Lascio qualche appunto su libri iniziati e poi abbandonati, nelle ultime settimane di viaggio, nonostante o proprio per le aspettative con cui li ho cominciati. Vale il principio base che un libro che non ingrana e letto di controvoglia è un libro che toglie spazio e tempo ad altri più coinvolgenti e interessanti. Leggere non è un dovere, ma un piacere.
Ribelle di Dana Spiotta
La Nave di Teseo è un editore che tengo d’occhio e di cui mi fido, almeno per la narrativa straniera non di genere (= narrativa letteraria, che esclude detective, commissari e compagnia criminale). Mi piace sperimentare la lettura di autori che non conosco ma che hanno una buona critica internazionale.
Ribelle racconta di una donna che decide di lasciare marito e figlia per vivere da solo in modo alternativo e radicale. Vuole essere la critica, vista dagli occhi della protagonista, di un’America sempre più divisa e più individualista e della risposta della parte che si oppone a questa deriva. Il tono è quello della satira. Coinvolgente l’inizio e la costruzione dello scenario, poi però a un terzo mi sono fermato e non ho notato alcun motivo per andare avanti.
Come succede anche per altri titoli americani, mi chiedo spesso perché leggerli, considerando che parlano di una società in cui non mi riconosco, con problemi che non sono miei o nostri, in quanti italiani/europei. Sì, alcune dinamiche populiste, sociali ed economiche sono comuni, ma le divergenze sono tali da respingermi. Pur con tutte le buone intenzioni.
Abbandonato al 35%.
Wellness di Nathan Hill
Attendevo da tempo la traduzione e poi è spuntata tra le nuove uscite. Promosso anche questo come una critica alla società attuale, Wellness mi ha stancato subito. Due personaggi in una Chicago in cui non c’è niente che mi colpisce o mi coinvolge. Parte bene con i due protagonisti che si spiano dalle finestre che danno sui rispettivi appartamenti, uno davanti all’altro, dalla parte opposta della strada. Quando prova a sviluppare il personaggio maschile, mi sono annoiato.
Abbandonato al 3%
Eurotrash di Christian Kracht
Sempre La Nave di Teseo. In questo caso la storia è ambientata in Svizzera e critica una famiglia di ricconi, madre e figlio. Madre drogata di psicofarmaci e figlio che cerca di prendere il controllo del patrimonio familiare. Molto sopra le righe, forse troppo. Forse mi sono stancato delle storie dei ricconi, anche se presi in giro? Probabile.
Abbandonato al 30%
Legami di Eskhol Nevo
Nevo mi piace. Ho letto due sue romanzi. Meglio che legga gli altri suoi che mi mancano, che la sua racconta di racconti appena pubblicata da Feltrinelli. Ho letto il primo – padre malato e figlio che vanno a un concerto di una rock star – e non mi ha detto assolutamente niente. Meglio passare ad altro.
Abbandonato al 9%
I primaverili di Luca Ricci
Ho amato Gli autunnali. Gli estivi mi hanno divertito, anche se meno del primo. Gli invernali li ho lasciati e così ho fatto con I primaverili. Le buone intenzioni c’erano tutte, ma mi annoia l’idea di un libro in cui il protagonista vivacchia e racconta la sua quotidianità, tra incontri e considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Mi sembra quasi un tirare a campare o, meglio, un libro che non ha una trama e che non va da nessuna parte. Operazione consapevole e scelta legittima, ma che non mi spinge a leggere, anzi.
Abbandonato al 20%
Formichità di Charlie Kaufman
Attratto dal nome dell’autore, famoso per sceneggiatura e regia di film che ho amato, sapevo che sarebbe stato un libro sperimentale e ostico. Sembra più un gioco di scrittura che un libro con un capo e una coda. Non fa per me.
Abbandonato al 5%
La buona guerra di Phil Klay
Evoca la storia di una famiglia che mi ha respinto dalle primissime pagine. Non ricordo neanche il momento storico o l’area geografica e non mi interessa neanche andarla a recuperare. Libro sbagliato al momento sbagliato. Succede.
Abbandonato dopo poche pagine.
Puri uomini di Mohamed Mbougar Sarr
Altro libro sbagliato al momento sbagliato. Voglia zero di confrontarmi con una cultura molto diversa. Libro da riprendere in futuro, forse.
Abbandonato dopo poche pagine
La seconda casa di Rachel Cusk
Avevo amato la trilogia di autofiction della stessa autrice. Questo libro invece mi ha annoiato da subito. Scenario per niente coinvolgente. Devo attendere la traduzione di Parade, il nuovo libro, che sembra riprendere lo stile dell’autofiction. Vedremo.
Questo libro è la dimostrazione che se ti piace un libro di un autore, non è detto che ti piacciano tutte le sue opere, anzi.
Abbandonato al 10%
Il complotto di A.M. Homes
Copertina attraente, ma il tema del libro – la politica americana e le elezioni – è qualcosa che ho capito non mi interessa affatto, sfogliando poche pagine del libro.
Da inserire nel gruppo dei libri potenzialmente scritti bene, ma con un soggetto su cui non ho assolutamente voglia di investire tempo.
Abbandonato dopo poche pagine
Non mentirmi di Philippe Besson
Reduce dalla lettura dell’ultimo libro di Besson tradotto da Guanda – La notte mento – ho provato ad approcciare altro scritto dallo stesso autore. Non mentirmi è un altro libro sbagliato al momento sbagliato. Il genere coming of age (romanzo di formazione?) mi ha fortemente stancato e non riesco a leggere nulla. Fase della vita che non mi ispira e non mi coinvolge. Passerà o forse no.
Abbandonato al 20%
Aut-Aut di Elif Batuman
Autrice apprezzata dalla critica con cui non riesco a entrare in sintonia. Forse è l’ambientazione universitaria americana a respingermi. Mi sembra una Salley Rooney americana, simile ma più lontana culturalmente. A un certo punto mi sono fermato e non ho trovato ragione per continuare. Se non sviluppi empatia verso i personaggi e non ti interessa sapere come evolvono le loro storie, perché continuare a leggere?
Abbandonato al 45%
Insegnare a nuotare a una foca di Leonardo Piccione
Mi ha incuriosito, considerando il viaggio in Islanda di poco più di un mese fa, ma alla prova dei fatti: perché interessarmi alla lingua islandese e alle sue problematiche? Che me ne viene, anche lontanamente? Nulla.
Abbandonato al primo capitolo
Il libro che vorresti leggessero le persone che ami di Philippa Perry
Titolo ammiccante per una raccolta di lettere e risposte della nota psicologa inglese. Peccato che io valuti come mera operazione di riciclaggio la ripubblicazione di contenuti brevi scritti per giornali e riviste. Non c’è un filo conduttore.
Rimosso dalla coda anche Il libro che vorresti che i tuoi genitori avessero letto, pensato per genitori.
Abbandonato dopo un paio di lettere.
Il selvaggio e Il bufalo della notte di Guillermo Arriaga
Ho amato Salvare il fuoco dello stesso autore e mi sono approcciato ai due libri con grandi aspettative. Ho letto Il bufalo della notte per un quarto e poi fermarmi. Il selvaggio mi ha respinto, anzi, annoiato prima del 10%. Niente come Salvare il fuoco.
Abbandonati rispettivamente al 3% e al 25%.
Sotto la pioggia gentile di Olaf Olafsson
Attratto da una storia di un autore islandese, ho iniziato questo breve libro con interesse. Un ristoratore che decide di chiudere il proprio locale nel periodo della pandemia e prendere un volo per andare in Giappone a trovare una donna con cui ha avuto una storia 50 anni prima. Peccato che sembra brodo allungato, altro che storia misteriosa. Einaudi ha avuto il buon gusto di non venderla così, a differenza dell’editore americano. Altro libro con cui non ho sviluppato empatia e quindi messo via.
Abbandonato al 40%.
Una ventina di libri cominciati e abbandonati. Apparentemente ho perso tempo. Invece no. Ho sperimentato autori nuovi e ho approfondito autori noti per espandere i miei orizzonti. Non è andata bene, ma se non avessi provato, non lo avrei potuto sapere.
In questo periodo di tempo, a forza di provare, ho trovato anche qualche libro più che apprezzabile, oggetto di un futuro post.
Lascia un commento