Giovedì 12 Ottobre 2023

#media

Vedi, nella vita, molte persone sanno cosa fare, ma poche persone effettivamente fanno ciò che sanno. Sapere non è sufficiente! Devi agire.

“You see, in life, lots of people know what to do, but few people actually do what they know. Knowing is not enough! You must take action.”

Robbins, Anthony, Awaken the Giant Within

È arrivato il momento di agire.

“Se non ci sforziamo di esercitare questo controllo sugli input di informazioni che riceviamo quotidianamente non sapremo più riconoscere ciò che conta veramente nella vita e finiremo i nostri giorni senza renderci conto di aver dato troppa importanza alle quisquilie. Per affrontare con serenità i problemi della vita dobbiamo essere consapevoli degli input che riceviamo e controllarli.”

Keisuke Matsumoto, Manuale Di Un Monaco Buddhista Per Liberarsi Dal Rumore Del Mondo

Da oggi stop all’informazione sul conflitto Israele-Hamas. Ieri ho superato la misura. Leggere l’informazione generalista (ancor di più vedere i canali all news) mi mette di cattivo umore e mi deprime. Torno al digiuno totale, se non per lo sfoglio dell’Economist una volta a settimana. Fine. Non posso fare nulla, i morti sono un numero, la guerra è uno spettacolo, la tragedia delle persone è uno strumento politico per generare attenzione e simpatia per una parte. Ne posso e ne devo fare a meno. Le notizie essenziali mi arrivano comunque, quindi è inutile farsi prendere dal meccanismo.

“Al quarto principio corrisponde il quarto potere: la presenza. Riuscire a stare nel momento presente consapevolmente è un’operazione che, tra le altre cose, aumenta l’energia a nostra disposizione. Più siamo concentrati e attenti nel momento presente, più alta sarà la nostra efficacia e la nostra influenza consapevole sulla realtà che viviamo, nonché sulle persone con cui ci relazioniamo.”

Giovanna Garbuio, Ho’omana

#libri

Ho terminato Cause naturali e, come ormai succede spesso per la saggistica, una volta che ho capito che alcuni capitoli non mi sono utili, li salto a piedi pari o attivo un meccanismo di lettura veloce per scremare e arrivare al dunque, o alla fine. Libro ricco di spunti, ma una buona metà non interessante per me.

Oggi probabilmente finirò Open Up, il libro inglese sulle conversazioni che riguardano i soldi. Anche in questo ci sono varie sezioni che mi interessano poco – i soldi nella coppia, i soldi nelle conversazioni di lavoro (dipendente) – ma qualche idea è comunque emersa. Curioso che un capitolo intero sia dedicato al prendere coscienza delle proprie spese relative a droghe e alcol, da considerare nel proprio budget. Sono arrivato a due conclusioni, entrambe su cui riflettere: nel Regno Unito la conversazione pubblica è a un livello di apertura tale che su un libro trovi argomenti simili; il consumo/uso/abuso di droghe e alcol è così diffuso e popolare che gioco forza la spesa per questi interessa una larga fetta di lettori. Non credo che in Italia il tema sia meno attuale, ma che manchi la consapevolezza e l’apertura per trattarlo in questo modo.

Per variare la mia dieta ho in lettura un libro di narrativa straniera (inglese): Shameless di Paul Burston. Non mi sta convincendo granché. Probabile lo molli prima della fine.


#tv

Ho finito di vedere la serie BBC Boiling Point, seguito ideale del film con lo stesso nome. Stesso cast, stesso regista/sceneggiatore/produttore. Prodotto di qualità ma con elementi che mi respingono e il mio giudizio finale è positivo con ampie riserve. La storia – la vita di un ristorante dal punto di vista di chi lavora in cucina – è fin troppo carica di pathos: ogni personaggio ha una storia personale che comprende malattia mentale, alcolismo, altra malattia cronica, serie difficoltà finanziarie, difficoltà di integrazione sociale sotto vari punti di vista. Il dramma è quindi molto molto calcato, troppo. I dialoghi così serrati che in alcuni momenti è difficile seguire chi dice cosa. Il tutto è reso apparentemente più digeribile da un montaggio estremo, soprattutto in cucina nella preparazione del piatti. Mi è venuto in mente un passaggio del libro Attention span sull’aumento negli anni della velocità del montaggio in film e serie TV:

La durata media di un’inquadratura nel cinema nel 1930 era di dodici secondi, ma in seguito è diminuita, raggiungendo un’età media di meno di quattro secondi dopo il 2010, come misurato da James Cutting e colleghi.

La durata dell’inquadratura per i sequel cinematografici è anche diminuita. Ad esempio, la durata media dell’inquadratura del primo film di Iron Man era di circa 3,7 secondi; per Iron Man 2, 3,0 secondi; e per Iron Man 3, circa 2,4 secondi.

Le inquadrature televisive avevano una durata media di circa tredici secondi nel 1950 (simile alla media di dodici secondi del cinema nel 1930) e sia le inquadrature cinematografiche che quelle televisive si sono accorciate fino a durare meno di quattro secondi nel 2010.

Non utilizziamo la tecnologia in un vuoto. I nostri comportamenti nel mondo fisico sono influenzati dalla cultura in cui viviamo. Allo stesso modo, i nostri comportamenti nel mondo digitale sono influenzati anche da forze ambientali, sociali e tecnologiche. Queste influenze non si verificano solo nel mondo occidentale, ma sono universali.*

Attention span

Preferisco fare a meno di prodotti simili, perché il genere drammatico non deve fare ricorso a questi mezzi per suscitare empatia o generare attenzione.


#film

A proposito di dramma che ha ritmi molto più rilassati, senza per questo annoiare o risultare vuoto, ho visto Passages di Ira Sachs. Il film si merita tutti i giudizi positivi che trovi in rete. Mai avevo visto sullo schermo un triangolo amoroso in cui una donna si inserisce in una coppia omosessuale. Recitazione a ottimi livelli. Storia semplice, tutto sommato, ma solida. Regia e fotografia intimiste, come per la cifra di Ira Sachs. Molto spazio ai sentimenti e al dialogo. Lo trovi su Mubi.


#esperienze

L’estate sta finendo. Questa volta sul serio. Detto il 12 Ottobre è significativo. Da domenica la temperatura scenderà inesorabilmente e il cielo sereno verrà sostituito da una successione di perturbazioni atlantiche che porteranno nuvole e pioggia, come da media del periodo. Lunedì diventa il mio primo giorno di scuola, per così dire, indietro di un mese (e mezzo) sul calendario dei comuni mortali. Mi voglio godere questo sole fino all’ultimo e anche ieri non esitato nel passeggiare e fare un bagno al mare, quasi nel deserto.

La vita è fatta anche di tante piccole gioie, come questa.


*Testo originale da Attention span di Gloria Mark.

The average film shot length in 1930 was twelve seconds, but then began to shorten, reaching an average of less than four seconds after the year 2010, as measured by James Cutting and colleagues.

the shot length for film sequels also decreased. For example, the shot length of the first Iron Man film averaged about 3.7 seconds; for Iron Man 2, 3.0 seconds; and for Iron Man 3, about 2.4 seconds.

Television shots averaged around thirteen seconds in 1950 (similar to the average of twelve seconds in film in 1930) and both film and television shots shortened to average less than four seconds in 2010.

We do not use technology in a vacuum. Our behaviors in the physical world are influenced by the culture we live in. Similarly, our behaviors in the digital world are also influenced by environmental, social and other technological forces. These influences also do not just occur in the Western world, but are universal.

Attention span

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