Ho ripreso a processare i passaggi sottolineati dai libri che leggo: ho una coda che sfiora i 1000 libri, all’interno del mio personal knowledge management system. Da Il nemico, letto recentemente, sono saltato a un altro libro di Iain Reid: Sto pensando di finirla qui. Da cui è stato tratto anche un film ottimamente curato, su Netflix.
Riporto a seguire alcuni passaggi che apprezzo anche a rileggerli ora. Sono pensieri o dialoghi tra i due personaggi, ma me li sono immaginati come considerazioni dell’autore su temi vari: la vita di coppia, l’essere single, i ricordi, l’invecchiare e altro.
Puoi leggerli senza rischio di spoiler, se vuoi leggere poi il libro o vedere il film. Ti direi di leggere prima il libro. Io l’ho letto dopo perché ero troppo curioso di capire il film, che non ho capito alla prima visione.
Il grassetto è mio.
#terapia
Non mi ha mai detto che sono sexy. Il che va benissimo. Mi ha definita carina e un paio di volte ha detto anche «bella», in quel modo che hanno i ragazzi. Un’altra volta mi ha definita «terapeutica». Non l’avevo mai sentito da nessuno, prima di allora. È successo subito dopo essere finiti a letto.
#ricordi
«Che intendevi quando hai detto che i ricordi sono quasi sempre romanzati?» gli chiedo.
«Un ricordo è diverso ogni volta che viene ricordato e raccontato. Non è un dato assoluto. I racconti basati su eventi realmente accaduti molto spesso hanno a che fare più con la finzione che con la realtà. Vale sia per le cose inventate sia per quelle vere. Si tratta di storie, in entrambi i casi, che vengono ricordate e raccontate. Le storie sono il modo in cui impariamo le cose. Sono il modo in cui ci conosciamo a vicenda. Ma la realtà… quella succede una volta sola.»
#invecchiare
Jake si è messo a parlare della vecchiaia. Non so come gli sia venuto in mente. Non ne abbiamo mai parlato prima d’ora.
«L’invecchiamento è una di quelle cose che non vengono capite dalla nostra cultura.»
«Cioè, tu pensi che invecchiare sia una cosa positiva?»
«Sì. Lo è. Prima di tutto è inevitabile. Sembra una cosa negativa solo perché siamo ossessionati dalla giovinezza.»
«Sì, lo so. Tutto vero. Ma la tua aria da ragazzino? Sei pronto a dirle addio? A diventare grasso e pelato?»
«Vale la pena perdere quello che perdiamo a livello estetico, visto quello che guadagniamo. È uno scambio equo.»
#stare soli
«Voglio conoscermi a fondo, e capire come mi vedono gli altri. Voglio sentirmi bene nei miei panni. Come ci arrivo quasi non ha importanza. Non è una sciocchezza compiere gli anni. È importante.»
«Forse è per questo che un sacco di gente si getta a capofitto nel matrimonio, o insiste con storie di merda, a prescindere dall’età. Perché non gli piace stare da soli con se stessi.»
Non posso dirlo a Jake, e non lo faccio, ma forse stare da soli è meglio. Perché abbandonare la routine che ognuno di noi conosce così bene? Perché privarsi di tante possibili relazioni diverse, in cambio di una soltanto? Ci sono un sacco di cose buone nello stare in coppia, certo, ma è davvero meglio? Nei periodi in cui sono single tendo a concentrarmi su quanto stare con qualcuno migliorerebbe la mia vita, su quanto mi renderebbe più felice. Ma sarà poi vero?
#piccoli gesti
Basteranno, in una vita insieme, piccoli gesti come questi, fatti al momento giusto? I piccoli gesti ci fanno sentire bene, con noi stessi e con gli altri. Ci uniscono. A volte sembra che siano tutto e che tutto dipenda da loro. Sono un po’ come Dio e la religione. Ci piace credere in certi concetti che ci aiutano a capire la vita. E che, di per sé, sono un mezzo di conforto. L’idea che stiamo meglio con un’unica persona per tutta la vita non è una verità innata dell’esistenza. Siamo noi che vogliamo che sia vero. A pensarci bene, rinunciare alla solitudine, all’indipendenza, è un sacrificio molto più grande di quanto crediamo. Dividere uno spazio, la vita intera, con qualcuno, è di sicuro più difficile che stare da soli. Anzi, vivere in due sembra impossibile per definizione, non è così? Come si fa a trovare una persona con cui passare tutta quanta la vita? Con cui invecchiare e cambiare? Una persona che devi vedere ogni giorno e di cui devi sopportare umori e bisogni?
#conoscere qualcuno
Conoscere davvero qualcuno è come scomporre un enigma infinito. Cominciamo dalle minuzie, e nel frattempo impariamo a conoscere anche un po’ meglio noi stessi.
Quello che voglio, credo, è che qualcuno arrivi a conoscermi. A conoscermi davvero, meglio di chiunque altro e forse anche di me stessa. Non è per questo che ci impegniamo nelle relazioni? Non è per il sesso. Se fosse per quello, non sposeremmo una persona sola. Continueremmo a cercare nuovi partner. Ci impegniamo per tante ragioni, lo so, ma più ci penso e più mi convinco che le relazioni serie servono per farci conoscere qualcuno. Io voglio che questo qualcuno mi conosca, che mi conosca veramente, voglio che quasi mi sappia leggere nel pensiero. Come ci si sente in quel caso? Ad avere accesso alla mente di un altro, a sapere cosa succede nella sua testa. A confidare in qualcuno, che confida in te. Non è un legame biologico, come tra genitori e figli. Questo tipo di relazione devi sceglierla. Ed è più appagante e più difficile da stabilire di qualunque relazione basata sulla biologia e su geni condivisi.
Perché sono così intransigente quando si tratta di noi due? Forse alla fine mi innamorerò e mi passeranno le paure. Forse le cose andranno per il meglio. Forse è possibile. Magari è così che funziona, con il tempo e la fatica. Ma se non puoi dire all’altro quello che pensi, che senso ha?
Non possiamo sapere, e non sappiamo, quel che gli altri pensano. Non possiamo conoscere le motivazioni che li spingono a fare quello che fanno. Mai. E comunque mai completamente. Questa era stata la mia terrificante epifania giovanile. Non conosciamo mai davvero qualcuno. Né io, né voi. È sorprendente che si possano formare delle relazioni durature nonostante il fatto che non ci si conosca mai appieno. Che non si sappia mai per certo cosa sta pensando l’altro. Che non si sappia mai bene chi sia. Non possiamo fare sempre quello che ci passa per la testa. Ci sono dei comportamenti che dobbiamo seguire. Delle cose che dobbiamo dire. Ma pensare, possiamo pensare tutto quello che ci va. Chiunque può pensare qualunque cosa. I pensieri sono l’unica cosa reale. È vero. Ne sono sicura. I pensieri non sono mai finti o fatti apposta. Questa semplice presa di coscienza me la sono portata dentro per tanto tempo. Mi ha angustiato per anni e anni. E lo fa tuttora.
#relazione vera
Credo sia questo il punto. È così che capiamo se una relazione è vera. Quando qualcuno con cui prima non avevamo alcun legame arriva a conoscerci a fondo, come non avremmo mai pensato o creduto fosse possibile.
Probabilmente le cose non funzioneranno con Jake. E probabilmente deciderò di finirla qui. Quello che non ha senso, credo, è il numero di persone che cercano di costruire una relazione stabile e seria, immaginando che possa durare nel tempo. Jake non è un cattivo ragazzo. Non ha niente che non va. Anche considerando le statistiche che dimostrano che la gran parte dei matrimoni non dura, la gente continua a pensare che essere sposati sia una normale condizione umana. La maggior parte della gente vuole sposarsi. Esiste forse qualcos’altro di altrettanto ambito e altrettanto fallimentare?
#scegliere
Che cos’è un giorno? Una notte? C’è una certa eleganza nel fare la cosa giusta, nel prendere una decisione terrena. Abbiamo sempre la possibilità di scegliere. Ogni giorno. Finché siamo vivi, possiamo scegliere. Chiunque incontriamo nella vita ha la stessa scelta da fare, all’infinito. Possiamo decidere di ignorarla, ma la domanda è una sola, per tutti noi.
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