Il titolo è una strizzatina d’occhio ai motori di ricerca, considerando che fino a poco fa neanche conoscevo l’espressione congedo sabbatico. Ne ho sempre parlato come periodo sabbatico, ma ho scoperto che è qualcosa di strutturato anche in Italia, se si sostituisce periodo con congedo. Parole a parte, comunque importanti, dopo aver letto un articolo sul Guardian relativo al “life sabbatical“, espressione usata in inglese per lo stesso concetto, mi sento meno solo. Forse la differenza della mia situazione rispetto a quella dell’articolo o al concetto di congedo sabbatico è il fatto che il mio sabbatico non ha mai avuto una durata di un anno o un altro intervallo di tempo predefinito e che non me lo ha concesso nessuno se non me stesso, visto che non ho e non avevo un rapporto di lavoro dipendente.
Devo ammettere che il sabbatico vero e proprio, ovvero il periodo in cui non ho più emesso fatture, quindi ricavi zero, è iniziato formalmente il primo luglio scorso, quindi siamo a meno di un anno. Da inizio 2019, periodo COVID-19 incluso, qualche piccola attività l’ho portata avanti, seppur mai a tempo pieno, anzi. Come per i sabbatici standard, mi sono concesso di dedicare più tempo a me stesso, sottraendolo al lavoro, autofinanziando il periodo*. Per il 2024 ho deciso di concentrarmi sui viaggi e in questo primo semestre ho pianificato Germania, Cile, Argentina, Uruguay, Islanda, Regno Unito e Grecia. Non che in passato non abbia viaggiato così tanto, ma il traguardo dei 50 anni all’orizzonte mi ha fatto propendere per tornare a premere sull’acceleratore delle esperienze e non diluirle in un tempo futuro ipotetico. Posso farlo? Lo faccio adesso, fino a che ho l’energia, la salute e le risorse per farlo.
Un 2024 dedicato all’esperienza diretta. Non è quindi un caso se da metà febbraio ho cominciato a sentire meno prioritario lo stare seduto alla scrivania e scrivere di esperienze. Ogni momento è buono per vivere esperienze. Come in passato ho deciso di privilegiare l’esperienza alla documentazione dell’esperienza, anche se il tempo, a volerlo, si trova per tutto, pur con un compromesso.
Ho viaggiato e non ne ho scritto né qui, né nel mio journal, se non in maniera molto frammentaria. Il mio telefono è pieno di immagini e di storie che ho condiviso soltanto in privato con amici vari, a seconda dei loro interessi, della loro sensibilità e dello stato del mio rapporto con loro. Quanto detto per i viaggi potrebbe valere anche per altre esperienze quotidiane: film, libri, opere d’arte, panorami, cibi, persone. Un periodo molto intenso in cui ogni giorno potrei riempire pagine di diario o raccontare per un’ora ciò che mi è successo e trarne qualche insegnamento o considerazione non banale e non comune. Lo faccio spontaneamente e in forma ridotta con chi mi circonda e mi accompagna in questo percorso di vita. Ogni giorno è letteralmente una scoperta.
Posso veramente dire che, da metà febbraio in poi, la vita è tornata a essere una scoperta continua. Più diretta, attraverso i sensi, che mediata da libri o schermi. Un ottovolante rallentato in cui ho il tempo di riflettere e a volte anche di annoiarmi. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non fossi in questo periodo sabbatico.
Il testo generato da Brave AI sul life sabbatical comprende anche un elemento che ho sperimentato sulla mia pelle, senza immaginarlo prima:
Social Isolation: A life sabbatical can be isolating, especially if individuals are not surrounded by a supportive network.
Life sabbatical
Se oggi ho quasi totalmente rinnovato le persone che costituiscono il mio network relazionale, rispetto al periodo in cui mi occupavo ancora di social media marketing (fine 2018) e di content marketing (metà 2023), il motivo è proprio questo: il mio network precedente non è stato in grado di supportarmi in questa scelta o, se a parole lo ha sostenuto, in pochi lo hanno veramente compreso. Quindi sì, ci sono stati periodi in cui mi sono sentito un po’ isolato. Conseguenza tipica di chi prende scelte più o meno radicali in contrasto con il comune vivere e sentire, generando ammirazione in alcuni e reazioni di difesa (se l’ha fatto lui potrei/dovrei farlo anch’io, ma non voglio veramente/non posso/non me la sento/non sono pronto, quindi contrasto quella scelta perché mi rassicura) in altri. Psicologia umana, studiata e documentata. Niente di trascendente.
Per mia fortuna ho trovato l’energia e la forza di perseguire altre strade, non smettendo di cercare persone più affini al mio modo di vedere il mondo e di viverlo. L’articolo del Guardian è, direttamente e indirettamente, una conferma che non sono solo in questa scelta. Mi ha fatto sentire bene leggerlo.
Cosa è successo dall’ultimo aggiornamento?
Ho conosciuto nuovi amici che sto frequentando, oltre a dedicare tempo agli amici con cui ho più affinità, quasi tutti più o meno lontani, ma molto vicini nella presenza quotidiana e non solo in spirito. Ho ammirato opere d’arte alla Biennale d’arte contemporanea di Venezia 2024, opere controverse, opere esplicite, dipinti, installazioni, video; alcune eccitanti, altre commoventi, altre stupefacenti. Una occasione di riflessione, di scoperta, di contaminazione, di apprendimento, di approfondimento, di ricerca. Ho visto paesaggi mai visti prima, urbani e naturali, vulcani e ghiacciai. Ho camminato in città inesplorate, in giardini magmatici, su spiagge nere, in mezzo alla gente e da solo. Ho sperimentato con palato, con le mani, con i piedi e con altre parti del corpo. Sono stato esposto al freddo e al caldo, alla pioggia e al sole. Ho ascoltato e ho parlato con persone di nazionalità, lingue, culture diverse. Ho visto (e in qualche caso dormito) nelle loro case, ho visto i loro supermercati, i loro musei, le loro librerie. Non ho smesso di leggere libri, fiction e non fiction, vedere film, al cinema e a casa, camminare, dormire, cucinare, prendermi cura della mia salute, fisica e mentale. Ho ascoltato il mio corpo, riposando quando necessario.
Il sabbatico continua e, se non dovessi sentirmi per un po’, puoi immaginarmi camminare su spiagge deserte, immergermi in acque fredde, leggere un libro all’ombra di un albero o scambiare due chiacchiere con qualcuno, appena conosciuto di persona.
L’esperienza continua.
*Il fatto che abbia uno stile di vita minimalista e una casa di proprietà, senza mutui pendenti o altri debiti, né familiari a carico, rende il tutto più semplice e indefinito nella durata.
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