Temporalità queer, single per scelta, contro l’amore

La mia antibiblioteca è molto ricca. Comprende 6288 titoli in inglese, più 15794 titoli in italiano, oltre a guide di viaggio, libri di cucina e libri d’arte per un altro totale di 673 (=22755). Non mi basteranno il resto dei miei giorni per leggerli tutti, ma grazie a NotebookLM posso prenderne uno e farmelo sintetizzare, oltre a fare domande sul contenuto del libro per approfondire un argomento specifico. Così ho fatto ieri e da un libro ne ho analizzati tre, ripercorrendo a ritrosi le citazioni di uno con l’altro.

Temporalità queer

Mai prima mi ero imbattuto in questo concetto, alla base del libro Queer Times, Queer Becomings, entrato nella mia collezione grazie a una infornata di titoli su tema queer. Pubblicato nel 2011 è una raccolta di saggi curata da E.L. McCallum e Mikko Tuhkanen. Il libro include contributi di vari studiosi, tra cui Claire Colebrook, Jane Gallop, Tim Dean e Dana Luciano, che trattano temi legati alla temporalità queer. La traduzione letterale di queer, dall’inglese, è storto, ma in questo contesto vuole identificare le persone LGBTQIA+.

Ho interrogato NotebookLM per capire il significato di questa espressione.

La temporalità queer è un concetto centrale nella teoria queer che si discosta dalle nozioni convenzionali e lineari del tempo, come il tempo cronologico o il tempo dello sviluppo. Si caratterizza per una relazione “storta” o “non puntuale” con le fasi temporali sociali condivise, siano esse individuali (di sviluppo) o collettive (storiche). Questa non-linearità temporale è vista come una fonte di “speranza” e di possibilità di cambiamento e di “divenire”, piuttosto che come un fallimento.

Ecco alcuni aspetti chiave della temporalità queer:

  • Untimeliness (Intempestività): La temporalità queer si manifesta spesso come una mancanza di sincronizzazione o un’intempestività rispetto alle norme sociali. Le persone queer possono sentirsi “fuori tempo”, non aderendo ai ritmi e alle aspettative temporali della società eteronormativa e cisnormativa. Questa non-sincronizzazione può portare a esperienze di vita “contro-puntuali, sincopate o erratiche”.
    • Questo concetto si lega a quello di “queer time”, inteso colloquialmente come “quindici minuti dopo l’orario stabilito”, ma che in realtà indica una discrepanza più ampia tra le modalità di esperienza queer e l’esistenza razionale, basata sull’orologio, della società tradizionale.
  • Rottura delle Abitudini e Divenire: Un elemento fondamentale della temporalità queer è il concetto di “divenire” (becoming), che implica una rottura costante delle abitudini e un rifiuto di identità fisse o statiche. La queerness non è vista come un’identità predefinita, ma come un processo di cambiamento continuo, un “divenire non-divenuto”, come sottolineato da Butler. Questo divenire è caratterizzato da “momenti di resistenza testuale o di inintelligibilità”.
    • La teoria queer si concentra sul “divenire” piuttosto che sull’”essere”, per contrastare l’idea di identità gay e lesbica come categorie fisse e per affermare la fluidità e la performatività della soggettività queer.
  • Kairos vs Chronos: La temporalità queer è spesso associata al concetto di kairos, il momento opportuno, anziché al chronos, il tempo lineare e sequenziale. Il kairos rappresenta un momento di possibilità e di rottura con la linearità del tempo cronologico. Il chronos, il tempo del padre, è associato al lignaggio, alla genealogia, mentre il kairos è il tempo dell’opportunità.
    • La preferenza per il kairos evidenzia la natura contingente e imprevedibile delle esperienze queer, che sfuggono alle griglie temporali predefinite.
  • Asincronia e Molteplicità Temporale: La temporalità queer riconosce l’esistenza di molteplici temporalità che coesistono e si sovrappongono, spesso in modo asincrono. Questo significa che le persone queer possono vivere simultaneamente esperienze temporali diverse, come l’esperienza del tempo dell’HIV/AIDS, che sovrappone il tempo della sentenza di morte con il tempo della malattia cronica.
    • Questa sovrapposizione di tempi diversi porta a esperienze di asincronia che possono causare ansia e incertezza, ma anche aprire nuove possibilità di resistenza e di comprensione della storia.
  • Retroazione e Nachträglichkeit: Concetti come la Nachträglichkeit, o “azione differita”, sottolineano come il presente possa influenzare la comprensione del passato e come il significato degli eventi sessuali sia costruito retroattivamente. Questa temporalità non lineare mette in discussione l’idea di un’esperienza sessuale originale o autentica, evidenziando la costruzione dinamica della soggettività queer.
    • Il concetto di Nachträglichkeit è particolarmente rilevante per l’esperienza dell’HIV/AIDS, dove eventi traumatici come la diagnosi e la perdita sono riletti e reinterpretati nel tempo, e dove i significati di questi eventi si costruiscono retroattivamente, mostrando la natura dinamica della temporalità e del trauma.
  • Rifiuto del Futuro Riproduttivo: La temporalità queer si oppone spesso al concetto di “futuro riproduttivo”, ovvero l’idea che il futuro debba essere orientato alla riproduzione e alla perpetuazione della norma eteronormativa. In questo senso, il rifiuto del futuro nel discorso queer non è necessariamente una rinuncia alla speranza o al desiderio, ma un rifiuto di una temporalità lineare e teleologica, che mira a sopprimere l’alterità e l’esperienza queer. Il futuro queer è spesso visto come qualcosa di aperto, non predeterminato, e in opposizione alla temporalità eteronormativa e riproduttiva.
  • Haunting (Spettri): La temporalità queer è spesso associata all’idea di “haunting” (essere perseguitati dagli spettri), ovvero la persistenza di elementi del passato nel presente, in una forma quasi spettrale. Questo concetto mette in luce come il passato non sia mai completamente chiuso o superato, ma continui a influenzare il presente e il futuro. La figura dello spettro può essere collegata sia al trauma del passato, che al desiderio di un futuro migliore, evidenziando la sovrapposizione di diverse temporalità.
    • La nozione di “haunting” offre un vocabolario alternativo per descrivere come alcune cose sopravvivono alla loro morte e come alcuni passati ritornano nel futuro, sfidando le nozioni lineari del tempo.

Alla mia richiesta su come vivere il tempo queer ho ottenuto un altro elenco con consigli pratici, con una conclusione che parla a tutte le persone queer:
In sintesi, vivere il tempo queer oggi significa abbandonare le norme temporali imposte dalla società e creare un proprio modo di vivere il tempo, basato sulla fluidità, la molteplicità, la riflessione, la comunità e l’accettazione di sé. La teoria queer offre una serie di strumenti per navigare questa esperienza, consentendo di trasformare ciò che può essere percepito come un problema in una risorsa per un’esistenza più autentica e appagante

Da questo titolo ho identificato un riferimento a un altro libro sull’essere single rispetto allo stare in coppia.


Essere single

Da single felice, che spesso si trova ad avere a che fare con persone che sono in coppia (non sempre felicemente) o che soffrono nel non esserlo, ho trovato curioso Single di Michael Cobb, libro che analizza in modo critica la pressione sociale dello stare in coppia.

il libro esplora criticamente la costruzione sociale e culturale della coppia, evidenziando come essa domini le nostre vite, influenzando le leggi, le pratiche sociali, le dinamiche familiari e perfino le aspirazioni individuali. Il libro esamina la condizione del single non come una mancanza o uno stato di transizione, bensì come un’esperienza autonoma, ricca di potenzialità e capace di offrire nuove prospettive sul significato di solitudine, intimità e immortalità.

Ho chiesto qualche spunto, per me e soprattutto per i miei amici single non per scelta, per vivere al meglio l’essere single. Questo è quanto NotebookLM ha estratto dal libro:

Il testo suggerisce che “godere al meglio dell’essere single” implica una rivalutazione della singolarità come uno stato di valore intrinseco, piuttosto che una condizione di mancanza o transitoria. Questo approccio richiede di mettere in discussione le norme culturali che privilegiano le relazioni di coppia e che spesso proiettano sulla singolarità sentimenti negativi come la solitudine.

Ecco alcuni modi in cui il testo suggerisce di “godere al meglio dell’essere single”:

  • Riconoscere il valore della propria autonomia: Il testo sottolinea come la singolarità offra uno spazio di autonomia e di libertà. Questo significa che si può definire la propria vita e le proprie relazioni secondo i propri termini, senza la pressione di conformarsi alle aspettative della cultura della coppia. L’enfasi è sull’essere “all one,” che etimologicamente significa “solo”.
  • Distinguere la solitudine dall’essere soli: La solitudine è spesso una condizione generata dalla cultura della coppia. Essere single non significa essere soli, ma può essere un’opportunità per esplorare la propria individualità e per coltivare relazioni significative al di fuori della coppia romantica. Si tratta di capire che l’individuo moderno non è solitario, ma semplicemente single.
  • Trovare ispirazione in figure di singolarità: Il testo presenta esempi di figure letterarie e storiche che hanno trovato valore nella loro singolarità. Personaggi come Bartleby e l’uomo invisibile, così come artisti come Morrissey, Georgia O’Keeffe e Agnes Martin, mostrano come la singolarità possa essere una fonte di creatività, di riflessione e di resistenza. Queste figure sottolineano che il valore della singolarità è intrinseco e non deve essere definito in relazione alla coppia.
  • Abbracciare l’”estetica della distanza”: Anziché cercare l’intimità a tutti i costi, il testo propone di esplorare “un’estetica della distanza”, che permette di osservare il mondo e se stessi da una prospettiva diversa. Questa distanza può portare a una maggiore chiarezza e a una più profonda comprensione di sé.
  • Creare uno spazio di rifugio: Il testo suggerisce che la singolarità può essere uno spazio di rifugio dalle pressioni della società e della cultura della coppia. Questo rifugio non deve essere fisico, ma può essere una condizione interiore che permette di proteggere la propria individualità e di non farsi sopraffare dalle aspettative altrui.
  • Cercare la propria “immortalità”: Invece di aspirare all’eternità, che è spesso legata al concetto di coppia, il testo propone di cercare la propria “immortalità” attraverso la realizzazione di grandi cose, che possono essere personali, artistiche, intellettuali o spirituali. Questo tipo di immortalità è accessibile a chiunque, indipendentemente dallo stato civile.
  • Rifiutare la narrazione della solitudine: Il testo contesta l’idea che essere single sia sinonimo di solitudine, sottolineando come la solitudine sia spesso un’emozione proiettata sui single dalla cultura della coppia. L’obiettivo è di liberarsi da questa narrazione e di trovare valore nella propria singolarità.

In conclusione, “godere al meglio dell’essere single” secondo il testo significa abbandonare l’idea che la singolarità sia una condizione di mancanza o di infelicità. Significa abbracciare l’autonomia, la libertà e le infinite possibilità che essa offre, e di trovare una prospettiva più generosa e ricca per vivere pienamente la propria individualità. In questo modo, la singolarità non è più vista come una condizione negativa da superare, ma come una scelta consapevole di un percorso di vita differente e altrettanto significativo.

In quest’ultimo ho trovato dei riferimenti all’amore in un altro libro e il cerchio si chiude.


Contro l’amore

Against Love, Contro l’amore, è il titolo di un altro libro di Laura Kipnis, scritto come polemica rispetto alla rappresentazione dell’amore nella società moderna.

“Against Love” di Laura Kipnis, un saggio polemico che analizza l’infedeltà coniugale come punto di partenza per esplorare le contraddizioni del concetto moderno di amore e le sue implicazioni sociali e politiche. Kipnis esamina le tensioni tra intimità e autonomia all’interno delle relazioni di coppia, mettendo in luce le pressioni sociali e le aspettative che plasmano le nostre esperienze amorose. Il saggio si serve di aneddoti, esempi letterari e riferimenti alla cultura popolare per dimostrare come le convenzioni sociali sull’amore influenzino il comportamento individuale e le dinamiche di potere nelle relazioni. Infine, collega le dinamiche personali dell’amore e dell’infedeltà con questioni politiche più ampie, in particolare il dibattito sulla moralità pubblica e privata e sul matrimonio.

Ho chiesto di estrarmi i riferimenti cinematografici:

Certamente, ecco un elenco di film che vengono citati o discussi nel libro “Against Love” di Laura Kipnis, insieme a qualche dettaglio su come vengono usati nel contesto del libro:

  • Film sull’adulterio e le relazioni di coppia:
    • The Bigamist (1953) di Ida Lupino: Questo film è citato come un esempio di “anti-love film” che inizia dove i film d’amore tradizionali finiscono, cioè dopo che la coppia si è formata. Esplora le conseguenze e le complessità di una relazione bigama, mettendo in luce le sofferenze delle mogli tradite.
    • Scenes from a Marriage (1973) di Ingmar Bergman: Questo film è un altro esempio di “anti-love film” che mostra in modo crudo e realistico il disfacimento di un matrimonio, con tutte le sue tensioni, i litigi e la disillusione.
    • Who’s Afraid of Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols: Tratto da un’opera teatrale di Edward Albee, il film è descritto come un “grisly domestic horror show” che mostra le dinamiche distruttive e le manipolazioni all’interno di un matrimonio.
    • Bitter Moon (1992) di Roman Polanski: Questo film viene menzionato per la sua rappresentazione “unblinking and perverse” dell’amore che si trasforma in odio, un’esplorazione del lato oscuro delle relazioni.
  • Film che esplorano la violenza e la disperazione nelle relazioni:
    • Sex, Lies, and Videotape (1989) di Steven Soderbergh: Viene citato per l’importanza di un oggetto apparentemente insignificante, un orecchino, che rivela un tradimento e innesca una svolta nella trama. Il film viene utilizzato per sottolineare come oggetti e tracce materiali possano diventare spie nelle relazioni.
    • Gaslight (1944): questo film viene citato come esempio del modo in cui i “film anti-amore” spesso terminano con un salvataggio all’ultimo momento di una parte tradita, offrendo una conclusione rassicurante attraverso la narrazione della “scelta sbagliata del partner”.
    • Altri esempi: Il testo menziona anche altri film che esplorano le dinamiche oscure delle relazioni, come Sorry, Wrong Number, Double Jeopardy, Deceived, Sleeping with the Enemy, e What Lies Beneath, per sottolineare la frequenza con cui il cinema ritrae l’amore come una forza distruttiva e pericolosa.
  • Film che mettono in discussione il lieto fine:
    • The Graduate (1967): Viene citato per la sua famosa scena finale, che non si conclude con un lieto fine tradizionale ma lascia il pubblico con una sensazione di incertezza e interrogativi sul futuro della coppia protagonista. Questo viene usato per indicare come alcuni film mettono in discussione l’idea che l’amore romantico conduca inevitabilmente alla felicità.
  • Film noir: Vengono citati esempi di film noir come Double Indemnity, The Postman Always Rings Twice, e Body Heat per dimostrare come il genere cinematografico offra rappresentazioni di mogli che uccidono i mariti, ma che lo spettatore difficilmente considera personaggi con cui identificarsi.
  • Altri film citati:
    • Coming Home (1978): Questo film viene usato per evidenziare come il tema delle relazioni di coppia, e in particolare il rapporto tra moglie e marito, possa essere letto in chiave politica e ideologica, specialmente nel contesto della guerra del Vietnam.
    • Pretty Woman e Irma La Douce vengono citati in relazione all’ingenuità e alla fiducia malriposta di un politico adultero verso un’amante che poi si rivela un’approfittatrice.
    • The Stepford Wives (1975) e The Stepford Husbands: questi film sono analizzati come esempi di storie in cui i coniugi cercano di plasmare i propri partner secondo i propri desideri, anche attraverso mezzi drastici come la sostituzione con replicanti robotici.

Ho chiesto come il libro si pone rispetto al tema delle relazioni non monogame e ho ottenuto altri spunti interessanti:

  • La monogamia come norma sociale: I testi sottolineano come la monogamia sia presentata come la norma sociale dominante nelle relazioni di coppia, con un’aspettativa di fedeltà sessuale esclusiva. Questa norma è così radicata che la sua trasgressione, come l’adulterio, è vista come un atto di ribellione o devianza.
  • Critica della monogamia: Il libro “Against Love” si propone come una polemica contro l’idea romantica della monogamia, evidenziandone le contraddizioni e i lati oscuri. L’autrice suggerisce che la monogamia, specialmente quella di lunga durata, può portare alla noia, alla repressione del desiderio e all’infelicità.
  • L’adulterio come critica implicita: L’adulterio viene presentato non solo come un tradimento, ma anche come un modo per mettere in discussione le convenzioni sociali legate alla monogamia. L’atto di tradire può essere visto come una sorta di “esperimento sociale” o un modo per esplorare desideri e possibilità al di fuori dei confini della coppia.
  • Il desiderio come forza sovversiva: I testi suggeriscono che il desiderio sessuale non è facilmente controllabile o incanalabile all’interno delle rigide regole della monogamia. La spinta a cercare “qualcos’altro” al di fuori della relazione può essere interpretata come una forma di resistenza contro le norme sociali e le aspettative di coppia.
  • L’aspetto politico della non-monogamia: La critica alla monogamia si estende anche alla dimensione politica e sociale. L’autrice suggerisce che la coppia monogama e la sua insistenza sulla fedeltà sono analoghe a sistemi di potere e controllo sociale. Mettere in discussione la monogamia può quindi essere vista come un atto politico che mette in discussione le basi della società.
  • Le contraddizioni dell’adulterio: Il libro esplora anche le contraddizioni dell’adulterio. Anche se l’adulterio può rappresentare un atto di ribellione, spesso gli adulteri finiscono per cercare una nuova forma di amore e relazione, riproducendo le stesse dinamiche della monogamia. L’adulterio è descritto come un atto spesso caotico, pieno di ambivalenze, menzogne e autoinganni.
  • La non-monogamia come tema culturale: Il testo evidenzia come la cultura popolare, dai film alla letteratura, rifletta e allo stesso tempo perpetui il dibattito sulla monogamia e le sue alternative. Si evidenzia una presenza frequente di storie che mostrano le tensioni e i lati oscuri delle relazioni di coppia, così come l’attrazione verso l’infedeltà.
  • I costi della non-monogamia: Il libro esplora i costi emotivi e sociali che chi trasgredisce la monogamia deve affrontare. L’adulterio è visto come un’esperienza complessa che può portare a senso di colpa, vergogna e disorientamento, sia per chi lo pratica sia per chi lo subisce.

Il tutto mi colpisce perché vedo rappresentate idee che ho sviluppato in modo autonomo con la mia esperienza personale (e sicuramente la cultura di cui mi sono nutrito), in contrasto con il pensiero dominante (romantico, disneyano).

Ho chiesto se il tema del libro avesse una declinazione queer e questa è la risposta, puntuale e precisa:

  • L’inclusione delle relazioni omosessuali nella critica alla monogamia: Il libro “Against Love” estende la sua critica alla monogamia anche alle relazioni omosessuali, sottolineando che le stesse problematiche e contraddizioni che si riscontrano nelle relazioni eterosessuali si possono presentare anche in quelle gay. L’autrice non considera le relazioni omosessuali come un’alternativa “ideale” alla monogamia tradizionale, ma come un altro esempio di come le norme sociali e le aspettative culturali possono plasmare le nostre esperienze amorose.
  • L’adesione alla monogamia come “assimilazione”: Il testo osserva che, nonostante la storia di contestazione delle norme eterosessuali, le persone gay e queer spesso cercano di aderire alle stesse strutture di coppia monogamiche che sono tradizionalmente associate al matrimonio. L’autrice sottolinea come questo desiderio di “entrare nel sistema” e ottenere il riconoscimento sociale possa essere visto come una forma di assimilazione alle norme eterosessuali dominanti.
  • La critica alla “normalizzazione”: Il libro mette in discussione l’idea che l’amore, in qualsiasi forma, debba essere normalizzato e regolamentato. L’autrice suggerisce che il desiderio di rendere le relazioni omosessuali “uguali” a quelle eterosessuali attraverso il matrimonio, finisce per riprodurre le stesse dinamiche di potere e controllo sociale che critica nelle relazioni etero.
  • Il matrimonio come “recinto” sociale: Il testo presenta il matrimonio, sia etero che omosessuale, come una forma di “recinto” sociale che limita la libertà individuale e perpetua le norme sociali esistenti. L’autrice mette in guardia contro l’idea che il matrimonio sia l’unica forma valida di relazione e invita a esplorare altre possibilità e forme di affettività al di fuori dei modelli tradizionali.
  • L’adulterio come trasgressione nelle relazioni gay: Il testo suggerisce che l’adulterio, inteso come trasgressione delle regole della fedeltà sessuale, si può presentare anche nelle relazioni omosessuali, sfidando l’idea che queste siano immuni alle problematiche e alle contraddizioni della monogamia. L’autrice afferma che l’adulterio non è necessariamente legato all’orientamento sessuale, ma è una possibile conseguenza di un sistema di coppia che impone la fedeltà sessuale esclusiva.
  • L’ironia della lotta per il matrimonio: Il libro fa notare come la battaglia per il matrimonio egualitario sia paradossale, dato che molti eterosessuali stanno abbandonando il matrimonio e la monogamia. L’autrice sottolinea che la lotta per il matrimonio omosessuale si concentra sull’ottenere il diritto di riprodurre un modello di relazione che viene criticato come intrinsecamente problematico.
  • Il desiderio come forza non regolamentabile: Il testo sottolinea che il desiderio è una forza complessa e imprevedibile, difficile da controllare o incanalare all’interno di qualsiasi forma di relazione, sia essa eterosessuale o omosessuale, monogama o non. Questa idea mina le pretese del matrimonio di fornire una soluzione stabile e duratura alla complessità del desiderio.
  • La possibilità di alternative: Il libro non propone una forma specifica di relazione non-monogama come alternativa, ma invita a riflettere sulla possibilità di forme di affettività e relazioni più libere e fluide che non siano vincolate alle norme sociali e alle aspettative culturali. L’autrice sostiene che l’amore e le relazioni possono essere costruite in modi diversi, senza essere necessariamente subordinate ai modelli tradizionali di monogamia e matrimonio.
  • Le dinamiche di potere: L’autrice afferma che le stesse dinamiche di potere e controllo che si presentano nelle relazioni eterosessuali, possono presentarsi anche in quelle omosessuali, soprattutto se queste ultime cercano di riprodurre modelli e norme eteronormative. L’autrice sottolinea che le relazioni non sono immuni da questioni di potere, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

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