La mia antibiblioteca continua a crescere più dell’erba in primavera. Ieri gli spunti mi sono venuti dalla filosofia, navigando in un sito di filosofia per filosofi (e per tutti). Tra le scoperte Julian Baggini, tradotto anche in italiano, almeno con uno dei suoi tantissimi titoli:
Vita, Istruzioni per l’uso è un insieme di parole, in ordine alfabetico, definite con un punto di vista filosofico. La prima parola è abitudini:
È raro che esista qualcuno che non abbia almeno una cattiva abitudine: stare seduti davanti al computer con la schiena ricurva, essere sempre in ritardo, mangiare cibo spazzatura. Di cattive abitudini, nel corso della nostra vita, possiamo collezionarne parecchie. Siamo consapevoli che vivremmo meglio senza, ma una volta che un’abitudine ha preso piede può essere difficile da sradicare.
Le abitudini che definiscono il nostro carattere morale passano per lo più inosservate. Che le persone siano gentili o insensibili, generose o spilorce, coraggiose o codarde è anch’essa in gran parte una questione di abitudini. Era una tesi cruciale tanto per Aristotele quanto per Confucio, i quali credevano che possiamo diventare persone migliori esercitandoci a fare la cosa giusta, a prescindere da come ci sentiamo. Se vogliamo diventare più coraggiosi, ci sproniamo a compiere azioni coraggiose; se vogliamo avere più autocontrollo, ci esercitiamo a resistere alle tentazioni. «Indossa le vesti di Yao, ripeti le parole di Yao e compi le azioni di Yao, e sarai uno Yao» ha scritto il confuciano Mencio. Il principio vale sia per acquisire nuove capacità sia per coltivare un buon carattere. «Diventiamo costruttori costruendo e suonatori di lira suonando la lira» ha detto Aristotele.
La capacità di educarsi grazie all’abitudine è propria degli esseri umani. Aristotele sottolineava che i processi naturali, al contrario, non possono essere alterati dall’esercizio: «Per esempio, non si può far risalire una pietra che rotola naturalmente verso il basso con l’abitudine, nemmeno se si cerca di ammaestrarla lanciandola mille volte in alto».
Se insistiamo sulle abitudini, nel tempo diventeremo più inclini a comportarci in modo corretto. L’idea è che fare la cosa giusta diventi talmente metodico da diventare un automatismo. Mencio ha detto: «Il più grande uomo non pensa in anticipo se le proprie parole siano sincere, né se le proprie azioni siano risolute, ma dice e fa semplicemente ciò che è giusto».
Tutto ciò si applica anche ai piccoli gesti quotidiani. Quando prendiamo coscienza di un’abitudine nociva, possiamo decidere di rimpiazzarla con una migliore. Non è facile, ma con dedizione e pazienza funzionerà. Alla fin fine, possiamo aspettarci che gli sforzi ostinati lascino il posto a consuetudini ben radicate e riusciremo a sederci in modo corretto senza pensarci, a dimenticarci che i biscotti sono lì e a sorridere con aria d’intesa quando qualcuno è in ritardo, ricordandoci che lo facevamo anche noi.
Vita. Istruzioni per l’uso di Julian Baggini
Da un paio di blog/newsletter che seguo sono caduto in una riflessione sull’intelligenza artificiale che ha generato prima un post su Saper Imparare e poi un evento fissato per il 2 Maggio per confrontarci su Chat-GPT3 (come lo usiamo, come lo viviamo, minacce, opportunità). Basta essere iscritti a Saper Imparare (o a La Circle) per partecipare.
Ieri mi sono messo d’impegno a vedere il film giapponese Anatomia di un rapimento ma non sono riuscito a finirlo. Non era la serata giusta. Amen.
Sul piano del benessere ho trovato il concetto di appetite awareness training (addestramento alla consapevolezza dell’appetito) rispetto allo sviluppare un rapporto più stretto tra mente e corpo, ascoltando il proprio corpo, in questo caso rispetto al rapporto con il cibo e con l’appetito.
Ho chiesto a Chat-GPT3 un esercizio*, se ti vuoi cimentare:
- Trova un luogo tranquillo e confortevole per sederti e rilassarti.
- Fai alcuni respiri profondi e libera la tua mente.
- Prendi un piccolo pezzo di cibo, come un’uvetta o un pezzo di cioccolato, e tienilo in mano.
- Osserva attentamente il cibo. Nota il suo colore, la sua consistenza e la sua forma.
- Annusa il cibo e prendi nota del suo aroma.
- Metti il cibo in bocca, ma non masticarlo ancora. Nota la sensazione del cibo in bocca.
- Inizia a masticare il cibo lentamente e con attenzione. Presta attenzione al gusto, alla consistenza e ai sapori del cibo.
- Inghiotti il cibo e nota come ti senti mentre scende lungo la tua gola.
- Fai alcuni respiri profondi e controlla il tuo corpo. Ti senti sazio o ancora affamato?
- Ripeti questo esercizio con cibi diversi, prestando attenzione ai segnali di fame e sazietà del tuo corpo.
Questo esercizio può aiutarti a diventare più consapevole del tuo appetito e imparare a mangiare con attenzione, il che può portare a abitudini alimentari più sane e a una migliore salute complessiva.
*traduzione Chat-GPT3 migliorata da me. Il chatbot ha anche fornito il testo dell’esercizio di cui sopra.
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