Dall’analisi degli inserti culturali della domenica ho scovato 3. Un’aspirazione al fuori di Geoffroy de Lagasnerie, perso tra le uscite di Novembre 2024. Curioso di tutto ciò che riguarda la pratica e l’interpretazione dell’amicizia oggi, mi sono messo alla ricerca di una copia digitale. Non trovando la copia in italiano, ho trovato quella originale in francese e mi sono messo ad analizzarla con NotebookLM.
Il libro di Geoffroy de Lagasnerie, “3. Une aspiration au dehors”, che esplora la natura di un’amicizia profonda tra tre uomini (l’autore stesso, Édouard Louis e Didier Eribon) e la sua trasformazione in un vero e proprio stile di vita. Lagasnerie analizza questa relazione come alternativa al famililismo, proponendola come un modello di esistenza anti-istituzionale e creativa, capace di generare nuove forme di soggettività e resistenza alle norme sociali. Il libro riflette sulla possibilità di costruire rapporti umani autentici e significativi al di fuori delle strutture tradizionali, e utilizza l’esperienza personale dell’autore come esempio di utopia realizzabile, un manifesto per vivere diversamente.
Lo stile di vita alternativo
La prima domanda posta, che poi riassume tutti i temi del libro è su come si circostanzia questa amicizia a tre, in termini di stile di vita:
L’amicizia descritta nel testo si sviluppa in uno stile di vita che si oppone alle norme sociali tradizionali e al “familismo”. Questa amicizia non è un semplice legame tra persone, ma un vero e proprio modo di vita, un quadro di emozioni ed esperienze condivise, con i suoi rituali, luoghi, tempi e connessioni al mondo esterno.
Ecco alcuni aspetti chiave di questo stile di vita:
- Centralità dell’amicizia: L’amicizia occupa il centro dell’esistenza dei tre amici, diventando un principio di vita che struttura i loro rapporti con lo spazio, il tempo e le istituzioni. Non è una relazione tra le tante, ma il fondamento stesso della loro esistenza.
- Continuità e quotidianità: La relazione è caratterizzata da una continuità e una quotidianità che vanno oltre i normali rapporti amicali. I tre amici si scrivono costantemente, si vedono spesso e condividono gran parte della loro vita, inclusi i momenti importanti come compleanni, festività e viaggi.
- Presenza nell’assenza: Anche quando non sono fisicamente insieme, i tre amici si sentono sempre vicini, condividendo foto, messaggi e pensieri. L’assenza di uno di loro diventa un elemento significativo che rafforza il legame.
- Rifiuto della normalizzazione: L’amicizia si configura come una forma di vita anti-istituzionale che si oppone alla normalizzazione delle esistenze e delle aspirazioni. I tre amici cercano di creare una cultura autonoma, svincolata dai modelli sociali tradizionali.
- Ricerca di un “fuori”: Questa amicizia è vista come una ricerca di un “fuori” rispetto alle relazioni istituzionalizzate, un modo per reconfigurare il rapporto con sé stessi e con gli altri, e sperimentare altre forme di affettività.
- Disponibilità e sincronizzazione: Un’etica della disponibilità reciproca è fondamentale in questa amicizia, con i tre amici pronti a interrompere le loro attività per aiutare gli altri. La sincronizzazione delle loro vite, attraverso la condivisione degli impegni e la pianificazione di viaggi insieme, è un aspetto importante.
- Riti e celebrazioni: Per contrastare la precarietà del legame amicale, i tre amici hanno istituito una serie di rituali e celebrazioni che scandiscono il loro anno, creando un senso di continuità e appartenenza.
- Patte di non-tradimento: Un elemento centrale di questa amicizia è un patto di non tradimento, un impegno alla lealtà reciproca che rafforza il legame.
- Centralità del “caffè”: I caffè e i luoghi pubblici hanno un ruolo importante nella loro vita, fungendo da spazi di incontro e condivisione che si contrappongono all’ambiente domestico tradizionale.
- Relazione con l’attività di scrittura: L’attività di scrittura è intimamente legata all’amicizia, diventando una pratica condivisa che alimenta la loro relazione e influisce sul loro modo di pensare e scrivere. La loro amicizia è sia una condizione che una destinazione per l’attività di scrittura.
- Superamento dei confini generazionali: L’amicizia è caratterizzata da un superamento delle frontiere generazionali, con i tre amici che interagiscono con persone di età diverse, creando un mix di esperienze e punti di vista.
- Critica della sociabilità: L’amicizia non si limita a una mera sociabilità, ma cerca connessioni che vadano oltre i ruoli sociali stabiliti. Si oppone alla sociabilità come forma che serve a riconfermare legami preesistenti, preferendo relazioni che producono qualcosa di nuovo e che sono autenticamente generative.
- Autonomia e affermazione: L’amicizia promuove un’etica dell’autonomia e dell’affermazione di sé, incoraggiando i tre amici a distaccarsi dalle logiche istituzionali e a trovare la propria voce.
- Amore oltre la coppia: L’amicizia si contrappone al modello della coppia tradizionale, non come rifiuto dell’amore ma come pratica che lo decostruisce.. L’amicizia non impedisce l’amore e la coppia, ma porta a una ridefinizione dello spazio che occupa la coppia nella vita, non ponendola più come centro gravitazionale della produzione di soggettività.
- Oltre la riconoscenza: L’amicizia non cerca la validazione delle istituzioni, ma una forma di vita che vada al di là della necessità di riconoscimento esterno, favorendo un’autentica espressione di sé.
… e il sesso?
Per togliermi ogni dubbio sul fatto che non si trattasse di una relazione a tre, quella che gli inglesi definisco trouple, ho verificato come il sesso intersecasse questo rapporto di amicizia:
Il testo non afferma esplicitamente che ci sia sesso a tre tra gli amici.
- Autonomia della sessualità: Il testo sottolinea che la sessualità è autonoma rispetto ai modi di vita. Questo significa che non esiste un legame diretto tra il tipo di relazione (amicale, amorosa, etc.) e la pratica sessuale. Le persone possono avere rapporti sessuali con i loro partner, con amici, con estranei, e tutte queste esperienze non influenzano necessariamente la natura delle altre relazioni.
- Focus sulla relazione amicale: L’enfasi del testo è sulla forza e l’importanza dell’amicizia come modo di vita, non sulla sessualità. La loro relazione è descritta come una “lunga discussione che non si fermerebbe mai”, un “quadro di vita quotidiano” e una “cultura” che modella la loro soggettività.
- Amore e coppia: Il testo riconosce che due dei tre amici sono una coppia, mentre il terzo ha una relazione con un’altra persona, ma queste relazioni non sono il fulcro della loro vita. L’amicizia è il principio organizzatore delle loro esistenze. Si descrive come l’amicizia abbia portato a un decentramento dell’esistenza rispetto alla vita di coppia. Nessuno di loro vive con il proprio partner, e il “luogo della coppia” non è lo spazio centrale della produzione di soggettività.
- Critica della forma-coppia: L’amicizia è presentata come una alternativa alla forma-coppia, non come negazione dell’amore ma come un modo per viverlo al di fuori della forma chiusa del “due”.
Il sesso non è un tema chiave dell’amicizia. Chiaro.
Consigli pratici
Un libro che racconta un’esperienza inusuale è modo per interrogarsi sul proprio stile di vita. Ho chiesto quindi suggerimenti e consigli per implementare un analogo stile di vita:
Il testo offre una serie di consigli pratici, impliciti ed espliciti, su come coltivare un’amicizia che possa diventare un modo di “vivere diversamente”. Questi consigli possono essere riassunti come segue:
- Prioritizzare l’amicizia: Riconoscere l’amicizia come un valore centrale nella propria vita, non solo come un passatempo o una relazione secondaria. Ciò implica dedicare tempo ed energie alla relazione amicale, considerandola una fonte di significato e di identità, alternativa o complementare ad altri tipi di legami.
- Integrare l’amicizia nella quotidianità: Non limitare l’amicizia a incontri occasionali, ma cercare di integrarla nella vita di tutti i giorni. Questo può avvenire attraverso la condivisione di momenti, esperienze, attività e la comunicazione regolare.
- Valorizzare la presenza nell’assenza: Mantenere una connessione costante anche quando non si è fisicamente insieme, attraverso messaggi, foto e condivisione di esperienze. Questo permette di trasformare l’assenza in un elemento significativo della relazione.
- Creare rituali e consuetudini: Stabilire pratiche condivise che rafforzino il legame, come cenare insieme, fare sport, leggere gli stessi libri o frequentare gli stessi luoghi. Questi rituali creano un senso di appartenenza e di continuità nella relazione.
- Praticare la sincronizzazione: Organizzare le proprie vite in modo da massimizzare i momenti condivisi, ad esempio pianificando viaggi insieme o coordinando gli impegni. La sincronizzazione è una dimostrazione concreta di disponibilità reciproca e priorità della relazione.
- Essere disponibili all’altro: Coltivare un’etica della disponibilità reciproca, essere pronti a interrompere le proprie attività per aiutare l’amico o condividere un momento importante. Questa disponibilità è un elemento fondamentale per costruire una relazione solida e duratura.
- Creare uno spazio “fuori”: Utilizzare la relazione amicale come spazio di libertà e di sperimentazione, che permetta di distaccarsi dalle norme e dai modelli sociali dominanti. Questo “fuori” non è una fuga dalla società, ma un modo per re-immaginare il proprio rapporto con essa.
- Mettere in discussione le norme: Essere critici nei confronti delle norme sociali, in particolare quelle che riguardano la famiglia, la coppia e i ruoli di genere. L’amicizia può diventare uno strumento per sfidare questi modelli e per creare nuove forme di relazione.
- Coltivare l’autonomia: Sviluppare una propria etica e i propri criteri di valore, senza dipendere dal riconoscimento e dall’approvazione sociale. Questo significa dare la priorità alla propria auto-affermazione rispetto alle aspettative esterne.
- Superare i confini generazionali: Cercare relazioni con persone di età diverse, per arricchire le proprie esperienze e mettere in discussione i ruoli sociali legati all’età. Le relazioni intergenerazionali offrono nuove prospettive e permettono di non rimanere intrappolati negli stereotipi.
- Essere onesti e autentici: Promuovere una cultura della verità e della sincerità all’interno della relazione amicale. Questo implica essere capaci di dire la propria opinione in modo onesto, senza timore di ferire l’altro o di mettere a repentaglio la relazione.
- Supporto reciproco nella creatività: Se si è coinvolti in attività creative, utilizzare l’amicizia come spazio di confronto e di crescita. Gli amici possono fornire feedback onesti, incoraggiamento e sostegno, aiutando a superare le difficoltà e a sviluppare il proprio potenziale.
- Riconoscere la caducità delle relazioni: Essere consapevoli che le relazioni amicali, come tutte le cose, possono cambiare e finire. Accettare questa possibilità, sapendo che è attraverso la ricerca di nuove connessioni che si cresce e ci si evolve.
- Creare uno spazio di mutua educazione: Vedere la relazione di amicizia come uno spazio di apprendimento reciproco, in cui ognuno porta all’altro nuove conoscenze, progetti e prospettive. Coltivare la curiosità per il mondo dell’altro e impegnarsi in un processo di auto-educazione continuo.
- Resistere all’omologazione: Riconoscere la tendenza della società ad uniformare le aspirazioni e i modi di vita, e resistere a questa forza attraverso la creatività e l’invenzione di nuove forme di relazione e di esistenza.
- Non aver paura di essere diversi: Abbracciare la propria unicità e non conformarsi alle aspettative sociali. “Vivere diversamente” significa avere il coraggio di essere se stessi e di seguire la propria strada, anche se ciò comporta andare controcorrente.
L’elemento chiave sembra essere la determinazione a creare un’alternativa, un “fuori” rispetto ai modelli relazionali tradizionali, attraverso la forza di un legame amicale profondo e continuativo.
Seppur non segua tutti i consigli con tutti i miei amici allo stesso modo, mi sento già sulla buona strada immaginata dall’autore.
Non ho paura di essere me stesso e diverso dalla massa. Non ho alcuna intenzione di essere omologato e le mie scelte di vita, la maggior parte almeno, lo dimostrano. Lo spazio di muta educazione c’è, anche se spesso è più in una direzione che nell’altra. Disponibilità, onestà, apertura, spirito critico: sono tutti valori che mi appartengono.
Vacanze dal mondo
Un aspetto originale e da sperimentare, tra quelli estratti dal libro, è quello delle vacanze dal mondo, ovvero di trovare spazio e tempo per l’amicizia, non per visitare mete turistiche, ma per passare tempo insieme fuori dalla routine quotidiana e vivere esperienze condivise:
L’espressione “vacanze dal mondo” si riferisce a un concetto specifico sviluppato nel testo per descrivere il modo in cui gli autori, Geoffroy de Lagasnerie, Didier Eribon ed Édouard Louis, vivono i loro viaggi insieme. Invece di considerare le vacanze come un’occasione per esplorare nuovi luoghi o per staccare completamente dal lavoro, essi le intendono come momenti in cui la relazione amicale diventa il fulcro centrale della loro vita.
Ecco le caratteristiche principali delle “vacanze dal mondo” secondo il testo e la nostra conversazione precedente:
- Centralità dell’Amicizia: L’obiettivo principale di queste vacanze non è visitare città o monumenti, ma vivere l’amicizia in modo intenso e continuativo. La relazione amicale diventa l’elemento centrale che dà significato al tempo e allo spazio delle vacanze.
- Rottura con la Routine: Le “vacanze dal mondo” rappresentano una pausa dalle convenzioni sociali e dalle aspettative tradizionali. Gli autori creano un’esperienza alternativa in cui la relazione amicale è al centro, prendendosi una pausa dal mondo esterno.
- Routine Condivisa: Durante queste vacanze, gli autori stabiliscono una routine quotidiana che si ripete in modo quasi identico giorno dopo giorno. Questa routine può includere svegliarsi insieme, andare al caffè, lavorare e discutere, passeggiare e cenare insieme. La ripetizione di questa routine crea un senso di familiarità e di continuità che rafforza il loro legame.
- Non Esplorazione Turistica: In genere, gli autori non visitano i luoghi turistici durante le loro “vacanze dal mondo”. Non sono interessati a “fare i turisti”, ma piuttosto a creare uno spazio e un tempo in cui la loro amicizia possa prosperare. Per questo motivo, spesso, non hanno nulla da rispondere quando le persone chiedono loro cosa hanno visitato.
- Importanza dei Luoghi Condivisi: I caffè in cui trascorrono le loro giornate diventano i luoghi più importanti e significativi delle loro vacanze. Questi caffè diventano “punti di riferimento” nella loro esperienza condivisa, legati ai loro ricordi e alla loro identità amicale collettiva.
- Intreccio tra Lavoro e Piacere: Le “vacanze dal mondo” non sono un periodo di totale inattività, ma un momento in cui lavoro e piacere si intrecciano. Gli autori continuano a leggere, scrivere, discutere e scambiarsi idee. Il lavoro diventa parte integrante della loro esperienza amicale, rendendo i loro viaggi un’occasione di crescita reciproca.
- Letture Condivise: Spesso durante queste vacanze, gli autori scelgono un libro classico da leggere insieme, discutendone i passaggi ad alta voce. Questa pratica non solo li avvicina sul piano intellettuale, ma contribuisce a creare un “spazio mentale condiviso”.
- Creazione di una Realtà Alternativa: Le “vacanze dal mondo” rappresentano la creazione di uno spazio e un tempo separato dalle norme sociali, in cui la relazione amicale diventa una realtà alternativa. Questa esperienza si configura come un “fuori” dal mondo ordinario, in cui gli autori possono coltivare la loro identità e i loro legami in modo autonomo.
- Ricerca di un’Esperienza Specifica: Questo tipo di “vacanza” non è motivato dalla semplice necessità di riposo, ma dalla ricerca di un determinato modo di vivere e di un tipo specifico di affetto ed esperienza. Si tratta di una ricerca di un piacere condiviso che si manifesta nel condividere lo stesso spazio, tempo ed esperienze.
In sintesi, le “vacanze dal mondo” non sono solo un modo per viaggiare, ma rappresentano un approccio alla vita basato sulla centralità dell’amicizia. In questo contesto, il viaggio diventa un pretesto per costruire uno spazio relazionale autentico, in cui i legami affettivi diventano più importanti della meta fisica o delle attività turistiche. Questo tipo di vacanza è un’espressione della volontà di vivere l’amicizia come un modo di vita e una forma di “utopia pratica”.
Letture condivise
Leggere è uno dei miei passatempi preferiti. A tutti i nuovi amici, dall’estate scorsa, ho consigliato libri da leggere su misura. In alcuni casi lo stesso libro a più persone. Coinvolgente poi discuterlo insieme.
Le letture condivise rappresentano una pratica specifica e significativa all’interno della dinamica amicale descritta nel testo. Questa attività va oltre la semplice condivisione di un interesse letterario e si configura come un rituale che contribuisce a rafforzare il legame tra gli autori, Geoffroy de Lagasnerie, Didier Eribon ed Édouard Louis, e a definire la loro identità collettiva. Ecco alcuni aspetti chiave di come si svolgono le letture condivise:
- Scelta di un Libro Comune: Gli autori selezionano insieme un’opera, spesso un classico della letteratura, da leggere durante un determinato periodo, ad esempio durante le “vacanze dal mondo”. Questa scelta non è casuale ma è parte di un processo di condivisione di interessi e di creazione di un orizzonte culturale comune.
- Lettura Individuale e Condivisa: La lettura dell’opera avviene individualmente, ma spesso i membri del gruppo leggono in contemporanea. Questo permette loro di essere sulla stessa “lunghezza d’onda” e pronti a commentare e discutere i passaggi che li hanno colpiti.
- Discussione ad Alta Voce: Durante la lettura, gli autori sono soliti condividere ad alta voce i passaggi che trovano particolarmente interessanti, significativi o stimolanti. Questa pratica trasforma la lettura individuale in un’esperienza collettiva, dove le riflessioni e le interpretazioni personali vengono messe in comune e arricchite dal confronto.
- Interruzione e Commento: La lettura condivisa non è un’esperienza passiva. Gli autori si interrompono reciprocamente per commentare, fare domande, esprimere dubbi o condividere le loro reazioni emotive. Questo continuo scambio rende la lettura dinamica e interattiva, trasformandola in un’occasione di apprendimento reciproco e di crescita personale.
- “Messa in Comune dei Cervelli”: Anche se uno degli autori interrompe la lettura, gli altri continuano a discutere e a condividere i loro pensieri con lui, creando una sorta di “messa in comune dei cervelli”. Questo dimostra come la lettura condivisa sia un processo che coinvolge tutti i membri del gruppo, anche quando non stanno leggendo attivamente.
- Creazione di uno Spazio Mentale Condiviso: Attraverso le letture condivise, gli autori creano uno spazio mentale comune, in cui le idee, i concetti e le interpretazioni si intrecciano e si arricchiscono reciprocamente. Questa condivisione di saperi contribuisce a formare un’identità collettiva e un modo di pensare distintivo, influenzando anche il loro lavoro di scrittori.
- Influenza sulle Opere: Le letture condivise non sono una pratica isolata, ma un’esperienza che influenza profondamente il loro modo di scrivere e di pensare. Le discussioni che nascono da queste letture possono portare a nuove idee, spunti per le loro opere e persino alla scelta di un’esergue per un libro.
In sintesi, le letture condivise non sono solo un modo per trascorrere il tempo insieme, ma una pratica culturale che definisce la loro identità collettiva, stimola la loro crescita intellettuale e arricchisce la loro esperienza amicale. Questo rituale va oltre la semplice lettura, trasformandosi in un’occasione di condivisione, di confronto e di creazione di uno spazio mentale comune, in cui l’amicizia e la cultura si intrecciano in modo indissolubile.
Mi trovo pienamente nello spirito dell’autore. La difficoltà che riscontro è il fatto che pochi siano gli amici amanti della lettura e, anche tra chi l’ama, il tempo dedicato a leggere varia molto. Leggere lo stesso libro nello stesso momento diventa molto improbabile. Altrettanto improbabile trovare il tempo insieme per una vacanza dal mondo.
Spazio mentale condiviso
Altro concetto chiave che merita un approfondimento.
L’espressione “spazio mentale condiviso” si riferisce a un concetto chiave per comprendere la dinamica dell’amicizia tra Geoffroy de Lagasnerie, Didier Eribon ed Édouard Louis, come descritto nel testo e nella nostra conversazione precedente. Questo spazio non è un luogo fisico, ma una dimensione intellettuale ed emotiva che si crea e si nutre attraverso le loro interazioni e le loro pratiche condivise.
Ecco alcuni aspetti che definiscono e caratterizzano lo “spazio mentale condiviso”:
- Origine nella Relazione: Lo spazio mentale condiviso non è preesistente, ma si genera e si evolve a partire dalla loro relazione amicale. È il prodotto delle conversazioni, delle esperienze, delle letture e delle riflessioni che essi condividono.
- Influenza reciproca: Lo spazio mentale condiviso è uno spazio dove ciascun membro del trio è influenzato ed influenzabile dagli altri due. Le letture, i pensieri, le esperienze dell’uno diventano parte del bagaglio culturale e mentale di tutti e tre.
- Condivisione di Saperi e Percezioni: Attraverso le loro interazioni, gli autori mettono in comune i loro saperi, le loro idee, le loro interpretazioni del mondo e le loro sensazioni. Questo scambio continuo porta alla creazione di un orizzonte intellettuale e percettivo comune.
- Letture Condivise: Le letture condivise sono un elemento cruciale nella creazione di questo spazio mentale. Attraverso la lettura e la discussione degli stessi testi, gli autori si confrontano con le stesse idee e sviluppano una comprensione comune dei temi e dei concetti.
- Conversazioni Costanti: Le conversazioni sono il mezzo principale attraverso cui questo spazio mentale viene costruito e mantenuto. Le loro discussioni coprono una vasta gamma di argomenti, dalla letteratura alla politica, dalla vita quotidiana alle riflessioni teoriche, e avvengono in maniera quasi ininterrotta.
- Incorporazione di Prospettive: Attraverso le conversazioni e le letture condivise, ognuno dei tre incorpora prospettive e conoscenze degli altri, arrivando a possedere un bagaglio intellettuale arricchito dal contributo di tutti.
- Assenza di Confini: In questo spazio, le idee e le sensazioni non appartengono a un singolo individuo ma fluiscono tra tutti e tre. Ciò significa che si può generare uno scambio di input anche su argomenti sui quali non si ha una conoscenza diretta ma si è stati esposti attraverso gli altri due.
- Influenza sul Lavoro Creativo: Lo spazio mentale condiviso influenza profondamente il loro lavoro creativo, sia nella scrittura che in altri ambiti. Le idee che nascono dalle loro conversazioni, i concetti che apprendono dalle loro letture e le prospettive che si scambiano diventano parte integrante delle loro opere.
- Identità Collettiva: Lo spazio mentale condiviso contribuisce a creare un’identità collettiva e un modo di pensare distintivo, che li caratterizza come gruppo e che è allo stesso tempo una delle colonne portanti della loro amicizia.
- “Usina Culturale”: Il testo paragona questo spazio condiviso a una sorta di “fabbrica culturale”, dove ciascuno apporta il suo contributo, e tutti e tre producono in modo sinergico un output intellettuale e creativo. Questo spazio è mobile e permanente, consentendo un continuo interscambio di saperi, pensieri e prospettive.
- Orizzonte Mentale Comune: Lo spazio mentale condiviso crea un orizzonte mentale comune, dove le esperienze, le letture e le riflessioni personali si fondono e si arricchiscono a vicenda. Questo orizzonte funge da base per le loro interazioni e le loro attività comuni.
Ciò che rende l’esperienza dell’autore e dei suoi due amici unica è il fatto che tutti e tre sono lavoratori della conoscenza, che lavorano con la scrittura. Ciò rende unico il loro legame sul piano intellettuale. Nella realtà è quasi impossibile trovare persone che abbiano una vita intellettuale intensa, relazioni sociali e mente aperta. Mi piacerebbe ritrovarmi in una situazione simile. Non è facile replicarla, non allo stesso modo. Purtroppo.
Temporalità queer
In un post precedente discutevo di temporalità queer. Cosa non è questa amicizia a tre se non una espressione di questo concetto? NotebookLM concorda che la mia intuizione è corretta:
La temporalità queer, in generale, si riferisce a un’esperienza del tempo non lineare, non conforme alle norme eteronormative e spesso caratterizzata da una rottura con le traiettorie di vita convenzionali. Questa temporalità può manifestarsi attraverso la sperimentazione, la fluidità, la non-conformità e la resistenza ai ritmi sociali dominanti.
Analizziamo ora come la “vita a tre” descritta nel testo si relaziona a questa idea:
- Rottura con la temporalità lineare e normativa: La “vita a tre” di Geoffroy de Lagasnerie, Didier Eribon ed Édouard Louis si presenta come una rottura consapevole con la temporalità lineare e convenzionale della società. La loro relazione non segue le tappe prestabilite della vita (studi, matrimonio, figli, lavoro, pensione). Si sottrae anche alla temporalità familiare, con la celebrazione del Natale insieme, in alternativa alle tradizionali feste in famiglia. Questa rottura con il tempo “normale” suggerisce una vicinanza con la temporalità queer, in quanto entrambe cercano di sovvertire le aspettative sociali e i ritmi imposti.
- Costruzione di un tempo proprio: La “vita a tre” implica una costruzione attiva di un tempo proprio, con rituali, ricorrenze e una quotidianità condivisa. Questo “tempo a tre” non è un tempo statico, ma un flusso continuo, caratterizzato da una comunicazione costante. La loro routine di risveglio e di addormentamento, per esempio, dimostra un’intenzione di creare un tempo che appartiene specificatamente a loro. Questo aspetto di autodeterminazione del tempo è una caratteristica della temporalità queer, che si oppone all’omogeneizzazione dei ritmi imposti dalla società.
- Intensità e continuità: La “vita a tre” si caratterizza per la sua intensità e continuità, con una comunicazione e una presenza quasi costante. Questa quotidianità condivisa e il ritmo continuo si discostano dalla frammentarietà e dall’intermittenza tipiche delle relazioni sociali tradizionali. La centralità della relazione nella loro vita quotidiana si oppone a un’idea di tempo lineare, segnato dalle tappe della vita sociale standard. Anche questa caratteristica potrebbe essere vista in sintonia con l’idea di una temporalità queer.
- Disponibilità e sincronizzazione: La “vita a tre” si basa su un’etica della disponibilità reciproca e della sincronizzazione delle esistenze. I tre si adattano ai ritmi degli altri, creando un tempo condiviso in cui la relazione è prioritaria. Questo aspetto potrebbe essere interpretato come una forma di resistenza ai ritmi individualistici della società, ma anche come una distanza dalle traiettorie convenzionali che impongono un tempo orientato al successo e alla produttività. Questa negoziazione e condivisione del tempo si avvicina alla non-linearità e alla fluidità associate alla temporalità queer.
- Rifiuto del “familialo-matinalismo”: La “vita a tre” si scontra con il “familialo-matinalismo”, ossia la tendenza a privilegiare i ritmi e le esigenze delle famiglie, specialmente quelli delle famiglie con figli, nelle decisioni collettive. Il loro rifiuto di conformarsi a questi ritmi familiari, con le riunioni di lavoro fissate al mattino, indica un’opposizione al tempo convenzionale. Questo rifiuto è in linea con la resistenza alla temporalità dominante tipica della temporalità queer.
- L’amicizia come “spazio di auto-fondazione”: L’amicizia “creatrice” di de Lagasnerie, Eribon e Louis è uno spazio dove si costruiscono autonomamente, al di fuori delle norme sociali. Questa auto-fondazione implica la creazione di un tempo personale e di una propria temporalità non imposta dall’esterno, un aspetto che è parte dell’idea della temporalità queer.
Possibili punti di divergenza:
- La durata: Pur essendo una temporalità non-lineare e alternativa rispetto ai ritmi sociali dominanti, la vita a tre è caratterizzata da una forte intensità e continuità e ha una sua forma di permanenza nel tempo. La temporalità queer, d’altra parte, potrebbe essere più frammentata, effimera e non necessariamente orientata alla stabilità a lungo termine. Le fonti sottolineano la fragilità del legame amicale e la necessità di un impegno costante per mantenerlo.
- L’eterogeneità delle esperienze: Il testo si concentra sull’esperienza specifica di tre individui, tutti autori e intellettuali, che condividono background e aspirazioni simili. La temporalità queer, invece, può esprimere una maggiore eterogeneità di esperienze, legata a diverse identità e soggettività marginalizzate.
In conclusione:
Nonostante la “vita a tre” non si presenti esplicitamente come un’esperienza queer, essa condivide con la temporalità queer importanti aspetti, come la rottura con la temporalità lineare e normativa, la costruzione di un tempo proprio e la resistenza ai ritmi sociali dominanti. Tuttavia, la forte continuità e il focus su una singola esperienza collettiva potrebbero distinguere la “vita a tre” da una temporalità queer più fluida e frammentata. In ogni caso, l’esperienza di de Lagasnerie, Eribon e Louis rappresenta un’interessante esplorazione di un tempo alternativo, che si allontana dalle norme sociali e si avvicina, per alcuni aspetti, all’idea di una temporalità queer.
Il familialo-matinalismo
Visto che questo concetto è citato, ho chiesto un focus di approfondimento:
Il termine “familialo-matinalismo” si riferisce a una tendenza sociale che privilegia i ritmi e le esigenze delle famiglie, in particolare quelle con figli, nell’organizzazione della vita quotidiana e delle attività collettive. Questa tendenza si manifesta in diverse sfere della vita pubblica e privata, imponendo un ritmo “familiare” come norma e marginalizzando altre forme di vita.
Ecco alcuni aspetti chiave del familialo-matinalismo, secondo quanto emerge dalle fonti:
- Priorità ai ritmi familiari: Il familialo-matinalismo pone al centro i ritmi dettati dalle esigenze familiari, in particolare quelle legate alla cura dei figli. Questo si traduce spesso nella programmazione di attività e riunioni nelle prime ore della giornata, perché si presume che le persone con figli siano già sveglie e quindi più disponibili.
- Imposizione di un ritmo standard: Il familialo-matinalismo impone un ritmo di vita uniforme che non tiene conto della pluralità dei ritmi individuali. Questa standardizzazione del tempo favorisce chi si adegua al ritmo familiare e penalizza chi ha altri ritmi o stili di vita, come chi non ha figli, chi ha orari di lavoro flessibili o chi predilige la sera.
- Matinalismo come espressione del familialismo: Il termine “matinalismo” è spesso usato come sinonimo di familialismo, in quanto le attività collettive vengono programmate al mattino per agevolare le persone con figli, considerate prioritarie rispetto ad altri. Questo implica che il mattino è percepito come il momento “evidente” e “privilegiato” per le attività sociali, senza considerare altre possibili opzioni.
- Potere sul tempo degli altri: Il familialo-matinalismo si traduce spesso in un potere sul tempo degli altri, dove le esigenze di chi ha figli prevalgono su quelle di chi non ne ha. Questo si manifesta, ad esempio, nell’organizzazione di seminari o incontri di lavoro al mattino, ignorando le esigenze di chi preferisce altri orari o ha difficoltà a partecipare a causa di altri impegni.
- Critica della resistenza: Chi si oppone al familialo-matinalismo, rifiutando di adeguarsi ai ritmi imposti, è spesso visto come “capriccioso” o “poco collaborativo”. Questa critica rivela una profonda interiorizzazione della norma familiare, che viene percepita come un’esigenza legittima a cui tutti dovrebbero conformarsi. Chi non si adegua viene visto con sospetto e biasimato, come se la sua scelta di vivere in modo diverso fosse un’ingiustizia nei confronti delle famiglie.
- Opposizione alla idiorytmia: Il familialo-matinalismo si oppone al concetto di idiorytmia, che consiste nella ricerca di ritmi personali e non imposti dall’esterno. L’idiorytmia, secondo Barthes, è l’esatto opposto del sistema familiare, in quanto quest’ultimo tende a imporre ritmi e vincoli collettivi, limitando l’esperienza di un tempo individuale.
- Esempio concreto: Le fonti riportano un esempio di come il familialo-matinalismo si manifesta nel mondo accademico e della ricerca, dove le direzioni insistevano affinché i seminari collettivi si svolgessero al mattino, per venire incontro alle esigenze delle persone con figli. Questo mostra come anche in contesti che dovrebbero essere caratterizzati da una maggiore flessibilità e apertura, il modello familiare continui a essere dominante.
In sintesi, il familialo-matinalismo è una forma di potere sociale che impone un ritmo di vita basato sulle esigenze familiari, marginalizzando le altre forme di esistenza e i diversi ritmi individuali. Questa tendenza si manifesta con la programmazione di attività collettive al mattino, un momento che viene percepito come normale e privilegiato, senza considerare la varietà di esperienze e stili di vita.
La nostra società è imperniata su regole, scritte e non scritte, volte a privilegiare chi è sposato e ha figli. Bene rendersene conto.
3. Un’aspirazione al fuori di Geoffroy de Lagasnerie sarà un libro da leggere e da consigliare a diversi amici. Una occasione di pensare modelli alternativi di relazione e di riflettere su noi stessi.

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