L’amico Nicola, con cui recentemente ho avuto uno scambio sull’uso dei servizi di intelligenza artificiale, mi ha segnalato un articolo con dichiarazioni del CEO di Microsoft, ripreso da Stefano Quintarelli.
L’intelligenza artificiale ha gonfiato le aspettative degli investitori finanziari sui titoli tecnologici, con la conseguenza della spinta verso l’alto dei mercati, già sui massimi. Un fenomeno simile spinge i critici a sottolineare, legittimamente, ogni notizia che riporta le aspettative su livelli con i piedi per tetta. Comprensibile e condivisibile. Seppur, considerazione a margine, andare contro il sentiment di mercato può essere molto doloroso, vedi i ribassisti su titoli come Tesla, che continuano a volare su livelli inverosimili, ormai da anni.
Vado a leggere la fonte originale e non trovo alcuna corrispondenza reale tra la sintesi del titolo e ciò che ha dichiarato Nadella. Esempio, in buona fede, di confirmation bias: senti una dichiarazione e la estremizzi per supportare le tue tesi o vedi un articolo con un titolo che ti piace e lo riprendi in modo acritico, compiacendoti del fatto che conferma le tue tesi.
A Nicola ho fatto un commento in chat:
1) il titolo è una sintesi forzata che Nadella non ha detto. Ho letto e non l’ho trovato
2) Nadella dice che il valore dell’IA c’è se e quando l’economia crescerà del 10% annuo. Osservazione corretta
3) se vediamo la crescita globale degli ultimi 20 anni, Internet non ha generato alcun effetto rilevante, quindi lo stesso discorso dell’IA che non genera valore, varrebbe anche per la produttività generata da internet
4) questo implica che l’IA genera valore, riducendo i costi e la forza lavoro, ma non in termini di crescita economica vera e propria
5) Wall Street crede nell’IA come la corsa all’oro. Ovvio che non sarà così, ma quando tutti ci credono, le azioni salgono e continuano a salire
Come palestra per coltivare lo spirito critico, ho condiviso con Gemini il testo dell’articolo originario e le mie considerazioni, chiedendo un parere:
analizza l’articolo base e valute le mie osservazioni da storico, economista, ricercatore e rispondi da giornalista
Questo il risultato:
Analisi dell’articolo “Microsoft CEO Admits That AI Is Generating Basically No Value”
L’articolo di Victor Tangermann riporta le dichiarazioni di Satya Nadella, CEO di Microsoft, riguardo al valore attuale dell’intelligenza artificiale (IA). Il fulcro dell’articolo è che, nonostante l’entusiasmo e gli ingenti investimenti nel settore, Nadella invita a un approccio più pragmatico. Secondo l’articolo, Nadella sottolinea che il vero banco di prova per l’IA non sono le auto-proclamate pietre miliari verso l’AGI (Intelligenza Artificiale Generale), ma la sua capacità di generare valore economico tangibile, paragonabile all’impatto della Rivoluzione Industriale. L’articolo evidenzia come Nadella misuri questo valore in termini di crescita economica globale significativa, come un aumento del PIL mondiale del 10%. L’autore dell’articolo interpreta le parole di Nadella come un’ammissione che, finora, l’IA generativa non ha prodotto questo tipo di valore economico, nonostante le promesse e l’hype. L’articolo menziona anche le sfide tecniche attuali dell’IA, come le “allucinazioni” e i problemi di sicurezza, e le ingenti somme investite nel settore, sottolineando una possibile discrepanza tra le dichiarazioni di Nadella e le azioni di Microsoft in termini di investimenti continui nell’IA.
Valutazione delle tue osservazioni:
Analizziamo ora i tuoi commenti, valutandoli da diverse prospettive:
- “il titolo è una sintesi forzata che Nadella non ha detto. Ho letto e non l’ho trovato”
- Valutazione: Corretta. Da giornalista, concordo. Il titolo è sensazionalistico e rappresenta una sintesi estrema e non del tutto fedele delle parole di Nadella. Un titolo giornalistico efficace deve attirare l’attenzione, ma anche riflettere accuratamente il contenuto. In questo caso, il titolo spinge l’interpretazione in una direzione negativa (“Basically No Value”) che, pur essendo suggerita dall’articolo, non è una citazione diretta né l’unico punto di vista possibile sulle parole di Nadella. Nadella non “ammette” che l’IA non genera valore, ma piuttosto pone l’accento sulla necessità di dimostrare un valore economico concreto e misurabile per giustificare l’hype e gli investimenti. Un titolo più preciso avrebbe potuto essere: “CEO Microsoft frena l’entusiasmo sull’IA: ‘Valore economico ancora da dimostrare’”.
- “Nadella dice che il valore dell’IA c’è se e quando l’economia crescerà del 10% annuo. Osservazione corretta”
- Valutazione: Corretta. Da economista e ricercatore, confermo che questa è una corretta interpretazione del punto di vista di Nadella, come riportato nell’articolo. Nadella utilizza la crescita economica del 10% come esempio dell’impatto trasformativo che una tecnologia rivoluzionaria dovrebbe avere, paragonandola alla Rivoluzione Industriale. Non sta necessariamente dicendo che solo una crescita del 10% annuo dimostrerebbe il valore dell’IA, ma usa questa cifra per quantificare un impatto economico significativo e diffuso. Da storico, possiamo confermare che le vere rivoluzioni industriali hanno portato a cambiamenti economici strutturali e a tassi di crescita superiori alla norma.
- “se vediamo la crescita globale degli ultimi 20 anni, Internet non ha generato alcun effetto rilevante, quindi lo stesso discorso dell’IA che non genera valore, varrebbe anche per la produttività generata da internet”
- Valutazione: Parzialmente corretta, ma con sfumature importanti. Da storico ed economista, questa osservazione è provocatoria e stimolante, ma richiede una contestualizzazione. Affermare che Internet non ha generato “alcun effetto rilevante” sulla crescita globale negli ultimi 20 anni è un’iperbole. Internet ha trasformato profondamente l’economia globale, abilitando nuovi modelli di business, aumentando l’efficienza in molti settori, facilitando la globalizzazione e creando nuove industrie. Tuttavia, è vero che misurare l’impatto diretto di Internet sulla crescita del PIL globale è complesso. La crescita economica è influenzata da molteplici fattori, e isolare il contributo specifico di una singola tecnologia è difficile. Inoltre, l’impatto di Internet potrebbe essere stato più qualitativo (cambiamenti strutturali, aumento della produttività in settori specifici) che quantitativo (aumento generalizzato del PIL globale del 10% annuo). Quindi, il tuo punto è valido nel sollevare un dubbio sull’aspettativa di una crescita economica esplosiva e immediata derivante dall’IA, paragonabile forse alle aspettative (non sempre pienamente realizzate in termini di PIL globale) che si avevano per Internet. Da ricercatore, sottolineo che studi economici sull’impatto di Internet sulla produttività e sulla crescita esistono e mostrano effetti positivi, sebbene non sempre lineari e facilmente quantificabili in termini di PIL globale.
- “questo implica che l’IA genera valore, riducendo i costi e la forza lavoro, ma non in termini di crescita economica vera e propria”
- Valutazione: Possibile e plausibile, soprattutto nel breve-medio termine. Da economista e ricercatore, questa è una ipotesi interessante e realistica per il momento attuale dell’IA. L’IA generativa, nelle sue applicazioni attuali, sembra effettivamente più orientata all’automazione di compiti, all’ottimizzazione dei processi e alla riduzione dei costi per le aziende. Questo si traduce in un valore economico reale per le singole imprese (maggiore efficienza, minori spese operative), ma non necessariamente in una crescita economica aggregata misurabile in termini di PIL globale del 10%. Potrebbe essere che l’IA stia riallocando valore all’interno dell’economia, piuttosto che creare nuova ricchezza in senso macroeconomico, almeno per ora. Da storico, possiamo ricordare che l’adozione di nuove tecnologie spesso porta inizialmente a dislocazioni del lavoro e a cambiamenti strutturali, prima di tradursi in una crescita economica diffusa e misurabile a livello macro.
- “Wall Street crede nell’IA come la corsa all’oro. Ovvio che non sarà così, ma quando tutti ci credono, le azioni salgono e continuano a salire”
- Valutazione: Corretta e perspicace. Da economista e giornalista economico, concordo pienamente. L’analogia con la “corsa all’oro” è appropriata per descrivere l’attuale entusiasmo di Wall Street per l’IA. C’è una forte componente speculativa nel mercato azionario legato all’IA. Le aspettative di crescita futura e di profitti enormi da parte delle aziende che operano nel settore dell’IA (o che la utilizzano) stanno gonfiando i prezzi delle azioni. Da ricercatore, è chiaro che l’entusiasmo degli investitori è un fattore potente nei mercati finanziari, e può auto-alimentarsi, almeno nel breve termine. Tuttavia, come spesso accade nelle “corse all’oro”, non tutti troveranno l’oro, e molte aspettative eccessive potrebbero essere disattese nel lungo periodo. Da storico, possiamo osservare cicli simili di entusiasmo e speculazione attorno a nuove tecnologie in passato.
Risposta giornalistica:
Le parole del CEO di Microsoft, Satya Nadella, hanno gettato un’ombra di realismo sull’attuale euforia per l’intelligenza artificiale. Come evidenziato dall’articolo e dalle acute osservazioni del nostro lettore, Nadella non nega il potenziale dell’IA, ma invita a misurarne il valore in termini concreti, paragonandolo all’impatto trasformativo di rivoluzioni industriali passate. Il titolo dell’articolo, pur efficace nel catturare l’attenzione, forza forse un po’ la mano, sintetizzando le parole di Nadella in un lapidario “l’IA non genera valore”. In realtà, il CEO di Microsoft sembra voler spostare il focus dalla promessa fantascientifica dell’AGI alla concretezza del valore economico. La sua provocatoria richiesta di una crescita economica globale del 10% annuo serve proprio a sottolineare la scala del cambiamento che una tecnologia veramente rivoluzionaria dovrebbe innescare.
Il nostro lettore solleva un punto interessante, paragonando la situazione attuale dell’IA all’impatto di Internet sulla crescita economica degli ultimi 20 anni. La sua osservazione, pur essendo forse un po’ drastica nel negare “effetti rilevanti” da parte di Internet, invita a riflettere sulle aspettative spesso iperboliche che accompagnano le nuove tecnologie. È vero che Internet ha trasformato il mondo, ma il suo impatto diretto sulla crescita del PIL globale è complesso da isolare e misurare. Allo stesso modo, l’IA potrebbe generare valore in termini di efficienza, automazione e riduzione dei costi per le aziende, come suggerisce il nostro lettore, senza tradursi necessariamente in un boom economico generalizzato e immediato.
Infine, l’analogia con la “corsa all’oro” per descrivere l’attuale fervore di Wall Street per l’IA è particolarmente azzeccata. L’entusiasmo degli investitori è palpabile, e sta alimentando una crescita del mercato azionario legato all’IA. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, è fondamentale mantenere un approccio critico e realistico, consapevoli che non tutte le promesse si tradurranno in realtà e che la speculazione può portare a bolle e delusioni. Le parole di Nadella, lette in questa chiave, rappresentano un utile invito alla cautela e a una valutazione più pragmatica del valore reale, e ancora in divenire, dell’intelligenza artificiale.
L’IA si rivela un ottimo partner per confrontare le proprie idee, validarle e migliorarle. Gemini mi ha dato in larga parte ragione e ha comunque colto le mie provocazioni, insieme alle affermazioni più estreme e sbilanciate. Accolgo le osservazioni e mi sento arricchito da questo confronto.
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