[…] everyday experience, along with centuries of philosophical reflection, attests to the fact that a fulfilling and accomplished life isn’t a matter of exerting ever more control. It’s not about making things more predictable and secure, until you can finally relax. A football match is exciting because you don’t know who’ll win; a field of intellectual study is absorbing because you don’t yet have a handle on it all. The greatest achievements often involve remaining open to serendipity, seizing unplanned opportunities, or riding unexpected bursts of motivation. To be delighted by another person, or moved by a landscape or a work of art, requires not being in full control. At the same time, a good life clearly isn’t about giving up all hope of influencing reality. It’s about taking bold action, creating things, and making an impact – just without the background agenda of achieving full control. Resonance depends on reciprocity: you do things – you have to launch the business, organize the campaign, set off on the wilderness trek, send the email about the social event – and then see how the world responds.
Meditations for Mortals
Se c’è una cosa importante che ho capito è che devo imparare, ancora di più, a perdere il controllo. Quest’anno credo di aver dato un enorme contributo in questo senso. Ho smesso di pianificare la giornata e ho smesso di cercare di riempire ogni momento della giornata: ho persino smesso di guardare l’agenda per gran parte dell’anno! Ho fatto viaggi in cui ho evitato di riempire ogni secondo. Ho aggiunto mostre scoperte all’ultimo minuto e mangiato in ristoranti neanche cercati prima. Belle esperienze.
Ho deciso, per un anno intero, di fregarmene di produttività, lavoro e argomenti correlati. La posta in arrivo non è mai stata vuota. Alcune newsletter si sono sccumulate. Ho continuato a vivere, divertirmi, uscire, conoscere gente, dormire beatamente. Non è successo niente di grave. Ho resistito al pianificare troppo weekend, viaggi e non ho voluto vincolare l’agenda oltre il necessario. Ho fatto bene, perché ne sono nate opportunità di rivedere amici e di improvvisare altre esperienze positive. Ci vuole un equilibrio in tutto e anche in questo: qualche piano e qualche spazio vuoto.
Ho cominciato l’anno con ordine, riordino, garage ripulito, casa spolverata, libri a posto e l’ho finito con il ripostiglio in disordine, un po’ di polvere senza patemi d’animo, finestre che attendono di essere pulite. Va bene lo stesso. La vita continua. Non c’è fretta.
Non ho contato i libri letti e non ho neanche lavorato sugli appunti. Mi sono preso una pausa dal journaling e il mondo continua a girare. Ho smesso di tracciare i giorni passati con gli amici e con quali, ma non per questo non ho ben chiaro in testa chi merita attenzione e chi no. Ho ricominciato a misurare i passi e i minuti d’attività, ma non sono uscito a camminare con la pioggia e il vento: avrei dovuto? Misura peso, massa magra e grassa, i valori sono saliti durante l’estate, ma non sono intervenuto in maniera drastica. Con meno pasti fuori e un po’ di attenzione sono tornato su valori preferibili, senza punizioni e senza scadenze impellenti. Un po’ di autoregolazione e di attenzione. Niente altro.
Ho atteso mesi che una situazione evolvesse e non ho esercitato pressioni. Non ho smesso di dormire o di comportarmi come sempre. Ho avuto pazienza. Ho avviato relazioni con nuovi amici senza aspettative. In alcuni casi ho esercitato io qualche pressione positiva che ha dato i suoi frutti, ma non mi sono posto aspettative, né tempistiche. Non ho mai pensato di controllare nessuno e neanche mai ci ho provato.
Cerco di prendere la vita un giorno per volta. Cerco di cogliere le opportunità quando si presentano. Una domenica sono tornato a casa alle 21 perché mi divertivo in spiaggia e non avevo fretta di cenare. Un giorno di dicembre avevo sonno e sono andato a letto a leggere alle 20,30, senza attendere il nulla osta da nessuno. Posso andare a letto alle 1 per essere andato al cinema con amici a vedere un film che meritava, discussione finale inclusa, come posso andare a dormire alle 21,30 perché ho bisogno di riposare. La regola è sentirmi bene e fare ciò che mi fa sentire bene. Non è necessario cercare, invano, di piegare la realtà per inseguire bisogni indotti, desideri altrui e standard imposti da media e social media. L’ultima parola ce l’ha il feedback che comunica il mio corpo e il mio stato mentale.
Ci sono sfere in cui ho ancora da imparare e ridurre il desiderio di controllo è un obiettivo a cui tendere. Avrò modo di lavorarci durante i prossimi mesi. Non perché devo, ma perché voglio.
Lascia un commento