Most of us can come up with plenty of reasons why trying something new won’t work out. But what would it be like to explore the realm of possibility? Imagine taking a new perspective and thinking broadly about what life could be if you weren’t bogged down by self-stories. What are you longing for? What do you dream about? What would be possible if you were free to choose what to do with no limitations? As Dr. Helen Neville (2020) notes on our podcast, “We should always be thinking about not what is logically possible, but what is impossible that we can make possible.”
La maggior parte di noi può trovare molte ragioni per cui provare qualcosa di nuovo non funzionerà. Ma com’è esplorare il regno delle possibilità? Immagina di adottare una nuova prospettiva e di pensare ampiamente a ciò che potrebbe essere la vita se non fossi intrappolato dalle tue storie personali. Cosa desideri? Cosa sogni? Cosa sarebbe possibile se fossi libero di scegliere cosa fare senza limitazioni? Come nota la Dr. Helen Neville (2020) nel nostro podcast, “Dovremmo sempre pensare non a ciò che è logicamente possibile, ma a ciò che è impossibile che possiamo rendere possibile”.*
ACT Daily Journal
Leggere di vedere il mondo con la mente del principiante, del vedersi e vedere le cose con la sky mind (una visione dall’alto, in termini spazio temporali) mi ha convinto che voglio continuare a sperimentare e andare oltre i miei limiti. Cercare di provare nuove esperienze per la prima volta. Non necessariamente andare dall’altra parte del mondo per questo, anzi. Ieri ti scrivevo della voglia di fare il bagno al mare, nonostante sia ancora maggio, nonostante non ami per nulla fare il bagno in acque fredde. Ieri l’ho fatto: mi sono immerso per alcuni minuti nel primo pomeriggio e non ho sofferto per nulla. Come mi aspettavo, è stato rigenerante. Stanotte ho dormito 9 ore consecutive senza svegliarmi mai. Da ripetere presto (oggi?) anche se non potrà essere la prima volta.
Spesso, lo dico prima di tutto per me, limitiamo la nostra esistenza in una scatola che ci siamo auto imposti, per paura, per tradizione, per insegnamenti, per il contesto sociale in cui viviamo. Eppure la scatola non esiste, è una nostra proiezione. La realtà è più ampia e ci possiamo avventurare fuori dalla scatola senza rischiare la nostra vita. L’unico modo per andare oltre è cogliere ogni piccola occasione a disposizione per fare qualcosa in modo diverso e vedere che succede.
Gli atleti vegani possono mantenersi ad alto livello pur senza proteine animali, ma devono curare con più attenzione la propria dieta, per evitare potenziali deficit. L’abstract:
Accepting a continued rise in the prevalence of vegan type diets in the general population is also likely to occur in athletic populations, it is of importance to assess the potential impact on athletic performance, adaptation and recovery. Nutritional consideration for the athlete requires optimisation of energy, macro- and micro- nutrient intakes, and potentially the judicious selection of dietary supplements, all specified to meet the individual athlete’s training and performance goals. The purpose of this review is to assess whether adopting a vegan diet is likely to impinge on such optimal nutrition and, where so, consider evidence based yet practical and pragmatic nutritional recommendations. Current evidence does not support that a vegan-type diet will enhance performance, adaptation or recovery in athletes, but equally suggests that an athlete can follow a (more) vegan diet without detriment. A clear caveat, however, is that vegan diets consumed spontaneously, may induce suboptimal intakes of key nutrients, most notably quantity and/or quality of dietary protein and specific micronutrients (e.g., iron, calcium, vitamin B12 and vitamin D). As such, optimal vegan sports nutrition requires (more) careful consideration, evaluation and planning. Individual/seasonal goals, training modalities, athlete type, and sensory/cultural/ethical preferences, among other factors, should all be considered when planning and adopting a vegan diet.
Un continuo aumento della prevalenza delle diete di tipo vegano nella popolazione generale rende probabile che ciò si verifichi anche nelle popolazioni atletiche: per questo è importante valutare l’impatto potenziale sulla performance atletica, l’adattamento e il recupero. La considerazione nutrizionale per l’atleta richiede l’ottimizzazione dell’energia, dell’assunzione di macro e micronutrienti e potenzialmente la selezione oculata di integratori alimentari, tutti specificati per soddisfare gli obiettivi di allenamento e di performance individuali dell’atleta. Lo scopo di questa revisione è valutare se l’adozione di una dieta vegana è probabile che influisca su una nutrizione ottimale e, se così fosse, considerare raccomandazioni nutrizionali pratiche e pragmatiche basate su evidenze. Attualmente non ci sono prove a supporto del fatto che una dieta di tipo vegano migliorerà la performance, l’adattamento o il recupero degli atleti, ma suggerisce anche che un atleta può seguire una dieta (più) vegana senza conseguenze negative. Un chiaro avvertimento, tuttavia, è che le diete vegane consumate spontaneamente possono indurre un’assunzione subottimale di nutrienti chiave, in particolare quantità e/o qualità di proteine alimentari e specifici micronutrienti (ad esempio ferro, calcio, vitamina B12 e vitamina D). Come tale, la nutrizione sportiva vegana ottimale richiede una (più) attenta considerazione, valutazione e pianificazione. Obiettivi individuali/stagionali, modalità di allenamento, tipo di atleta e preferenze sensoriali/culturali/etiche, tra gli altri fattori, dovrebbero tutti essere considerati quando si pianifica e si adotta una dieta vegana.*
Tra i dati dello studio c’è una tabella che riprende dati da altri studi dove è evidente che la dieta vegana, rispetto alla dieta onnivora, porta a un livello di indice di massa corporea più basso. Dati in linea con la mia esperienza personale. Ultima rilevazione: 21,4.
Ho visto il video sul making of di Athena, che si trova anche su YouTube. Incredibile. Te ne consiglio la visione dopo aver visto Athena, ovviamente, ma se non sei convinto che sia il tuo genere, guarda il video giusto per capire cosa c’è dietro la realizzazione di un film. Se ami il cinema, rimarrai estasiato.
*Come al solito, traduzioni a cura di chatGPT, riviste da me. Immagine creata con Bing/DALL E.
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