in salute, riflessivo, indipendente, concreto, anticonformista, minimalista.

In queste ultime settimane, in cui il caldo non è stato asfissiante, ho avuto modo di dedicare molto tempo all’approfondimento, allo studio, alla ricerca, alla lettura. Per affinare il sistema con cui prendo appunti e li rielaboro, il sistema con cui traccio le mie giornate (journal), il sistema con cui mi informo e riequilibrare il tempo passato a filtrare informazione, consumare contenuti, sintetizzare concetti e pubblicare contenuti rielaborati su tutto ciò che mi appassiona. Ho dedicato tempo a valutare la mia vita sociale, aggiungendo ulteriore consapevolezza sul fatto che quando un’amicizia si sfilaccia c’è semplicemente da prenderne atto e lasciare che succeda ciò su cui non hai controllo. Mi sono esercitato nel non frustrarmi quando le cose non vanno come vorrei andassero e accettare il risultato finale, qualsiasi esso sia. Sono riuscito senza sforzo, anche col caldo, ad andare a letto alle 22 e svegliarmi alle 6 per passeggiare al mare quando non c’è quasi nessuno, senza aver bisogno di dotarmi di aria condizionata. Sono riuscito a pensare meno al lavoro e più alla ricerca e allo studio, non necessariamente finalizzati a raggiungere un obiettivo professionale. Sono riuscito a perdere 2 Kg presi in un viaggio recente, tornando al mio peso forma, con pazienza e con applicazione. I miei pensieri ricorrenti – lo noto leggendo il journal scritto un anno fa in questi giorni – sono molto diversi, meno orientati all’esperienza quotidiana e più rivolti all’investimento nell’immediato futuro. Non senza sforzo sono riuscito a ridurre il tempo dedicato all’informazione generalista, tornando a leggere libri con più energia e più passione. Sto sperimentando qualche nuovo metodo per gestire meglio il tempo e concentrarmi di più.

Agosto, per me, non è un mese in cui sospendere le abitudini positive per dedicarmi ad altro. La felicità sta nel dedicarti a ciò in cui credi e che ti fa star bene. Non è una grigliata di carne a Ferragosto, né una settimana in villeggiatura, né bere aperitivi o superalcolici fino a tarda notte, né svegliarsi tardi e prendere un cappuccino e brioche in un bar chic, né frequentare ristoranti dove sfoggiare l’abbronzatura o qualcosa di firmato, né farsi un giro in barca in qualche località di moda, né eccedere per riuscire a liberare freni inibitori e rilassarsi sul serio. Ognuno sceglie come impiegare il proprio tempo e le proprie risorse, ad agosto come nel resto dell’anno.

Buon Ferragosto!

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