I cinque secchi del successo: come riempirli per raggiungere il tuo potenziale

Mi diverte prendere un libro che comprende consigli numerati e farlo analizzare da NotebookLM per distillarne il sapere e per carpirne i principi guida. Questo ho fatto con L’arte di comandare in 32 regole di Steven Bartlett.

Il testo presenta un estratto da “L’arte di comandare in 32 regole” di Steven Bartlett, un manuale di leadership che propone 32 principi suddivisi in tre pilastri: il sé, la storia e la filosofia. Bartlett offre consigli pratici su come sviluppare competenze, costruire una forte identità personale, utilizzare lo storytelling, gestire le convinzioni e l’assuefazione, e creare un brand di successo. Il libro si basa su studi scientifici di psicologia e neuroscienze, integrando aneddoti personali e casi studio per illustrare i concetti. L’enfasi è sulla creazione di valore percepito, sulla gestione del fallimento e sulla costruzione di una cultura aziendale solida. Infine, il testo sottolinea l’importanza della disciplina e della consapevolezza della propria mortalità per raggiungere gli obiettivi prefissati.


Le 32 regole di successo per un freelance 50enne

Uno dei punti di forza di uno strumento come NotebookLM è che posso chiedergli di sintetizzare un concetto con una chiave di lettura.

Ecco un raggruppamento delle regole del libro “L’arte di comandare in 32 regole semplici ed efficaci” di Steven Bartlett, pensate per un freelance di 50 anni con esperienza:

Fondamenta del Successo Personale e Professionale (Pilastro: Il Sé)

  • Regola 1: Riempi i tuoi cinque secchi nell’ordine giusto. Come freelance con esperienza, sai che la conoscenza e le competenze sono la base. Non puntare subito ai guadagni (risorse) o alla reputazione. Prima, investi nel tuo sapere e nelle tue abilità. Questo significa aggiornarsi e rimanere rilevanti.
  • Regola 2: Per padroneggiare qualcosa, devi importi di insegnarla. A 50 anni, hai accumulato un bagaglio di competenze. Insegnare, magari attraverso blog, corsi o consulenze, ti costringe a sistematizzare le tue conoscenze e rafforzarle.
  • Regola 7: Non scendere mai a compromessi sulla tua storia-di-sé. A questa età, la tua storia personale e professionale è un asset. Non permettere a nessuno di sminuirla o modificarla.
  • Regola 8: Non combattere mai una cattiva abitudine. Invece di lottare contro le abitudini negative, sostituiscile con nuove abitudini positive che ti aiutino a raggiungere i tuoi obiettivi.
  • Regola 9: Dai sempre priorità al tuo primo fondamento. La salute fisica e mentale è fondamentale, soprattutto a 50 anni. Non trascurare l’esercizio, il sonno e il benessere mentale.

Comunicazione e Networking (Pilastro: La Storia)

  • Regola 3: Non dichiararti mai in disaccordo. Invece di contestare, cerca un terreno comune. Il confronto costruttivo è più efficace del disaccordo frontale.
  • Regola 10: Le assurdità inutili ti definiscono molto più delle cose pratiche e utili. Anche per un freelance, un elemento distintivo (un logo particolare, un modo di comunicare unico) può farti emergere. Non aver paura di essere riconoscibile.
  • Regola 11: Evita a tutti i costi la carta da parati. Utilizza un linguaggio chiaro e diretto, evitando termini abusati o slogan. Sii originale nel modo in cui comunichi la tua professionalità.
  • Regola 15: La cornice conta più del dipinto. Come presenti i tuoi servizi è cruciale quanto la qualità stessa del tuo lavoro. Cura la tua immagine professionale.
  • Regola 18: Combatti per i primi cinque secondi. L’attenzione è preziosa. Sia che si tratti di un’email, di una presentazione o di un colloquio, assicurati di catturare l’interesse fin da subito.

Strategie per il Successo (Pilastro: La Filosofia)

  • Regola 19: Devi sgobbare sulle piccole cose. La cura dei dettagli, la puntualità e la precisione sono fondamentali per costruire una solida reputazione come freelance. Il successo non è una questione di fortuna ma di disciplina e attenzione ai particolari.
  • Regola 20: Una piccola mancanza oggi crea una grave mancanza domani. L’accumulo di piccole mancanze porta a grandi problemi. Prenditi cura di tutti gli aspetti del tuo business per evitare brutte sorprese.
  • Regola 21: Devi perdere meglio dei tuoi concorrenti. Non aver paura di sperimentare e imparare dai tuoi errori. Il fallimento è una parte naturale del percorso.
  • Regola 22: Devi pensare solo al Piano A. Concentrati al massimo sul tuo obiettivo principale. Non disperdere energie in piani alternativi che ti distraggono dal tuo percorso.
  • Regola 24: Devi trasformare la pressione in un privilegio. La pressione è inevitabile, trasformala in una spinta motivazionale.
  • Regola 25: Il potere della manifestazione negativa. Anticipare i problemi ti permette di prevenirli o di mitigarli. Non avere paura di chiederti cosa potrebbe andare storto.
  • Regola 26: Le competenze non valgono niente, ma il contesto è prezioso. Non sottovalutare le tue competenze, ma prova ad applicarle in contesti diversi. Il valore delle tue competenze dipende dal contesto.
  • Regola 27: La formula della disciplina: morte, tempo e disciplina! Il tempo è limitato. Sii disciplinato nell’uso del tuo tempo e focalizzati sugli obiettivi che ti porteranno successo. La disciplina è un fattore chiave per la realizzazione dei tuoi obiettivi.

Collaborazione e Delegazione (Pilastro: La Squadra)

  • Regola 28: Chiedi chi, non come. Non cercare di fare tutto da solo. Delega ciò che non è fondamentale, cercando collaboratori competenti.
  • Regola 31: Sfrutta il potere del progresso. Celebra ogni piccolo progresso e usa questo per mantenere alta la tua motivazione e quella dei tuoi collaboratori.

Regole da considerare con cautela:

  • Regola 5: Devi abbracciare comportamenti bizzarri. Questa regola è più adatta a un contesto aziendale, ma per un freelance può significare essere aperti all’innovazione e alla sperimentazione, senza però diventare eccentrici in modo controproducente.
  • Regola 6: Chiedi invece di affermare. L’effetto domanda-comportamento. Funziona meglio quando la domanda è specifica e mirata ad ottenere un determinato comportamento. Usala con i tuoi clienti per indirizzarli verso le scelte migliori.
  • Regola 12: Devi far incazzare la gente. Questa regola va interpretata nel senso di non aver paura di esprimere la tua opinione e di non piacere a tutti ma per un freelance con esperienza, è più utile fidelizzare la clientela.
  • Regola 13: Psychological moonshot: spara per primi i tuoi colpi speciali. Concentrati sulla qualità del servizio che offri.
  • Regola 14: L’attrito può generare valore. Questa regola è utile per i brand, non per i freelance.
  • Regola 16: Sfrutta l’effetto Ricciolidoro a tuo vantaggio. Questa è una strategia per la vendita, quindi se hai un prodotto, allora questo può essere utile.
  • Regola 17: Falli provare, e compreranno. Se offri un servizio prova a farti conoscere per ottenere clienti.
  • Regola 23: Non fare lo struzzo. Questa regola serve soprattutto nelle grandi aziende.
  • Regola 29: Crea una mentalità da setta. Questa regola è utile se hai una squadra, non per i freelance.
  • Regola 30: Le tre asticelle per una grande squadra. Utile nel caso di collaboratori fissi o di una piccola squadra.
  • Regola 32: Sii un capo incoerente. Questa regola è adatta alla gestione di un team.

Alcune regole valgono anche per me, altre no. Tutte e in ordine le trovi alla fine dell’articolo.

Torna il tema dell’apprendimento continuo, propria nella regola n.1!

I cinque secchi

I “cinque secchi” rappresentano un modello per comprendere il potenziale umano e il raggiungimento di grandi obiettivi. Secondo il testo, questi cinque “secchi” sono:

  • Ciò che sai (il tuo sapere): la conoscenza acquisita attraverso l’istruzione, la formazione e l’esperienza.
  • Ciò che sai fare (le tue competenze o skill): l’applicazione pratica della tua conoscenza, che si traduce in abilità e capacità concrete.
  • Chi conosci (la tua rete): le tue relazioni professionali e personali, che possono fornire opportunità, supporto e risorse.
  • Ciò che hai (le tue risorse): i mezzi materiali, finanziari e tecnologici a tua disposizione.
  • Ciò che il mondo pensa di te (la tua reputazione): l’immagine che gli altri hanno di te, la tua credibilità e l’affidabilità.

Il testo sottolinea che questi “cinque secchi” sono interconnessi e che riempire uno di essi aiuta a riempire anche gli altri. L’ordine in cui questi secchi vengono riempiti è fondamentale per massimizzare il proprio potenziale. In genere, si inizia con l’acquisizione di conoscenze, che portano allo sviluppo di competenze. Queste competenze, a loro volta, aumentano il valore professionale e conducono all’espansione della propria rete di contatti. Una solida rete apre le porte all’accesso a risorse, e quando si hanno conoscenze, competenze, una rete e delle risorse, si costruisce anche una buona reputazione.

L’accumulo di conoscenza e abilità è considerato più importante dell’accumulo di ricchezza. La vera prosperità risiede nel sapere e nel saper fare. Coloro che raggiungono grandi risultati hanno dedicato anni, spesso decenni, a riempire questi cinque secchi. Solo quando tutti e cinque i secchi sono pieni, si ha il potenziale per cambiare il mondo.

La scienza dietro ai consigli

Nella sintesi del libro si parla di studi scientifici. Ho chiesto quali:

Il libro cita numerosi studi scientifici che supportano le regole presentate. Ecco alcuni dei principali ambiti di ricerca e studi menzionati:

  • Neuroscienze e comunicazione: Uno studio di Tali Sharot, professoressa di Neuroscienza cognitiva, pubblicato su “Nature Neuroscience”, ha monitorato l’attività cerebrale durante discussioni per capire cosa accade nel cervello quando si è in disaccordo. Questo studio rivela come le polemiche non siano efficaci per cambiare le convinzioni, e sottolinea l’importanza di ascoltare e far sentire l’altro “capito”. La ricerca di Sharot evidenzia anche come il cervello metta in relazione nuove prove con quelle già acquisite, e come la fiducia nelle prove esistenti e in quelle nuove influenzi il cambiamento di convinzioni.
  • Psicologia della persuasione: Il libro fa riferimento al lavoro di Robert Cialdini nel suo libro “Le armi della persuasione”, che spiega come l’autorità di una persona possa influenzare le nostre convinzioni. Cialdini sottolinea come ci rimettiamo all’autorità di qualcuno su un determinato argomento, adottando le sue convinzioni.
  • Dissonanza cognitiva: Viene citato lo psicologo che ha coniato il termine dissonanza cognitiva, un fenomeno che si verifica quando ciò che si è non combacia con la versione migliore di sé. Il libro spiega come la dissonanza cognitiva possa essere utilizzata a proprio vantaggio, evidenziando come il malessere psichico che si prova quando c’è un disallineamento tra chi si è e chi si vorrebbe essere può diventare una leva per il cambiamento.
  • “Grit” e perseveranza: Il libro si rifà a una ricerca di Angela Duckworth dell’Università della Pennsylvania, che ha analizzato la tempra mentale, la perseveranza e la passione di cadetti di West Point. Lo studio ha dimostrato che l’indicatore più accurato del successo non era la forza fisica o l’intelligenza, ma la tempra mentale combinata alla determinazione nel conseguire obiettivi a lungo termine. I cadetti con un solo punto in più nella “Grit Scale” avevano il 60% in più di probabilità di successo.
  • Effetto del “priming”: Uno studio del 1995 ha fatto ricorso al “priming” per mostrare come la minaccia rappresentata dai pregiudizi influenzi la storia di sé. I ricercatori hanno sottoposto un gruppo di studenti a un test di vocabolario dopo aver posto domande sulla loro etnia ad alcuni studenti neri, il risultato ha mostrato come questi studenti abbiano ottenuto risultati peggiori.
  • Forza di volontà e abitudini: Il libro fa riferimento a studi sull’”esaurimento della forza di volontà” e a ricerche che dimostrano come sia più efficace sostituire le cattive abitudini con altre positive. Si spiega come la forza di volontà sia una risorsa limitata e come sia più efficace concentrarsi su piccoli cambiamenti per non esaurirla.
  • Assuefazione e saturazione semantica: Vengono citati studi sul fenomeno dell’assuefazione, che mostra come il cervello reagisca a stimoli ripetuti ignorandoli o ridimensionandone il significato. Leon James ha dimostrato come la saturazione semantica sia all’opera in tutto ciò che vediamo, annusiamo e ascoltiamo.
  • L’effetto di mera esposizione: Il libro menziona gli studi di Zajonc, che ha dimostrato come le persone giudichino più positivamente le cose che hanno visto più volte.
  • Psicologia del marketing e dell’esperienza cliente: Gli “Uber Labs” hanno condotto ricerche sui principi psicologici che influenzano la soddisfazione dei clienti, come l’avversione all’ozio, la trasparenza operativa e l’effetto gradiente della meta.
  • Effetto dotazione: Uno studio del 2009 dell’Università del Wisconsin ha dimostrato come toccare un oggetto o anche solo immaginare di possederlo ne aumenti il valore percepito. Il libro cita anche uno studio con scimpanzé per dimostrare come l’effetto dotazione sia presente anche nei primati.
  • Durata dell’attenzione: Uno studio di Microsoft del 2015 ha monitorato l’attività cerebrale di 2000 partecipanti, rivelando come la durata media dell’attenzione si sia ridotta da 12 a 8 secondi.
  • Il potere dell’effetto domanda-comportamento: Una ricerca di scienziati di quattro università americane ha scoperto che, quando si tratta di influenzare il proprio comportamento o quello degli altri, domandare è meglio che affermare.
  • Filosofia Kaizen e suggerimenti: Viene citata la filosofia kaizen di Toyota, che incoraggia il miglioramento continuo attraverso i suggerimenti dei dipendenti. Il libro spiega come il successo del sistema Toyota dipenda dal ruolo del “coach delle idee”.
  • Motivazione intrinseca e incentivi: Uno studio della London School of Economics and Political Sciences ha dimostrato come gli incentivi finanziari possano ridurre la motivazione intrinseca.
  • Sperimentazione e fallimento: Vengono citati esempi di aziende come Booking.com e Amazon che hanno sviluppato piattaforme per la sperimentazione e l’innovazione, sottolineando come il fallimento sia parte integrante del processo.
  • Il metodo pre-mortem: Il libro descrive il metodo pre-mortem, una tecnica per prendere decisioni sviluppata da Gary Klein, che incoraggia a pensare al fallimento prima che il progetto inizi. Alcuni studi hanno dimostrato come questo metodo possa aumentare la capacità di identificare le ragioni del fallimento di circa il 30%.
  • Studio sullo stress: Uno studio dell’Università del Wisconsin su 30.000 adulti ha mostrato come lo stress sia dannoso solo se si crede che lo sia.
  • Il potere delle piccole vittorie: Una ricerca di Teresa Amabile sulla “Harvard Business Review” ha mostrato come il progresso, anche incrementale, sia associato a emozioni positive e a un’elevata motivazione.

Questi studi scientifici forniscono una base solida per le regole presentate nel libro, evidenziando come la psicologia e le neuroscienze possano aiutarci a comprendere meglio il comportamento umano e a raggiungere i nostri obiettivi.

Si può essere scettici sulla scienza in questo libro?

Manifestazione negativa? A leggere bene qualcosa sembra pseudoscienza o quanto meno scienza discussa, all’interno del mondo scientifico. Che ne pensa NotebookLM? L’approccio critico paga, sempre.

Il testo presenta diversi studi e concetti, alcuni dei quali potrebbero essere discussi o interpretati in modi diversi. È importante notare che il testo stesso non esprime esplicitamente quali studi siano “discutibili”, ma presenta alcune aree in cui si può applicare un pensiero critico:

  • L’effetto della manifestazione negativa: Il testo promuove l’idea di visualizzare il fallimento come strumento per il successo. Questa tecnica, definita “pre mortem”, è presentata come un metodo per identificare potenziali problemi. Tuttavia, questo approccio potrebbe essere controverso, perché potrebbe portare a un eccessivo pessimismo e a un’autoprofezia negativa. Sebbene il testo sottolinei che questa pratica è complementare al pensiero positivo, è importante considerare il rischio di un’eccessiva focalizzazione sugli aspetti negativi. La validità e l’efficacia di questa pratica potrebbero dipendere dal contesto specifico e dalla personalità di chi la applica.
  • La validità degli studi sulla forza di volontà: Il testo menziona studi che dimostrano come la forza di volontà sia una risorsa limitata. Questa idea è utilizzata per sostenere che combattere le cattive abitudini è una strategia inefficace. La controversia in questo ambito riguarda la misura in cui la forza di volontà è una risorsa limitata, con alcuni studi che suggeriscono che essa può essere rafforzata attraverso la pratica e la disciplina. Il concetto di “esaurimento della forza di volontà” potrebbe essere considerato discutibile.
  • Generalizzazione degli studi psicologici: Molti degli studi citati nel libro sono basati su esperimenti di laboratorio o su campioni specifici di individui. La generalizzazione di questi risultati a contesti più ampi e a diverse popolazioni potrebbe essere problematica. Ad esempio, gli studi sulla dissonanza cognitiva potrebbero non applicarsi allo stesso modo in tutte le culture.
  • L’enfasi sull’irrazionalità del comportamento umano: Il testo sottolinea come le decisioni umane siano spesso irrazionali, guidate da emozioni, pregiudizi e istinti primordiali. Sebbene questo sia un punto di vista condiviso in psicologia comportamentale, è importante non cadere nel determinismo. Le persone sono in grado di esercitare la razionalità e di apprendere dai propri errori, e gli studi che enfatizzano l’irrazionalità potrebbero essere interpretati in modo eccessivamente pessimistico.
  • L’efficacia del “chiedere invece di affermare”: Il testo sostiene che porre domande, soprattutto quelle che richiedono una risposta binaria, è più efficace per influenzare il comportamento rispetto alle affermazioni. Nonostante il “question-behavior effect” sia supportato da evidenze scientifiche, l’efficacia di questa tecnica potrebbe dipendere dal contesto e dalle caratteristiche specifiche della persona o del gruppo da influenzare. Inoltre, un eccessivo affidamento su questo tipo di domande potrebbe essere percepito come manipolativo.
  • L’applicazione del metodo “kaizen”: Il testo descrive il sistema kaizen di Toyota come un modo efficace per raccogliere suggerimenti dai dipendenti. Tuttavia, l’applicazione di questo sistema potrebbe non essere adatta a tutte le aziende o culture organizzative. Il successo del kaizen dipende da una cultura aziendale basata sulla fiducia, sull’apertura e sulla partecipazione attiva dei dipendenti. Inoltre, il testo non discute apertamente potenziali svantaggi di questo approccio, che potrebbero includere un eccessivo focus su piccoli miglioramenti a scapito di innovazioni più radicali.
  • L’idea di “non scendere a compromessi sulla propria storia di sé”: Il testo enfatizza la necessità di costruire una storia di sé forte e positiva. Sebbene questo possa essere motivante, il rischio è quello di non affrontare i propri limiti e i propri difetti. Una visione troppo rigida della “storia di sé” potrebbe impedire la crescita e l’adattamento al cambiamento.

In conclusione, mentre il testo presenta una serie di studi e concetti interessanti, è importante adottare un approccio critico e valutare la validità e l’applicabilità di queste idee a contesti specifici. Molti dei principi presentati nel libro possono essere utili se applicati con moderazione e consapevolezza dei limiti. Il libro enfatizza l’importanza di essere aperti a nuove prospettive e di mettere in discussione le proprie convinzioni, e questo vale anche per i concetti presentati nel libro stesso.


Un altro libro che non consiglierei, né che leggerei pagina per pagina, ma da cui è possibile prendere più di uno spunto.

Investire su sapere e competenze. Insegnare per imparare. Coltivare il benessere psicofisico, a tutte le età. Sostituire le cattive abitudini con altre buone abitudini.

Alla fine cosa è questo (e gli altri post della serie dei libri analizzati con NotebookLM) se non un mio modo personale di insegnare per imparare, investendo su sapere e competenze, coltivando il mio benessere?

P.S.

Se ti aspettavi di trovare le 32 regole in chiave neutra, eccole qua:

Le 32 regole del libro “L’arte di comandare in 32 regole semplici ed efficaci” di Steven Bartlett sono suddivise in quattro pilastri principali: Il Sé, La Storia, La Filosofia e La Squadra.

Ecco le regole ordinate per pilastro:

PRIMO PILASTRO. IL SÉ

  • REGOLA 1: Riempi i tuoi cinque secchi nell’ordine giusto. Questa regola illustra i cinque “secchi” che compongono il potenziale umano: conoscenza, competenza, valore professionale, rete, risorse e reputazione, e l’ordine in cui riempirli.
  • REGOLA 2: Per padroneggiare qualcosa, devi importi di insegnarla. Insegnare è un modo efficace per imparare e padroneggiare qualsiasi argomento.
  • REGOLA 3: Non dichiararti mai in disaccordo. Iniziare una conversazione da un punto d’accordo aumenta le possibilità di far accettare le proprie argomentazioni.
  • REGOLA 4: Non puoi scegliere in cosa credere. Le convinzioni possono essere cambiate esponendosi a nuove informazioni.
  • REGOLA 5: Devi abbracciare comportamenti bizzarri.
  • REGOLA 6: Chiedi invece di affermare. L’effetto domanda-comportamento. Fare domande binarie, che richiedono un “sì” o un “no”, è più efficace per spingere qualcuno a comportarsi nel modo desiderato.
  • REGOLA 7: Non scendere mai a compromessi sulla tua storia-di-sé. La “storia-di-sé” determina la propria tempra mentale. Le prove di chi siamo derivano dalle scelte che facciamo di fronte alle avversità.
  • REGOLA 8: Non combattere mai una cattiva abitudine. Per eliminare una cattiva abitudine, è più efficace sostituirla con una nuova, meno dannosa.
  • REGOLA 9: Dai sempre priorità al tuo primo fondamento. La salute è il primo fondamento e va tutelata.

SECONDO PILASTRO. LA STORIA

  • REGOLA 10: Le assurdità inutili ti definiscono molto più delle cose pratiche e utili. La reputazione di un marchio è determinata più dalla sua inutilità e assurdità che dalla sua praticità.
  • REGOLA 11: Evita a tutti i costi la carta da parati. Il cervello si assuefà a stimoli ripetitivi, è quindi necessario evitare espressioni abusate.
  • REGOLA 12: Devi far incazzare la gente. Non aver paura di alienare una parte del pubblico con messaggi forti.
  • REGOLA 13: Psychological moonshot: spara per primi i tuoi colpi speciali. I clienti giudicano un’esperienza in base al suo picco e alla sua fine.
  • REGOLA 14: L’attrito può generare valore. A volte, rendere peggiore l’esperienza può aumentare la percezione di valore.
  • REGOLA 15: La cornice conta più del dipinto. Il contesto in cui un prodotto viene presentato influisce sulla percezione del suo valore.
  • REGOLA 16: Sfrutta l’effetto Ricciolidoro a tuo vantaggio. Offrire un range di opzioni, una economica, una standard e una premium, influenza la percezione del valore.
  • REGOLA 17: Falli provare, e compreranno. L’esperienza di toccare o immaginare di possedere un oggetto aumenta il suo valore percepito.
  • REGOLA 18: Combatti per i primi cinque secondi. I primi cinque secondi sono fondamentali per catturare l’attenzione.

TERZO PILASTRO. LA FILOSOFIA

  • REGOLA 19: Devi sgobbare sulle piccole cose. Il successo dipende dall’attenzione ai piccoli dettagli.
  • REGOLA 20: Una piccola mancanza oggi crea una grave mancanza domani. Piccole deviazioni dalla rotta possono causare grandi problemi nel tempo.
  • REGOLA 21: Devi perdere meglio dei tuoi concorrenti. Fallire rapidamente e spesso è fondamentale per imparare e avere successo.
  • REGOLA 22: Devi pensare solo al Piano A. Concentrare tutte le proprie energie su un unico obiettivo aumenta le probabilità di successo.
  • REGOLA 23: Non fare lo struzzo.
  • REGOLA 24: Devi trasformare la pressione in un privilegio. La pressione può essere vista come un’opportunità di crescita.
  • REGOLA 25: Il potere della manifestazione negativa. Anticipare i possibili fallimenti aiuta a prevenirli.
  • REGOLA 26: Le competenze non valgono niente, ma il contesto è prezioso. Il valore delle competenze dipende dal contesto in cui vengono applicate.
  • REGOLA 27: La formula della disciplina: morte, tempo e disciplina!. La disciplina è fondamentale per il successo e si basa sul valore percepito dell’obiettivo, la gratificazione del processo e il costo psicologico.

QUARTO PILASTRO. LA SQUADRA

  • REGOLA 28: Chiedi chi, non come. È più efficace trovare la persona giusta per un compito che cercare di capire come farlo da soli.
  • REGOLA 29: Crea una mentalità da setta. Una cultura aziendale forte è fondamentale per il successo.
  • REGOLA 30: Le tre asticelle per una grande squadra. Assumere persone che innalzano lo standard e licenziare chi lo abbassa.
  • REGOLA 31: Sfrutta il potere del progresso. Il progresso è un potente motivatore, è quindi necessario dare importanza anche alle piccole vittorie.
  • REGOLA 32: Sii un capo incoerente. I leader di successo sono adattabili e in continua evoluzione.

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