Varie ed eventuali #7

Il tempo passa. La vita continua. Le esperienze si accumulano. Nonostante la vita sociale (e la sua gestione) richiedano energie e attenzioni, gli stimoli intellettuali restano elevati. Non leggo tanto quanto vorrei, non accendo quasi più la tv per nulla, ma qualche libro l’ho finito, altri li ho messi da parte e sono andato al cinema molto, molto spesso. Cominciamo dai film?

#film

Joker 2 (USA)

Visto due volte, in due serate consecutive. E dire che al termine della prima visione mi ero riproposto di non tornare, eppure sono tornato. Per capire meglio, per godermi di dettagli che mi ero perso, come quello che succede sullo sfondo della scena finale.

Un film che dimostra come il giudizio del pubblico vale zero, quando l’autore del film decide di proposito di prendere una strada diversa da quella che il pubblico (dei fan) si aspetta. Altra dimostrazione è di come la critica professionista oggi lasci il tempo che trova. Chi critica spesso proietta le proprie aspettative sull’opera e sul giudizio finale, quando una regola base della critica artistica dovrebbe essere: una cosa è se ti piace o non ti piace, un’altra è se sul piano tecnico l’opera ha una qualità intrinseca o meno.

Joker 2 ha qualità intrinseche e chi non le ha viste non si può lamentare con l’autore, ma con sé stesso.

La bambina segreta (Iran)

Film visto all’interno di un ciclo di film d’autore. Introdotto dal commento in videocollegamento del regista.

Fa bene ogni tanto vedere ciò che succede in giro per il mondo, fuori da Europa e USA, attraverso il cinema. Altro film che si inserisce nel filone ormai ricco di opere sul tema della condizione femminile. In questo caso la variante è l’essere ragazza madre in Iran, dove di fatto non si possono avere figli fuori dal matrimonio e neanche abortire legalmente.

Tema meritevole. Mi fa sempre un po’ specie quando un tema simile è sviluppato da un uomo, ma si sa, i registi donna sono pochissimi e in Iran probabilmente tendono a zero. Film girato con permessi, ma poi modificato quasi in clandestinità, tanto che il film non è stato distribuito in Iran.

Riflessione a margine. Il regista ha studiato a Roma e parla in italiano. Un film simile contribuisce a farci pensare che l’Iran sia una teocrazia di pochi che sopprime un popolo che vorrebbe diventare occidentale. La realtà è più sfaccettata. vedi il libro Sotto la pelle del mondo, discusso a seguire.

Iddu (Italia)

I due registi siciliani di Sicilian Ghost Story hanno un proprio stile, indubitabilmente. Quanto al film, non mi è piaciuto. Forse manca da parte mia un forte interessamento sul soggetto, che non mi è venuto guardandolo. Non amo lo stile di recitazione teatrale di Servillo, pur amandolo come attore. Genera un effetto di distacco dalla verosimiglianza del film che non riesco a non notare per tutta la visione. La sceneggiatura mi è sembrata un po’ carente.

Il robot selvaggio (USA)

Grande animazione. Storia un po’ buonista. Tratto da una graphic novel. Da vedere, commuoversi e godersi un’ora e mezza di buon intrattenimento.

Parthenope (Italia/Francia)

Visto un mese fa in anteprima a Milano, non mi aveva entusiasmato. Bello da vedere ma un po’ criptico nella seconda parte. Attendevo di rivederlo e l’ho rivisto poi due volte. Alla seconda e alla terza visione mi è piaciuto ancor di più. La giovinezza è durata poco? Un tema trattato bene, tutto sommato. Non amo Sandrelli in questo momento della sua carriera, ma è un problema mio. Per il resto, grande fotografia, a tratti iconica. Capri sullo sfondo. Musiche perfette. Alla terza visione quasi canticchiavo ogni brano. Lo rivedrei ancora e ancora.

Frakenstein Junior (USA)

Occasione di vederlo per la prima volta, in sala, per i 50 anni dall’uscita. Non sono un amante della commedia demenziale e l’ho sempre rifiutata. Vederlo in una sala con almeno 40-50 persone è stata una bella esperienza. Alcuni anticipavano le battute ad alta voce. Certamente comprendo ora il fatto che sia diventato un film cult, che regge abbastanza alla prova del tempo. Non è il mio genere, ma non ne discuto la qualità.

L’ultimo drink (Germania)

Film perfetto per essere visto in abbinamento al danese Another round. Il tema è l’alcolismo, in Germania (ma potrebbe essere ovunque), e il nostro rapporto sociale con l’alcol. Il protagonista è un alcolista funzionale, finché il meccanismo di inceppa e la prospettiva cambia. Il film mostra molto efficacemente come sia difficile rinunciare all’alcol in un mondo in cui l’alcol è considerato il lubrificante sociale per eccellenza. Chi ne fa a meno è visto come un paria.

Da mostrare ai tuoi amici che non escono senza bere almeno un bicchiere o, meglio, due o più. Tanto sono in grado di reggerlo e gestirlo, vero?

All We Imagine as Light (Francia/India)

Premiato a Cannes per un motivo e più di uno. Torniamo anche in questo caso al tema della donna nella società, nella variante indiana a Mumbai. Ottima prova di recitazione e film da vedere.

Pur comprendendo l’attualità di un tema – il patriarcato e i suoi effetti, su scala globale – mi chiedo se non sia un momento di eccesso di rappresentazione del tema, se un eccesso ci può essere. Certo, ogni film analizza il tema da un angolo diverso e non tutti sono pensati per lo stesso pubblico. eppure i festival ne sono pieni e, guarda caso, le giurie tendono a premiare oggi questi film, certamente per aumentarne la visibilità. Spero serva a qualcosa.

The Apprentice (USA)

Trump oggi vincerà le elezioni americane o ci andrà molto vicino. Questo film ne racconta l’ascesa con grande divertimento. Utile a capire perché Trump neghi sempre l’evidenza e dichiari sempre di essere il vincitore, anche quando non lo è. Una tattica che ha fatto sua dall’inizio, imparando dal suo mentore.

Grande intrattenimento, nonostante il soggetto sia uno dei più antipatici sulla scena pubblica oggi.

Vermiglio (Italia)

Altro film sulla condizione femminile. In questo caso la variante è in Italia, in un paese di montagna, a metà del secolo scorso. Cambiano gli scenari, cambia l’epoca, ma la condizione è sempre la stessa. Subordinazione. Figli come se il sesso non fosse altro che riproduzione. Giogo della religione. Istruzione parzialmente negata. Non è divertente, ma è ben fatto, ben fotografato e ben diretto. Non finirà a mio avviso nella short list (a 15) dei candidati a Miglior film internazionale per gli Oscar, ma se è stato scelto dall’Italia un valido motivo c’è.

Megalopolis (USA)

Coppola è da vedere, soprattutto per questo progetto che perseguiva da decenni. Ad alcuni amici l’ho consigliato, mettendoli in guardia: è un film molto complesso, lungo, a tratti noioso, ma con un pensiero dietro. Pensiero che non sempre è chiaro e intellegibile. La critica americana (newyorkese) lo ha amato, a mio avviso, perché parla della New York e dell’America di oggi. Visto da questo lato dell’Oceano Atlantico è meno interessante.

Da vedere, prima o dopo, il bel documentario che ne racconta lo sviluppo e offre una chiave di interpretazione dell’opera.

Invelle (Italia)

Grande animazione italiana, marchigiana. Il regista è di Pergola (PU). Visto a settembre e rivisto a ottobre con in sala il regista. Alla seconda visione ho anche fatto una domanda. Affascinante il lavoro di produzione e di animazione dietro un lavoro simile.

Invelle, in dialetto anche senigalliese, significa da nessuna parte.

Full Metal Jacket (USA)

Occasione di rivedere un capolavoro al cinema. Fa benissimo alternare la visione del vecchio, classico, e del nuovo. Curiosità: pur vedendo una versione doppiata, la canzoncina finale di Topolino è in versione originale. Sembra che gli eredi di Kubrick abbiano ribaltato la decisione del regista, modificando la versione restaurata distribuita in sala. Curioso. In rete si trova qualcosa a tal proposito.

Nationa Gallery 200 (Regno Unito)

Documentario per celebrare i 200 anni della Natinal Gallery. La parte storica in realtà è in secondo piano. L’operazione, meglio comprensibile dal titolo originale (My National Gallery), è di prendere il personale della galleria e qualche volto inglese noto e chiedergli qual è la sua opera preferita, tra quelle esposte al museo.

Piacevole intrattenimento con cui scoprire e riscoprire opere d’arte. Dopo il passaggio al cinema come evento, probabile passaggio televisivo su Sky.

Il caso Mattei (Italia)

Unico film visto a casa, insieme al seguente. Palma d’oro a Cannes nel 1972, come il seguente. Protagonista Gian Maria Volontè, come il seguente. Una santificazione del personaggio Mattei, più controverso forse di come appare nel film. Da vedere.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Italia)

Un classico del cinema italiano. Colonna sonora di Ennio Morricone che meritebbere un post a parte per come è stata composta. Un film sul potere che all’epoca deve essere stato esplosivo. Oggi richiede qualche passaggio ulteriore per essere compreso fino in fondo, ma senza neanche troppo sforzo. Sceneggiatura e recitazione a livelli altissimi. Grandissimo lavoro di regia. Imperdibile.


Scrivere richiede tempo, anche per sintesi brevi. Il tempo per questo post è terminato. Continuerò a parlare di libri e altro in un nuovo appuntamento con Varie ed eventuali.

Buona visione!

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