Fine anno, tempo di bilancio. Arrivo al 19 Dicembre, quest’anno, senza essermi neanche un po’ impegnato in un bilancio dell’anno, neanche nella forma più semplice di cui ho scritto in passato. Se c’è una cosa che ho perso da marzo in poi è l’attenzione all’autoconsapevolezza, almeno nella forma scritta a tavolino.
Sono ancora qui, in un buono stato di forma psicofisica, con ottime relazioni sociali, un buon rapporto con la famiglia, un alto livello di soddisfazione per la mia vita intellettuale (anche se su livelli più bassi rispetto al 2023), stato delle finanze personale stabile, sfera lavorativa in stand-by (come da programma, del resto), soddisfazione per l’etica personale nella vita di tutti i giorni (che applica, a modo mio, l’essere spirituale), esplorazione e sperimentazione invidiabili, con nuovi paesi visitati e tante prime volte, nonostante ormai sia entrato nel mio 50esimo anno di età.
Da metà febbraio ho smesso di scrivere sul mio journal e da inizio marzo ho ridotto di molto i post su questo blog. In quasi 10 mesi ho scritto meno di 30 post. Meno di quanti ne ho scritti nei primi due mesi dell’anno. Ho allentato la riflessione, l’autoriflessione e la condivisione in forma scritta, pubblica e privata, favorendo la comunicazione uno-a-uno, con vecchi e nuovi amici. Non è un caso se il cambio c’è stato da metà febbraio, considerando che in quel periodo ho cominciato a viaggiare.
Quest’anno sono stato (e ho dormito) a: Lipsia, Milano, Santiago del Cile, Buenos Aires, Montevideo, Reykjavik, Manchester, Padova, Venezia, Atene, Koufonisia, Donousa, Amorgos, Paros, Roma, Napoli, Bologna, Trentino, mete varie in Marche/Umbria, Praga e tra poco di nuovo Lipsia. Cile, Argentina, Uruguay, Islanda, Regno Unito, Germania, Grecia e Rep. Ceca. Ho raggiunto un totale di 67 paesi visitati, di cui 4 nuovi. Niente male.
Non ho contato i libri letti e forse questo è l’ambito che ha sofferto di più dei miei viaggi e soprattutto della mia rinnovata vita sociale. Oggi passo gran parte del mio tempo con persone che non conoscevo fino a poco più di un anno fa, se non poco più di sei mesi fa. Il 2024 è stato senza dubbio l’anno in cui ho avuto fortuna nel trovare persone affini, che hanno riempito velocemente lo spazio lasciato libero dall’allontanamento dei miei amici storici. Dedicare loro tempo ha ridotto il tempo passato da solo, va da sé. La vita è un equilibrio dinamico: aggiungi da una parte e togli da un’altra. Di gran lunga preferisco condividere esperienze faccia a faccia, oltre continuare online la conversazione privata con le stesse persone, che raccontare qui esperienze solitarie e condividerle con un pubblico anonimo e virtuale. Scrivere porta con sé dei vantaggi, che quindi ho ridotto, ma nel complesso mi sento sicuramente più me stesso, più compreso, più realizzato, con relazioni che posso vedere, toccare, vivere senza la mediazione di uno schermo, se non per organizzare logistica o condividere contenuti digitali.
Ho fatto ciò che mi piace di più. Vivere all’aria aperta, soprattutto in spiaggia d’estate. Camminare. Andare al cinema, da solo e in compagnia, anche a vedere e rivedere lo stesso film. Mangiare fuori del cibo buono e sano. Organizzare cene a casa mia. Viaggiare, da solo e in compagnia. Visitare mostre e musei. Conoscere nuove persone, soprattutto viaggiando. Ascoltare musica e scoprire nuovi brani e nuovi artisti. Andare alla scoperta. Fotografare e documentare esperienze meritevoli, straordinarie o quotidiane. Condividere sapere ed esperienze. Ascoltare, supportare, incoraggiare, consigliare chi mi sta vicino e a cui tengo. Passare del tempo insieme, con amici vicini e lontani. Visitare terme e SPA. Riflettere, pensare, ragionare. Leggere e scrivere. Vedere, a casa, film che non sono passati al cinema in Italia, in lingua originale. Cucinare e mangiare cibo a base integrale e vegetale. Sapere come divertirmi e divertire.
Ho sacrificato la mia vita online, anche se è un processo consapevole cominciato ben prima del 2024, a vantaggio dell’esperienza in prima persona. Ho ridotto le attenzioni rivolte ai miei amici internazionali, a favore di quelli locali, ma non li ho abbandonati. Almeno non l’ho fatto con chi ho potuto vedere e rivedere di persona. Ho ospitato e sono stato ospitato da amici che vivono all’estero, a dimostrazione che la distanza geografica, almeno in Europa, è un concetto che limita le relazioni solo in parte.
Sono soddisfatto di come è andato quest’anno e spero che si concluda al meglio. Sono grato di ciò che ho potuto vivere e accetto ciò che non è andato come avrei voluto e auspicato.
La sfida continua. La vita continua.
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