Esercizi di problem solving alle 4 di mattina

Volo di andata

Lunedì mattina avevo un aereo da prendere. Esattamente alle 7:00. Ho pianificato di svegliarmi alle 3:15, prendere un autobus, un pullman e di arrivare con un margine sufficiente per il controllo di sicurezza, ma le cose sono andate diversamente. Spoiler: sono comunque riuscito a prendere l’aereo e a tornare a casa senza altre conseguenze. Vado a descriverti la mattinata, minuto per minuto.

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3:15 Sveglia. Mi alzo, passaggio in bagno, mi vesto ed esco. Avevo già preparato tutto.

3:25 Attendo l’autobus con largo anticipo e mi accorgo di essere sul lato sbagliato della strada, quando ne passa uno. Attraverso la strada e attendo il mio.

3:53 arrivo con 10 minuti d’anticipo alla fermata, dove attendono già altri viaggiatori.

4:02 Il pullman arriva, l’autista scende e dichiara che chi è senza biglietto, come il sottoscritto, non può salire. Il mezzo è pieno e anche il successivo 20 minuti dopo. Chiedo conferma e la signora mi dice in maniera ferma che mi devo arrangiare per i fatti miei. Carica qualche passeggero e riparte. Che fare? La prima cosa che mi viene in mente è prendere un taxi, poi mi ricordo che c’è un treno che va all’aeroporto! Controllo gli orari: 4:40 e 5:10 con arrivo alle 5:30 e alle 6:00. Cammino 10 minuti per andare a prendere un altro autobus che mi porta alla stazione del treno. Sul bus compro il biglietto del treno. Nella penultima fermata scendono dei passeggeri con bagaglio e altri restano sul bus. Attendo la fermata prevista dal navigatore, ma finisco per scendere solo io. Dov’è la stazione? Mi perdo un attimo, ma trovo la strada.

4:43 Arrivo alla stazione e il primo treno è alle 5:10. Vado sul binario e salgo sul treno. Comincio a pensare di non farcela. Ho un vago ricordo del controllo di sicurezza a Stansted con una fila chilometrica. Posso farcela in mezz’ora? Non credo.

5:10 Il treno parte puntuale. Mi rilasso un po’. Inutile farsi prendere dall’ansia o dallo sconforto. Faccio quello che posso e se perdo l’aereo, amen. Per prepararmi al fallimento guardo quale altro volo potrei prendere. Il primo disponibile è il giorno dopo, a 91 sterline. Il pernottamento in un ostello mi costerebbe altri 15-20 euro. Perdere l’aereo mi costerebbe più di 150 euro alla fine ma potrei stare un altro giorno a Londra, no? Torno a concentrarmi su questo tentativo e questo volo. Mi viene in mente che potrei comprare il fast track, per saltare la coda al controllo di sicurezza. Controllo sull’app di Ryanair e costa 8 euro. Se poi non mi serve? Certo che mi serve! Procedo all’acquisto. Il treno arriva puntuale e mi preparo a scendere per primo.

6:00 Mi catapulto sul binario e salgo due rampe di scale mobili di corsa. Corro all’estremo sinistro del terminal per il controllo di sicurezza. Ho solo lo zaino in spalla, quindi sono abbastanza veloce. L’aeroporto è pieno già a quest’ora, considerando come i voli di Ryanair partano presto la mattina. Il controllo di sicurezza straborda. Il fast track ha una fila breve in confronto. Purtroppo è ferma. Vado a vedere che succede e sembra che un passeggero blocchi la fila perché il suo biglietto ha dei problemi. Tutto fermo. Passano i minuti. Possibile che mi freghi anche il fast track? Arriva un altro assistente e si mette a controllare i documenti, fino a che l’altra assistente gli chiede di aiutarla col computer. Non impreco perché non serve a nulla, ma sono tentato. Altri minuti e riesco a superare il varco. Corro dietro l’angolo verso il controllo del bagaglio per scoprire che c’è una fila incanalata molto lunga: 20-40 persone? Mi rassegno. Che fare? Chiedere a tutti di farmi passare? Una signora mi salva. Urla all’unico uomo del personale in vista che quella non può essere la fila del fast track, visto che c’è gente in fila che non è quella del fast track. Il signore conferma che la fila è giusta. Io guardo la signora e dico ad alta voce che perderò l’aereo ormai, visto che mancano meno di 20 minuti alla chiusura del gate. La signora chiede all’assistente di farmi saltare la fila e, miracolo, il nastro si alza e posso passare.

6:15 Vado per mettere i bagagli sul nastro e un altro passeggero, che non ha visto la scena, si lamenta con me per aver saltato la fila. Un’altra imprecazione mi sta per sfuggire ma mi limito a dire che sono stato autorizzato. Altri minuti che passano e sono libero di correre al gate. La serpentina in mezzo ai negozi è lunga e affollata. Faccio del mio meglio per venirne fuori. Dall’app ho visto il numero del gate, 32, quindi non mi fermo neanche a guardare i tabelloni.

6:18 Arrivo al bivio dei gate e scopro che devo prendere una navetta. 2 minuti all’arrivo della navetta, che impiega 3 minuti ad arrivare ai gate 1-19 e altri 2 minuti dal 20 al 32. I minuti scorrono inesorabili. Che posso fare? Aspettare e sperare. Attendo.

6:20 Prendo la navetta. Primo stop. Secondo stop. Di nuovo, mi catapulto come uno sprinter ai blocchi di partenza dei 100 metri e salgo di corsa due rampe di scale mobili.

6:28 I gate 31 e 32 sono i più vicini. Arrivo a vedere lo schermo del 32, per essere sicuro che si tratti del volo per Ancona. L’imbarco è aperto ma la fila per scendere di nuovo a prendere l’aereo dal livello terra è ferma. Evidentemente tutta la procedura è ferma perché l’aereo non è pronto per l’imbarco. Ho la conferma che sono ancora in tempo. Tiro un sospiro di sollievo e mi siedo. Inutile mettermi in fila. Posso attendere.

6:40 Mi rialzo, supero il controllo e salgo sull’aereo.

7:00 L’aereo parte puntuale. Ho anche la fortuna di non avere passeggeri di fianco a me e davanti a me. Tiro un altro sospiro di sollievo e chiudo gli occhi.


Lezione per la prossima volta

Prenotare il pullman per l’aeroporto in anticipo e, se non disponibile, prenotare il treno che porta all’aeroporto. Non attendere l’ultimo giorno e nemmeno l’ultimo minuto.

Arrivare in aeroporto almeno 2 ore (o 90 minuti) prima della chiusura del gate. Il tempo per il controllo di sicurezza è lungo, anche di mattina presto.

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