Seduto su un tesoro di idee da rielaborare

Fortunato, lungimirante, (a volte) disciplinato. Questi sono i primi tre aggettivi che mi vengono in mente per descrivere la situazione in cui mi trovo, rispetto a un bagaglio di informazioni che ho accumulato in oltre 12 anni di lettura in digitale.

Fortunato

La mia curiosità e la voglia di esplorare mi ha portato a essere fin dall’inizio protagonista del fenomeno della lettura in digitale, con l’avvento dei primi ebook reader, di Kindle, del mercato dei libri digitali. Nel 2008 ho comprato un primo lettore con cui non ho mai preso confidenza. Era più un tentativo di entrare in questo momento, che sapere esattamente cosa sarebbe diventato e cosa farci. Solo con il primo Kindle ricevuto in dono (era novembre del 2009 con il Kindle 2) ho cominciato a leggere stabilmente in digitale. Molti libri mi venivano donati in formato cartaceo, quindi per molti anni ho letto in entrambi i formati (e continuo a farlo in minima parte), preferendo il digitale quando disponibile.

Gli editori piano piano hanno cominciato a digitalizzare il proprio catalogo e la disponibilità di titoli è cresciuta senza mai fermarsi. I grandi editori italiani (e internazionali) oggi pubblicano tutte le novità in doppio formato e continuano a ripubblicare in digitale il catalogo non ancora digitalizzato (vedi Adelphi con Milan kundera).

Questa fortuna mi ha permesso di cominciare 12 anni fa a mettere da parte passaggi sottolineati da tutti i libri letti in digitale, fino ad arrivare a gli oltre 11.000 di oggi.

Lungimirante

Grazie a Kindle e alla sua apertura verso app di terzi, ho trovato i primi strumenti per estrarre e classificare i passaggi sottolineati e ho cominciato a metterli da parte. Solo molti anni dopo, con l’abbonamento a Readwise 2 anni fa, ho cominciato a fare sul serio e a lavorare con gli appunti, complice la scoperta e l’uso quasi costante di Roam Research, avviato nell’aprile del 2020 nel mezzo del primo lockdown.

Il lavoro certosino di esportazione e sincronizzazione, escluso il periodo in cui il passaggio a Kobo mi ha impedito di esportare i passaggi dai libri letti (problema risolto oggi con Readwise che è capace di lavorare con Kobo, come con Kindle), ha fatto sì che oggi mi siedo su una montagna di informazioni filtrate che attendono pazienti di essere rielaborate e utilizzate. Se non avessi scommesso sulla lettura in digitale e non avessi messo da parte i frammenti sottolineati, quel bagaglio di lettura sarebbe già di gran lunga perso nel decadimento naturale della memoria. Riprendere questo materiale, rileggerlo, usarlo, ha fatto sì che se ho adottato cambiamenti nella mia vita, se ho acquisito consapevolezza, se sono chi sono oggi, è anche merito di questo lavoro, non solo di quanto ho letto.

Qui purtroppo casca l’asino di tanti amici e conoscenti che sono ottimi lettori: non lavorano sui propri appunti, leggono quasi soltanto per diletto e per passare il tempo, lasciando poche tracce dentro di sé a distanza solo di poche settimane dal momento della lettura. La maggior parte sono attaccati al libro in quanto oggetto fisico e non hanno sviluppato un sistema per lavorare sui propri appunti che, per questo, nella migliore delle ipotesi, restano intrappolati a margine dei libri stessi o dentro taccuini dimenticati.

Se voglio scrivere un articolo e voglio una citazione che riprenda una certa parola chiave, mi basta fare una ricerca nel mio sistema e appaiono tutte le ricorrenze di quella parola nei passaggi che ho sottolineato e classificato. Non è magia, ma tecnologia. Peccato che anche molti lavoratori della conoscenza non sfruttino queste tecnologie a proprio vantaggio. A volte, come in questo caso, basterebbe cambiare qualche piccola abitudine. Amen.

Disciplinato, non sempre

Questo è il passaggio finale, quello che c’è ma non è ancora affinato. Per molti anni mi sono concentrato sul filtrare e accumulare informazioni da trasformare in conoscenza condivisa. Ho letto libri su libri – oltre un migliaio, con circa 800 titoli dentro il mio sistema – e ne ho importato le informazioni filtrate. Poco tempo ho dedicato alla lavorazione a alla rielaborazione di questi frammenti, per farli diventare nuovi mattoncini di conoscenza. Non è che non abbia fatto nulla, anzi. Occasionalmente, per scrivere un articolo, un post o una newsletter, ho attinto a questo bacino con grande soddisfazione. Non mi sono messo però a lavorare sulle schede dei libri e sulle note relative, andando a classificare e a estrarre le idee ivi contenute. Non l’ho fatto, se non sporadicamente, perché cercare, leggere nuovi libri è più eccitante che andare a riflettere e pensare intorno a contenuti già letti una volta. Il nuovo luccica di più ed è difficile resistervi.

Negli ultimi giorni, complice una forza mentale ai massimi di sempre, ho ripreso in mano le centinaia di pagine di note da libri letti e ho cominciato a sistematizzare ed estrarre da ognuna alcune idee. Sono solo all’inizio di un lavoro imponente, ma necessario. Imponente perché parliamo di quasi 800 schede di libro da analizzare. Necessario perché sono certo che le idee estratte dall’elaborazione di queste letture aumenteranno la consapevolezza rispetto a ciò che so, ciò che è importante per me, ciò che è utile per me per sviluppare la mia identità, per rafforzare competenze, per sviluppare la mia professionalità, per sentirmi meglio fisicamente e mentalmente, per vivere meglio in società e per coltivare le mie passioni. Leggere e basta è un lavoro a metà, anzi, è ancora meno della metà del percorso.

È faticoso, ma è un disagio produttivo che va vissuto e superato. Tempo ed energie spesi molto meglio che inseguire le ultime notizie o le ultime novità. L’espansione verso il nuovo continua attraverso la lettura dei libri che ho filtrato in questi anni e non ho proprio bisogno di nuovi input esterni al mio sistema.


Per concludere sto vivendo una fase molto positiva di consapevolezza rispetto a ciò che voglio e a come raggiungerlo, capace di mantenere la concentrazione, non farmi distrarre da ciò che conta meno. Non è stato facile arrivare a questo livello di consapevolezza e di disciplina, ma è ciò di cui ho bisogno oggi. Avanti così.

Alcune domande per te

Come gestisci la tua conoscenza personale?

Cosa fai perché gli stimoli intellettuali che ti colpiscono lascino una traccia dentro di te?

Hai un sistema per la conoscenza legata al tuo lavoro e/o per quella legata ai tuoi interessi?

Quanto tempo passi a consumare contenuti e quanto a creare contenuti, fossero anche privati e solo per te?


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Una risposta

  1. Avatar Eleonora
    Eleonora

    Ciao Luca,
    sei veramente un esempio da seguire, complimenti per la tua disciplina (secondo me sei più disciplinato di quanto credi).
    Per rispondere alle tue domande:
    – Come gestisci la tua conoscenza personale? Mi divido tra Notion e Goodreads, però sento che mi manca un sistema più organizzato e sistematico per organizzare questa conoscenza in base a parole chiave.
    – Cosa fai perché gli stimoli intellettuali che ti colpiscono lascino una traccia dentro di te? Sottolineo (sia su Kindle che sui libri cartacei) ma ammetto che spesso i passaggi evidenziati rimangono lì e non vengono rielaborati.
    – Hai un sistema per la conoscenza legata al tuo lavoro e/o per quella legata ai tuoi interessi? Ho Notion e sto dando una chance a Obsidian.
    – Quanto tempo passi a consumare contenuti e quanto a creare contenuti, fossero anche privati e solo per te? A consumare contenuti: ore! A creare contenuti: troppo poco!

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