Il Financial Times ha pubblicato un articolo in cui recensisce tre libri complementari: Aflame, Learning from silence di Pico Iyer, The Siren’s call di Chris Hayes e The extinction of experience di Christine Rosen. Il secondo è citato anche in un inserto culturale italiano questa settimana.

Tre libri molto attuali perché parlano della crisi attuale della mancanza di esperienze fisiche dirette, della nostra attenzione dirottata per scopi commerciali (da media e pubblicità) e l’esigenza del silenzio e del ritiro.
Temi trasversali
Quattro i temi trasversali:
Le fonti presentate offrono prospettive diverse ma interconnesse su temi come l’attenzione, l’esperienza umana, la tecnologia e il loro impatto sulla società e sull’individuo. Ecco come si parlano tra loro:
Attenzione e Distrazione:
Entrambe le fonti sottolineano il valore e la fragilità dell’attenzione nell’era moderna. La prima fonte, “Aflame. Learning from Silence , descrive il valore del silenzio e della contemplazione come mezzi per focalizzare l’attenzione e trovare un senso di pace interiore. La seconda fonte, “The Extinction of Experience”, esplora come la tecnologia e gli ambienti digitali frammentino l’attenzione, portando a una “estinzione dell’esperienza” e a una perdita di connessione con il mondo reale. “The Sirens’ Call” analizza come le piattaforme digitali e le tecnologie competono per catturare l’attenzione, e come questo influenzi la nostra capacità di concentrazione e di vivere esperienze autentiche.
Tecnologia e Impatto sull’Umanità:
“The Extinction of Experience” mette in guardia contro la dipendenza dalla tecnologia e la sua sostituzione delle esperienze dirette e significative, come il gioco non strutturato, la scrittura a mano e l’interazione sociale. La prima fonte, attraverso il ritiro in un monastero, suggerisce un modo per allontanarsi dal rumore del mondo moderno e riscoprire una connessione più profonda con sé stessi e con gli altri. “The Sirens’ Call” esplora come la tecnologia, pur essendo uno strumento di progresso, possa diventare un mezzo di distrazione e manipolazione, modellando le nostre esperienze e la nostra attenzione in modi che spesso non comprendiamo appieno.
L’Importanza del Corpo e della Presenza:
The Extinction of Experience” sottolinea il ruolo del corpo e dei sensi nell’apprendimento e nella comprensione del mondo, citando Montaigne e la sua enfasi sull’esperienza fisica come fondamentale per la conoscenza. Questa fonte evidenzia come la digitalizzazione e la virtualizzazione possano portare a una disconnessione dalla nostra fisicità e, di conseguenza, a una perdita di significato. “Aflame. Learning from Silence” descrive momenti di profonda presenza, nei quali la consapevolezza del corpo e dell’ambiente circostante intensificano l’esperienza della vita, in particolare nel contesto del silenzio e della contemplazione.
Comunità e Isolamento:
Tutte le tre fonti toccano il tema della comunità e dell’isolamento. “Aflame, Learning from Silence” descrive una comunità monastica che, pur essendo appartata, offre un senso di appartenenza e connessione attraverso il silenzio, la pratica spirituale e la condivisione. “The Extinction of Experience” mostra come la tecnologia e gli ambienti digitali possano paradossalmente portare a isolamento e solitudine, anche quando ci connettono virtualmente con gli altri. “The Sirens’ Call” analizza come le dinamiche di interazione sociale e di comunità sono influenzate dalla tecnologia, a volte in modi positivi e a volte in modi negativi.
Il Silenzio e la Riflessione:
Aflame, Learning from Silence” evidenzia il valore del silenzio come spazio di riflessione e di connessione con il proprio sé. La seconda fonte, “The Extinction of Experience,” menziona l’importanza dell’immobilità e della “noia” come fonti di creatività e di pensiero profondo, in contrasto con il costante bombardamento di stimoli digitali. “The Sirens’ Call” presenta il silenzio come una risorsa preziosa in un mondo che compete costantemente per la nostra attenzione.
C’è molto da imparare da questi tre libri.
L’estinzione dell’esperienza
Il periodo del COVID-19 è stato per molti uno spartiacque. Un prima e un dopo nell’adozione di certe tecnologie. Bene usarle per aggirare un limite, meno bene usarle come surrogato dell’esperienza. Sono certo ti ritroverai in molte delle idee del libro sull’estinzione dell’esperienza:
- La diminuzione dell’esperienza diretta: La tecnologia moderna sta mediatizzando sempre di più le nostre esperienze, allontanandoci dal contatto diretto con il mondo. Ciò porta a una “povertà di esperienza” dove le interazioni e le attività vengono filtrate attraverso schermi e dispositivi, riducendo il nostro coinvolgimento fisico e sensoriale.
- L’importanza dell’esperienza incarnata: L’esperienza è strettamente legata al corpo. Attività come la scrittura a mano o il gioco fisico sono essenziali per lo sviluppo cognitivo e sensoriale. La mediazione tecnologica può limitare questo tipo di apprendimento e comprensione del mondo.
- L’attenzione come risorsa preziosa: L’attenzione è fondamentale per una piena esperienza. La tecnologia crea un ambiente in cui tutti competono per la nostra attenzione, portando a una sua mercificazione e a una diminuzione della nostra capacità di concentrazione. Questo influisce negativamente sulla nostra capacità di apprendere, interagire e partecipare al dibattito pubblico.
- La perdita della serendipità: La tecnologia spesso cerca di ottimizzare le nostre esperienze eliminando incertezze e imprevisti. Tuttavia, la serendipità, cioè le scoperte inaspettate e gli incontri fortuiti, sono importanti per arricchire le nostre vite. L’eccessiva mediazione tecnologica può ridurre queste opportunità.
- La mediazione dei piaceri: Anche il piacere viene sempre più mediato dalla tecnologia. La tendenza a documentare digitalmente ogni esperienza, tramite fotografie e video, riduce la capacità di vivere il momento presente. L’esperienza del piacere si riduce a una registrazione o un ricordo mediato, piuttosto che un’esperienza diretta e sensoriale.
- L’impatto sulla socialità: Le interazioni umane significative richiedono la presenza fisica e l’attenzione reciproca. La comunicazione mediata attraverso schermi può compromettere la nostra capacità di leggere le espressioni facciali, il linguaggio del corpo e le emozioni degli altri, riducendo l’empatia e le interazioni sociali autentiche.
- La tecnologia come soluzione e problema: La tecnologia viene spesso presentata come soluzione ai nostri problemi, ma può anche peggiorare la situazione. L’iper-connessione e l’accesso a una quantità infinita di informazioni possono portare a distrazione, ansia e alienazione.
- La necessità di un approccio diverso: È necessario un approccio più consapevole all’uso della tecnologia, cercando di preservare l’esperienza diretta e non mediata. Ciò richiede una pratica intenzionale di attenzione, di consapevolezza e di impegno attivo nel mondo, riducendo la dipendenza dalle tecnologie per la nostra soddisfazione e comprensione della realtà.
- Il valore del silenzio e della contemplazione: Ritiri e pratiche come la meditazione possono aiutare a recuperare un senso di presenza e a connettersi con se stessi e con il mondo. Il silenzio offre uno spazio per la contemplazione e per la riscoperta dei valori non legati all’efficienza e alla produttività.
Guarda caso, si parla anche di attenzione e di silenzio.
Consigli pratici per potenziare l’esperienza diretta
Dai libri bisogna estrarre, quando possibile, spunti per migliorare la propria esperienza quotidiana, come in questo caso:
Riduci la mediazione tecnologica: Fai uno sforzo consapevole per ridurre l’uso di dispositivi digitali, specialmente quando sei coinvolto in attività che potrebbero essere vissute in modo più pieno senza di essi. Questo include:
- Lascia il telefono a casa: Quando vai a fare una passeggiata, incontri amici o svolgi attività all’aperto, prova a lasciare il telefono a casa o in tasca, in modo da essere più presente e aperto alle esperienze dirette.
- Disconnettiti durante i pasti: Cerca di non usare dispositivi elettronici durante i pasti per favorire una maggiore connessione con le persone con cui stai mangiando e apprezzare meglio il cibo.
- Stabilisci “zone senza tecnologia” nella tua casa, come la camera da letto o la sala da pranzo, dove l’uso di dispositivi è limitato o proibito.
Riscopri le attività manuali: Dedicati ad attività che coinvolgono le mani, come la scrittura a mano, il disegno, la pittura, il giardinaggio o il lavoro a maglia. Queste attività promuovono la concentrazione, la pazienza e una connessione più profonda con il mondo fisico.
- Prendi appunti a mano: Sia al lavoro che durante le lezioni, prendi appunti a mano invece di usare un computer. Questo ti aiuterà a elaborare meglio le informazioni e a ricordarle in modo più efficace.
- Impara una nuova abilità manuale: Prendi lezioni di calligrafia, falegnameria, cucina o un’altra attività che ti interessa. Questo ti darà un senso di realizzazione e ti aiuterà a rallentare il ritmo della tua vita.
Coltiva l’attenzione: Pratica la consapevolezza (mindfulness) e la meditazione per migliorare la tua capacità di concentrazione. Cerca di essere presente nel momento, prestando attenzione ai dettagli del tuo ambiente e alle tue sensazioni.
- Fai pause di silenzio: Dedica alcuni minuti ogni giorno al silenzio, senza fare nulla. Questo ti aiuterà a calmare la mente e a connetterti con te stesso.
- Limita il multitasking: Concentrati su un’attività alla volta, evitando di passare da un compito all’altro senza focalizzarti completamente.
Abbraccia la noia e l’attesa: Invece di cercare costantemente distrazioni, prova a tollerare la noia. Questo ti darà lo spazio per sognare ad occhi aperti, riflettere e stimolare la creatività.
- Non usare il telefono durante le attese: Quando sei in coda o in attesa da qualche parte, evita di usare il telefono. Osserva il tuo ambiente, le persone intorno a te, o semplicemente lascia che la tua mente vaghi.
- Riscopri il piacere della lentezza: Sii paziente e non cercare sempre la velocità e l’efficienza. Ci sono dei vantaggi nell’andare piano e nell’assaporare i momenti della vita.
Valorizza le interazioni faccia a faccia: Dai priorità alle interazioni di persona rispetto a quelle virtuali. Incontra amici, familiari e colleghi di persona, invece di comunicare sempre tramite schermi.
- Guarda le persone negli occhi: Durante le conversazioni, mantieni il contatto visivo e presta attenzione al linguaggio del corpo dell’altro, cercando di cogliere segnali non verbali.
- Partecipa ad attività sociali: Unisciti a un club, un gruppo sportivo o un’altra organizzazione dove puoi interagire con altre persone che condividono i tuoi interessi.
Vivi le esperienze in modo completo: Non limitarti a consumare esperienze come prodotti, ma cerca di viverle in modo pieno e consapevole.
- Non documentare ogni esperienza: Invece di passare il tempo a fotografare e riprendere tutto, cerca di vivere il momento presente con tutti i tuoi sensi. La mediazione attraverso la tecnologia rende l’esperienza meno autentica e diretta .
- Cerca la “realtà”: Ricerca esperienze non mediate, come gite nella natura, mostre d’arte (concentrandoti sull’opera, piuttosto che sul tuo telefono), viaggi in luoghi non familiari, conversazioni senza distrazioni. Le esperienze dirette arricchiscono la nostra vita e la nostra comprensione del mondo.
Coltiva l’empatia e la compassione: Impara a riconoscere e a comprendere le emozioni degli altri, sia nella vita reale che online. Evita di fare commenti online impulsivi che possono ferire o umiliare gli altri.
- Sii consapevole del “contagio emotivo”: Riconosci come le emozioni si diffondono rapidamente attraverso i social media, cerca di usare le piattaforme online per coltivare l’empatia e non per alimentare la rabbia o la negatività.
Sii critico nei confronti della tecnologia: Non accettare passivamente le soluzioni tecnologiche. Interrogati sulle loro implicazioni etiche e sugli impatti negativi sulla tua vita e sulla società.
- Non lasciare che la tecnologia decida per te: Non lasciare che le app e gli algoritmi decidano cosa fare, pensare o provare. Sii consapevole delle tue scelte e riprendi il controllo della tua esperienza.
La scrittura a mano
Tra i vari consigli ce n’è uno che mi sembra importante e negletto: lo scrivere a mano.
Certamente, ecco alcuni consigli pratici su come reintegrare la scrittura a mano nella tua vita quotidiana, basati sulle informazioni tratte dalle fonti e sulla nostra precedente conversazione:
- Prendere appunti a mano: Anziché usare sempre il computer o il telefono, prova a scrivere a mano durante riunioni, lezioni o conferenze. La scrittura a mano attiva aree del cervello importanti per l’apprendimento, e aiuta a elaborare le informazioni in modo più efficace. La fonte sottolinea come la scrittura a tastiera possa essere più “astratta e distaccata” rispetto alla scrittura a mano, con implicazioni significative per l’apprendimento.
- Tenere un diario: Scrivere un diario a mano può essere un modo per riflettere sulle tue esperienze e pensieri. Non solo è un’attività che coinvolge i sensi, ma è anche un modo per creare un “registro del tempo trascorso a mettere insieme nuovi pensieri”. A differenza di un documento digitale, la scrittura a mano è unica, personale ed evocativa, e può stimolare la memoria.
- Scrivere lettere o cartoline: Prendi l’abitudine di scrivere lettere o cartoline a mano per i tuoi amici e familiari. Questo gesto personale può mostrare che ci tieni e rafforzare le relazioni. Il testo indica come la scrittura a mano offra uno sguardo sulla personalità di chi scrive, aggiungendo un valore che la comunicazione digitale non può replicare.
- Usare la scrittura a mano per liste e promemoria: Anziché affidarti sempre alle app per le liste della spesa o i promemoria, usa carta e penna. Questo ti aiuterà a rallentare il ritmo della tua vita e a connetterti con il mondo fisico.
- Leggere documenti scritti a mano: Se hai l’opportunità, cerca di leggere documenti scritti a mano, come lettere o diari del passato. Questo può darti un’idea delle persone che li hanno scritti in modo che il testo digitale non puo’ fare.
Effetto compensazione dell’esperienza
Mi sono imbattuto in questo concetto e ho voluto approfondirlo:
L’effetto compensazione dell’esperienza si riferisce alla tendenza a ricercare esperienze mediate per compensare la diminuzione di esperienze dirette e soddisfacenti. Questo fenomeno si verifica quando le nostre interazioni faccia a faccia diventano più frettolose, meno frequenti e meno appaganti. Invece di impegnarci nel mondo reale, ci rifugiamo in esperienze mediate dalla tecnologia, creando un ciclo che si autoalimenta.
Ecco alcuni punti chiave relativi all’effetto compensazione dell’esperienza:
- Compromesso dell’empatia: La ricerca di esperienze mediate per compensare la mancanza di esperienze dirette porta a compromettere l’empatia per la comodità. Le piattaforme digitali non consentono di “cliccare via”, “scorrere” o “cancellare” le emozioni, compromettendo di fatto la capacità di leggere e comprendere le emozioni altrui, che è un’abilità appresa con la pratica nel mondo reale.
- Ciclo vizioso: L’effetto compensazione dell’esperienza crea un circolo vizioso in cui le esperienze dirette diventano sempre più insoddisfacenti, spingendoci ad affidarci sempre più a quelle mediate, e di conseguenza le nostre capacità di interazione sociale e di empatia si deteriorano progressivamente.
- Rischio di “estinzione” delle abilità primarie: Mentre le nostre abilità tecnologiche migliorano, le nostre abilità primarie di interazione corporea si deteriorano. Ad esempio, l’uso eccessivo della tecnologia riduce le interazioni faccia a faccia, il che secondo una ricerca ha un impatto negativo sulle capacità di interpretare le espressioni facciali.
- Parallelo con il “risk compensation effect”: L’effetto compensazione dell’esperienza è simile al “risk compensation effect”, dove l’aggiunta di precauzioni di sicurezza porta le persone a diventare più audaci nelle loro azioni, annullando di fatto la sicurezza aggiuntiva fornita. Allo stesso modo, ci immergiamo sempre di più nelle esperienze mediate per compensare quelle faccia a faccia, che diventano sempre più frettolose e meno soddisfacenti.
- Tecnologia come “mercenario emotivo”: L’effetto compensazione dell’esperienza si manifesta quando “esternalizziamo il lavoro emotivo” ad app e algoritmi, trasformando di fatto la tecnologia in “mercenari emotivi”. Questo processo contribuisce alla sostituzione dell’empatia con la carità “click-here”, delle emozioni con le emoticon e del “sé” con il selfie.
La routine che coltiva l’attenzione
Ho interrogato The Siren’s Call per trarre un modello di routine quotidiana che applica i concetti del coltivare l’attenzione, ridurre l’uso di schermi e di esperienze mediate dalla tecnologia.
Certamente, ecco come declinare i consigli precedenti in una routine quotidiana per coltivare l’attenzione e creare regimi di attenzione personali:
Mattina (Risveglio e Preparazione):
- Risveglio Consapevole: Invece di prendere subito in mano il telefono, dedicare 10-15 minuti alla meditazione o alla respirazione consapevole. Questo aiuta a iniziare la giornata con calma e concentrazione [vedi conversazione precedente].
- Attività fisica: Fare una passeggiata o un po’ di esercizio fisico all’aperto. Il movimento fisico aiuta a svegliare il corpo e la mente, e l’esposizione alla luce naturale favorisce il ritmo circadiano.
- Pianificazione Intenzionale: Prima di iniziare la giornata lavorativa o le attività, pianificare le priorità e i compiti più importanti. Questo aiuta a focalizzare l’attenzione e a evitare di disperdere energie in attività meno rilevanti.
- Colazione senza distrazioni: Fare colazione senza guardare la TV o il telefono, concentrandosi invece sul cibo e sulle sensazioni del momento. Questo è un piccolo esercizio di mindfulness che aiuta a iniziare bene la giornata.
Durante la Mattina e il Pomeriggio (Lavoro e Studio):
- Blocchi di Lavoro Focalizzati: Suddividere il lavoro o lo studio in blocchi di tempo di 45-60 minuti, seguiti da brevi pause di 5-10 minuti. Questo aiuta a mantenere alta la concentrazione e a prevenire il burnout.
- Ambiente di Lavoro Organizzato: Mantenere lo spazio di lavoro ordinato e privo di distrazioni (notifiche del telefono disattivate, cuffie antirumore se necessario). Un ambiente ordinato favorisce la concentrazione.
- Scrittura a Mano: Se possibile, prendere appunti a mano invece che al computer. La scrittura a mano è un’attività che coinvolge mente e corpo, e aiuta a rafforzare l’attenzione [vedi conversazione precedente].
- Pausa Attiva: Durante le pause, fare piccole attività che non richiedono l’uso dello schermo: una passeggiata breve, qualche esercizio di stretching, o semplicemente guardare fuori dalla finestra.
Pausa Pranzo:
- Pausa Intenzionale: Allontanarsi dal computer e dal telefono durante la pausa pranzo. Cercare un ambiente rilassante e dedicare il tempo a mangiare e a rilassarsi consapevolmente.
- Interazione Sociale: Se possibile, pranzare con altre persone e conversare in modo piacevole. L’interazione sociale è un aspetto importante per il benessere mentale.
Pomeriggio e Sera (Relax e Ricarica):
- Attività Ricreativa: Dedicare del tempo a un hobby o a un’attività che piace e che non richiede l’uso costante di schermi (leggere un libro, fare giardinaggio, suonare uno strumento musicale). Questo aiuta a rilassare la mente e a recuperare energie.
- Conversazioni Significative: Avere conversazioni profonde e significative con amici o familiari, evitando chiacchiere superficiali o discussioni sui social media. L’interazione sociale reale è più appagante e soddisfacente dell’interazione virtuale.
- “Disintossicazione” Digitale: Limitare l’uso del telefono e degli altri dispositivi elettronici nelle ore serali. Questo aiuta a prepararsi per il sonno e favorisce un riposo di qualità.
- Lettura o Scrittura: Leggere un libro prima di andare a dormire o scrivere un diario con i pensieri della giornata. Queste attività favoriscono la riflessione e il rilassamento.
- Preparazione al Sonno: Creare un ambiente tranquillo e rilassante per dormire. Seguire una routine serale che segnali al corpo che è tempo di riposare.
Durante tutta la giornata:
- Momenti di Silenzio: Inserire piccoli momenti di silenzio durante la giornata. Questo può essere semplicemente chiudere gli occhi per qualche minuto o osservare l’ambiente circostante senza distrarsi. La capacità di stare in silenzio con i propri pensieri è essenziale per coltivare l’attenzione.
- Mindfulness: Praticare la consapevolezza del momento presente in ogni attività che si svolge (mangiare, camminare, parlare). Questo aiuta a vivere in modo più pieno e presente.
- Revisione della Routine: Alla fine di ogni settimana, riflettere sull’efficacia della routine e apportare modifiche se necessario. Questo aiuta a personalizzare la routine e a mantenerla efficace nel tempo.
- Resistere alle distrazioni: Essere consapevoli delle strategie che le aziende e i media usano per catturare l’attenzione. Questo aiuta a diventare più critici e selettivi nella scelta di dove indirizzare la nostra attenzione.
Questa routine è solo un esempio e può essere adattata in base alle proprie esigenze e preferenze. L’importante è creare un sistema che favorisca la concentrazione, la consapevolezza e il benessere mentale, riducendo le distrazioni e coltivando l’attenzione volontaria. Ricorda che la chiave per creare regimi di attenzione efficaci è la costanza, la flessibilità e la consapevolezza di sé. Non è necessario adottare tutte queste pratiche all’inizio, ma si può iniziare con alcune e integrarle gradualmente.
Felice di notare come, nonostante anni di lavoro in questo ambito, abbia ancora spazio di miglioramento. Faccio ancora troppa leva sul telefono durante i pasti da solo. Si può sempre migliorare.
Lo spazio per il silenzio
In questo momento sto scrivendo nel silenzio. La televisione è spenta. Niente musica in sottofondo. Nulla. Vivo in una zona così silenziosa che l’unica cosa che sento è l’arrivo di auto nella mia via (a senso unico) e poco altro. Il silenzio è una pratica preziosa che aiuta a coltivare la salute mentale, a sentirci meglio e anche ad avere un miglior rapporto con gli altri.
Ho interrogato il libro di Pico Iyer per qualche spunto con cui rendere il silenzio uno spazio attivo nella nostra vita quotidiana.
- Creare Spazi di Silenzio: Individuare o creare luoghi fisici dove il silenzio possa essere coltivato. Questo può essere una stanza specifica della casa, un angolo del giardino, o un luogo nella natura. L’importante è che questo spazio sia percepito come un rifugio dalla confusione e dal rumore.
- Momenti di Silenzio Quotidiani: Dedicare regolarmente del tempo al silenzio, anche solo per pochi minuti al giorno. Questi momenti possono essere al mattino presto, prima di iniziare la giornata, durante la pausa pranzo, o alla sera prima di andare a dormire. La costanza è fondamentale per interiorizzare la pratica del silenzio.
- Riduzione delle Distrazioni Digitali: Limitare l’uso di dispositivi elettronici, come telefoni e computer, durante i momenti di silenzio. Spegnere le notifiche o mettere il telefono in modalità silenziosa può aiutare a concentrarsi sul presente e sul silenzio [vedi conversazione precedente].
- Silenzio come Presenza: Il silenzio non è solo assenza di rumore, ma anche presenza consapevole. È importante non solo eliminare i rumori esterni, ma anche calmare il “chiacchiericcio” interiore. Questa consapevolezza può essere coltivata tramite la meditazione o la respirazione consapevole [vedi conversazione precedente].
- Il Silenzio come Comunione: Il silenzio può essere uno strumento per connettersi con se stessi e con il mondo circostante. In silenzio, si possono apprezzare meglio i dettagli della natura, come il sole, il vento, e la pioggia, e si può sentire una connessione profonda con tutto ciò che ci circonda.
- Il Silenzio Attivo: Il silenzio non deve essere passivo o vuoto; può essere un momento di osservazione e riflessione attiva. Si può approfittare del silenzio per esplorare i propri pensieri e sentimenti, senza giudicarli o reprimerli.
- Accettare l’Impermanenza: Il silenzio può essere un modo per accettare l’impermanenza della vita e per trovare pace in mezzo al caos. I momenti di silenzio possono essere visti come un’opportunità per “lasciar andare” le preoccupazioni e le ansie.
- Il Silenzio come Disciplina: Inserire il silenzio nella routine quotidiana richiede disciplina e impegno. Come ogni altra pratica, il silenzio richiede costanza e pazienza per essere interiorizzato e diventare parte della propria vita.
- Silenzio Sociale: È importante anche considerare il silenzio nelle interazioni sociali. Creare momenti di silenzio durante le conversazioni può permettere uno scambio più profondo e significativo, e aiutare a ascoltare meglio gli altri.
- Silenzio e Natura: Trascorrere del tempo nella natura può favorire il silenzio interiore e la connessione con il mondo naturale. Camminare in un bosco, sedersi in riva al mare, o contemplare un paesaggio possono essere occasioni per sperimentare un silenzio profondo e ristoratore.
- Il Silenzio come Fonte di Ispirazione: Molti artisti e scrittori trovano ispirazione nel silenzio. Il silenzio può favorire la creatività e la chiarezza mentale, permettendo di cogliere nuove idee e intuizioni.
- Riflettere sull’esperienza del silenzio: È utile riflettere regolarmente sull’esperienza del silenzio e sui benefici che ne derivano. Questa riflessione può aiutare a personalizzare la pratica del silenzio e a renderla più efficace nel tempo.
Incorporare il silenzio nella quotidianità è un processo graduale che richiede impegno e consapevolezza. L’obiettivo non è eliminare completamente il rumore, ma creare spazi e momenti di silenzio in cui potersi ritrovare e connettere con se stessi e con il mondo.
Vado a prendermi una pausa di silenzio, senza schermi, mangiando un po’ di frutta, per poi dedicarmi alla scrittura a mano, scrivendo un paio di pagine.
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