Giro di boa per questo viaggio, che coincide anche con la fine del mese di giugno. Ieri, primo luglio, ho avuto bisogno di un giorno di stop, per ricaricarmi e riposarmi. Ricaricato, ti racconto gli ultimi due giorni in Giappone, tra Kyoto e Osaka.
Day 9 – Venerdì 30 Giugno
Giornata in giro per Kyoto, l’ultima prima di partire per Osaka. Mattina diretti in un negozio dove lavora un’amica giapponese e poi in un kissaten dove i miei amici vogliono tornare. Il resto della giornata esploro la città da solo, per la prima volta da quando sono in Giappone, forte del modem portatile che mi permette di essere sempre online (indispensabile per spostarsi con Google Maps e poter comunicare con i miei amici in caso di bisogno).
Mi compiaccio con me stesso per essere stato capace di prendere bus, metro, mangiare e orientarmi da solo. Il Giappone è più navigabile di quanto immaginassi. Basta avere internet e sei autonomo, anche se non c’è niente in inglese.
Day 10 – Sabato primo Luglio
Trasferimento a Osaka, questa volta da solo. I miei amici sono partiti presto, diretti a un matrimonio. Io ho il check out, il trasferimento Kyoto-Osaka in treno e il check in nel mio albergo per due giorni in totale autonomia.
Non ho una grande documentazione della giornata. Pioviggina e la previsione del tempo è vento forte, temporali e pioggia intensa, con allerta meteo per tutti e tre gli eventi atmosferici. Di fatto poi pioverà una pioggerellina fine, più noiosa che altro. Il mix di caldo esterno umido e aria condizionata interna su temperature basse, nella metro e sul treno, finirà per provocarmi uno stato di stanchezza che ho potuto curare solo dormendo arrivato a Osaka.
Notare poi che sono riuscito a prenotare il treno sbagliato per Osaka o, meglio, credo di essere salito su un treno che è arrivato alla stazione di Osaka per lo Shinkansen e non nella stazione principale. Lo capisco perché, nonostante il treno partisse alla stessa ora sul binario per Osaka, non aveva lo stesso numero e il controllore è venuto a controllarmi il biglietto perché, immagino, non gli risultava che quel posto fosse occupato. Mi invita ad andare fuori dalla carrozza, per non disturbare gli altri viaggiatori – la cultura del silenzio sui treni giapponesi è qualcosa che noi in Italia ci sogniamo – e mi spiega che ho sbagliato treno. Nessuna conseguenza, se non che arriverò in una stazione diversa da quella prenotata e si premura che abbia capito. Poco male per me perché con la metro e un cambio linea, arrivo comunque di fronte al mio albergo sano e salvo.
La giornata termina e vado a letto. Devo recuperare. Recupero avvenuto con successo e oggi mi preparo al Day 11 sempre a Osaka. Non so ancora cosa farò ma so che per prima cosa andrò a caccia di cibo. Sono le 9:35 e ho fame!
Al prossimo aggiornamento. Restano ancora Hiroshima e Tokyo.
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