Il tempo, le relazioni e la ricchezza

La mia condizione di ricchezza in termini di libertà di impiego del mio tempo e di relativa abbondanza di tempo (libero) mi ha fatto riflettere sul rapporto tra tempo e relazioni personali.

Mesi fa leggevo di relazioni personali e disponibilità di denaro in Open Up. In particolare mi sono rimaste impressoequeste considerazioni su amicizia e denaro (il grassetto è mio):

  • Friendships are all in some way defined by shared experiences, which are in some way defined by our means.
  • ‘If you really like your friends and you want to keep them, it’s not a very good idea to earn significantly more or less than them.’ Brad Klontz goes straight for the jugular, saying the thing nobody wants to hear. Good friendships shouldn’t be conditional on drinking together, living on the same street or, dare I say it, financial parity, but unfortunately sometimes they are. Friendships change when circumstances change, when one of you stops drinking, moves to the suburbs or gets a hefty pay rise.
  • Brad has studied many groups in different financial brackets, and has consistently found that people feel most comfortable surrounded by people who get them – basically, people who live like them. So I guess Brad is right: money affects friendships.

Se non hai risorse per andare in vacanza una settimana alle Maldive è difficile che farai un viaggio insieme agli amici che se lo possono permettere e che vogliono farlo. Declinerai l’invito a un ristorante costoso per lo stesso motivo, a meno che tu sia invitato in quanto ospite. Tenderai a rifiutare la maggior parte degli inviti per esperienze che non ti puoi permettere e la distanza con i tuoi amici tenderà ad ampliarsi, fino alla conseguenza di non frequentarsi più.

Riflettevo su un parallelismo in cui la ricchezza finanziaria è sostituita dalla ricchezza di tempo e sul fatto che l’impatto sulle relazioni personali e sulle amicizie è sostanzialmente lo stesso. Di fatto, la mia esperienza personale degli ultimi anni, con qualche asterisco e distinguo sparso qua e là.

In una relazione tra due persone in cui una ha molto più tempo libero dell’altra, lo squilibrio in termini di esperienze tende, nel tempo, a rendere la relazione sempre più superficiale, a meno che non ci siano correttivi applicati coscientemente. Chi ha meno tempo libero tenderà a coltivare meno le passioni condivise e chi ha il tempo per coltivarle tenderà a condividerle con altri che il tempo ce l’hanno. Un altro elemento che tende a creare un divario crescente tra le due persone è il livello di approfondimento o di competenza relativo alla passione condivisa. Chi ha più tempo tenderà a sviluppare maggiormente la passione condivisa a una velocità che l’altro non sarà in grado di seguire. La condivisione di esperienze sarà sempre più ridotta perché chi ha tempo ha esperienze da condividere e chi non ce l’ha evidentemente ne ha meno o non ne ha. La condivisione a senso unico non è divertente.

Chi ha poco tempo tenderà poi a suddividerlo in attività varie, che si trasformano in mille rivoli poco significativi, in termini di sviluppo di competenze o di conoscenze. Chi ha poco tempo in generale si trova in questa condizione quasi sempre a causa di un lavoro pressante o di impegni verso terzi (accudire un genitore o un figlio di solito), in qualche caso per un periodo limitato e più spesso per tutta la vita o quasi. Il più delle volte è la conseguenza di una scelta, non ncessariamente consapevole: fare un figlio, intraprendere una certa carriera, non contrastare lo status quo, pur in condizioni di insoddisfazione.

Il risultato finale è che, senza esperienze significative condivise, la relazione diventa superficiale e le persone tendono ad allontarsi. Chi è ricco di tempo, se è capace di impiegarlo al meglio, può investirlo in passioni ed esperienze facendolo fruttare, sviluppando competenze, coltivando interessi, migliorando il proprio benessere psicofisico. Chi il tempo non lo ha o lo impiega male finisce per: non evolvere, preferire esperienze facili che richiedono l’impiego di poche energie mentali (= guardare la televisione, scorrere il flusso dei social media, vedere video brevi online, consumare contenuti mainstream di facile accesso).

Analizzando la mia esperienza degli ultimi anni – a ben vedere il processo era già in corso con l’esperienza di lavoratore autonomo nel rapporto con altri lavoratori dipendenti – è esattamente ciò che è successo alle mie relazioni. La maggior parte di queste, crescendo il divario di tempo disponibile, a causa della mia decisione di lasciare il mondo del social media marketing e di lavorare meno, ha subito un contraccolpo negativo. Gli unici casi in controtendenza sono quelli in cui la relazione è meno squilibrata in termini di disponibilità di tempo o nel caso in cui chi ha poco tempo lo investe consapevolmente, in attività finalizzate, che gli permettono di coltivare un interesse in modo più profondo e quindi, di conseguenza, anche di avere esperienze da condividere.

Il tutto ha ricadute anche sul rapporto con tutti gli altri, sull’essere percepito come interessante, sull’avere argomenti di conversazione, anche con uno sconosciuto. Effetto del tempo investito nella riflessione personale, prima ancora che nel coltivare altri interessi. The School of Life sintetizza il concetto in 4 minuti in modo efficace:

Mi compiaccio infine, per una volta, che questo percorso nasce molto tempo fa. Proprio oggi, nel 2015 e nel 2016, condividevo nuove abitudini in fase di consolidamento e della brevità della vita. Effetto dell’interesse composto sulle buone pratiche.

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