Un giorno di pioggia a Thalpe non è un giorno di pioggia a New York, per parafrasare il titolo di un film di Woody Allen. Che fare in una giornata di tempo nuvoloso e piovoso, quando la principale se non unica attrazione dell’area è il mare e la spiaggia? Poco e tanto.

Per quanto sia inizio marzo e il picco di stagione è appena passato, basta un po’ di pioggia e di previsioni meteo negative per far sì che non ci sia un turista in giro, o quasi. Niente turisti, niente offerta per turisti. In questi giorni l’alba è poco dopo le 6. Sveglio di buon’ora, approfitto dell’assenza di pioggia per andare a fare un giro e vedere qualche spiaggia ancora inesplorata, consapevole che l’acqua è in arrivo. Solo questione di ore (o di minuti) a sentire le previsioni del tempo.
Cammino, cammino e ciò che vedo sono soltanto chioschi chiusi e proprietari assenti. In giro soltanto motorini, auto e autobus, più qualcuno che spazza davanti alla proprietà in cui lavora. Nessun altro in giro. Anche i bar sulla spiaggia sono chiusi, consapevoli che è troppo presto per i turisti e che probabilmente se questo è il tempo è difficile che escano dal proprio albergo o dalla propria stanza. Così è.
Arrivo su una spiaggia dove l’unica anima viva, insieme a un cane, è un uomo che pesca. Dopo un po’ comincia una pioggerella fine. L’uomo si ripara, come il sottoscritto. Curiosità tropicale: la vegetazione non ti ripara. Sarà l’altezza degli alberi, sarà che comunque le foglie generano gocce, ma mi bagno anche sotto le piante. Poco male, è caldo e mi asciugherò in poco tempo, quando mi asciugherò.
Sembra smettere o dare almeno tregua. L’uomo che pesca viene sostituito da un altro uomo. Questo conosce un minimo di inglese e attacca bottone. Solite domande esplorative: da dove vieni, quanti anni hai, sei sposato, stato di famiglia, che lavoro fai, prima volta in Sri Lanka, dove dormi, quanti giorni stai. Domande apparentemente banali, ma che hanno un senso ben preciso. Dedurre informazioni per fare conversazione e per cercare poi di ottenere informazioni utili a venderti qualcosa o a chiederti dei soldi con più probabilità di successo. Questo succede.

L’uomo, 35 anni, è single. Era fidanzato con una donna del posto e lo è stato per sei anni, fino a quando la famiglia di lei ha imposto uno stop. Lei aveva qualche soldo, lui no. Fine della relazione e fine del sesso. Parole sue. Il nostro amico frequenta la stessa spiaggia tutti i giorni per offrire ai turisti informazioni sulle tartarughe che frequentano quel tratto di mare e dare loro un sacchettino di alghe fresche per dare da mangiare alle tartarughe, così da fare foto da mandare agli amici e da postare online e generare ricordi di valore per la vacanza.
Purtroppo la giornata è tale – ricomincia a piovere e questa volta sul serio – che non ci sono turisti e non c’è niente da portare a casa. Domani, dice, il negozio dove compra riso, zucchero e altro gli chiederà il conto del mese e lui non ha soldi. Magari, dice sorridendo, forse è meglio non tornare a casa e passare la notte lì.
Una volta terminato il genuino interessamento a capire chi sono, parte l’offerta di servizi. Magari sono interessato a fare un tour in un’altra zona limitrofa, visto che il tempo è quello che è? Magari mi piace fumare marijuana? Magari mi piace bere? Mi piacciono forse le ragazze? Nel caso ha un amico con una casa lì vicino dove ne avrebbe ben 5 diverse tra cui scegliere. Giornata perfetta per divertirsi così, visto il tempo, no? Declino ogni offerta. Arrivano tre tedeschi con un altro singalese che li porta da una tartaruga che nel frattempo è apparsa in acqua vicino alla riva. L’amico mi fa subito il conto dei soldi che ha fatto l’altro: 2000 più 2000 più 2000. 6000 rupie singalesi, ovvero 20 €. Lui nulla.
Continua a piovere e il massimo che posso fare è guardare le onde all’orizzonte, godere dello spettacolo dei turisti che danno alghe alla povera tartaruga e si fanno qualche foto tutti contenti. Giornata portata a casa. Passo circa un’ora e mezza, da solo e in compagnia, in silenzio o con qualche domanda del nostro amico (fa freddo in Italia? la spiaggia è simile?), guardando l’acqua che mi cade addosso e mi inzuppa, senza temere di bagnarmi. Siamo ai tropici, mi asciugherò. Non è un problema.
Spiove, anche se l’amico dice che dall’orizzonte nord sembra arrivare altra acqua. Decido che non c’è molto altro da fare e saluto l’amico, che colgo impreparato. Mi dirà solo quando sono già lontano se posso aiutarlo. In contesti simili è facile imbattersi in persone bisognose. Tutti di fatto, o quasi, sono bisognosi. L’amico mi dice che è povero, che non c’è lavoro. Il governo non fa nulla per lui. Niente aiuto pubblico. Gli alberghi – vicino c’è un grosso Radisson che spicca in mezzo al nulla di casupole sgarrupate – ti pagano 15000 rupie (50 euro?) al mese e guadagnano molti soldi, dice. Quando ci sono i turisti per le tartarughe qualcosa tira su, ma oggi? Nulla.
Me ne torno a piedi e faccio bene, perché ora che scrivo queste righe al coperto, fuori piove a dirotto, anche più di prima. Pioggia tropicale, tipica. C’è da ascoltare, attendere, pazientare e poi, quando smetterà, andrò a mangiare qualcosa.
Ho provato a chiedere a Gemini di darmi una prospettiva antropologica al mio testo. Risultato? Entusiasmante!
Certo, Luca, analizziamo ora il tuo testo “Un giorno di pioggia a Thalpe” con una lente antropologica. Immaginiamoci di essere antropologi culturali che studiano il tuo racconto come se fosse una “nota etnografica” da un campo di ricerca, cercando di decifrare le “culture” e le “dinamiche sociali” che emergono dalla tua esperienza.
Analisi Antropologica del Testo “Un Giorno di Pioggia a Thalpe”: Un Microcosmo Culturale Rivelato
Il tuo testo, Luca, pur nella sua brevità e apparente semplicità, si rivela un prezioso documento antropologico, una sorta di “mini-etnografia” di un incontro culturale in un contesto turistico atipico – una giornata piovosa “fuori stagione” in Sri Lanka. Attraverso la tua osservazione partecipante e la tua narrazione riflessiva, emerge un ricco tessuto di significati culturali, dinamiche sociali ed esperienze umane che possiamo analizzare da una prospettiva antropologica.
Punti Chiave dell’Analisi Antropologica:
- Il “Non-Luogo Turistico” e l’Antropologia del Quotidiano “Fuori Stagione”:
- Prospettiva Antropologica: Il tuo testo ci introduce in un “non-luogo” turistico, un concetto caro all’antropologo Marc Augé. Thalpe, in una giornata di pioggia e “fuori stagione”, cessa di essere il “luogo deputato” al turismo balneare e si rivela per quello che è “dietro le quinte”: un luogo di vita quotidiana, di lavoro, di attesa, di sopravvivenza per la popolazione locale. L’assenza di turisti “cancella” temporaneamente la “scenografia turistica” (chioschi chiusi, bar deserti, assenza di “offerta per turisti”) e mette a nudo la “trama” più autentica della vita locale, con i suoi ritmi rallentati, le sue attività ordinarie (spazzare, pescare, attendere), le sue preoccupazioni quotidiane (il conto del negozio, la mancanza di lavoro). Il tuo testo diventa così un’antropologia del “quotidiano inatteso”, del “dietro le quinte del turismo”, che rivela dimensioni culturali e sociali che normalmente sfuggono allo sguardo del turista “in stagione”.
- Concetti Antropologici Chiave: Non-luogo (Augé), Etnografia del quotidiano, Studio del turismo, Osservazione partecipante.
- L’Incontro con “l’Altro” e la “Vendita di Sé” nel Contesto Turistico: Antropologia Economica e Scambio Culturale Asimmetrico:
- Prospettiva Antropologica: L’incontro con il pescatore-venditore di tartarughe è un esempio emblematico di “incontro interculturale” in un contesto turistico caratterizzato da una profonda “asimmetria” economica e sociale. L’uomo si presenta inizialmente come un “intermediario culturale”, offrendo informazioni sulle tartarughe e alghe per nutrirle, ma rapidamente la relazione si sposta verso una dinamica di “vendita” di servizi turistici e di “richiesta di aiuto economico”. Le “domande esplorative” e la narrazione della sua storia personale possono essere interpretate come “strategie di marketing personale”, volte a creare una “connessione” emotiva con il turista per facilitare lo scambio economico (vendita di tour, richiesta di denaro). Il tuo testo rivela così le complesse dinamiche dell’antropologia economica in contesti turistici, dove le relazioni interpersonali sono spesso “mediate” da logiche di mercato e da disparità di potere e di risorse. Tuttavia, il tuo racconto non si limita a una lettura “cinica” di queste dinamiche. Attraverso la tua “osservazione empatica”, emerge anche la “umanità” del pescatore, la sua storia personale, le sue difficoltà economiche, la sua “strategia di sopravvivenza” in un contesto difficile. Il tuo testo ci invita quindi a una riflessione antropologica complessa e sfaccettata sulle intersezioni tra economia, cultura e relazioni umane nel contesto turistico globale.
- Concetti Antropologici Chiave: Antropologia economica, Scambio culturale, Turismo, Asimmetria, Strategie di sussistenza, Rapporti Nord-Sud, “Vendita di sé” (Goffman).
- “Povertà”, “Degrado”, “Assenza di Aiuto Pubblico”: Antropologia Politica e Critica dello Sviluppo Turistico Non Equo:
- Prospettiva Antropologica: Il tuo testo solleva questioni antropologiche e politiche fondamentali relative allo “sviluppo turistico non equo” e alle “disuguaglianze socio-economiche globali”. La descrizione dell’uomo che si definisce “povero”, che lamenta la mancanza di lavoro e di “aiuto pubblico”, il riferimento agli alberghi di lusso che “guadagnano molti soldi” pagando i lavoratori locali “15000 rupie al mese”, la menzione del “degrado” e della “povertà associata a criminalità” che avevi già evocato in precedenza… tutti questi elementi disegnano un quadro critico dello “sviluppo turistico” che spesso “beneficia” le grandi catene alberghiere e i tour operator internazionali, ma che non si traduce in un reale “benessere” per la popolazione locale, anzi, talvolta accentua le disuguaglianze e le dinamiche di sfruttamento. Il tuo testo diventa così una “micro-analisi” antropologica delle “conseguenze sociali e politiche” di un modello di turismo globale che non tiene conto delle esigenze e dei diritti delle comunità locali, sollevando interrogativi importanti sulla “giustizia sociale”, sulla “distribuzione delle risorse”, sulla “responsabilità” del turismo occidentale nei confronti dei paesi in via di sviluppo”.
- Concetti Antropologici Chiave: Antropologia politica, Antropologia dello sviluppo, Critica del turismo, Disuguaglianze globali, Giustizia sociale, Sviluppo non equo, Stato e welfare.
- “Pioggia Tropicale” come “Elemento Culturale” e “Sfida Percettiva”: Antropologia dell’Ambiente e della Percezione Sensoriale:
- Prospettiva Antropologica: La “pioggia tropicale” non è solo un fenomeno meteorologico nel tuo testo, ma diventa un “elemento culturale” che plasma l’esperienza, i ritmi, le percezioni e persino le “aspettative” (disattese) del viaggiatore occidentale. La tua “curiosità tropicale: la vegetazione non ti ripara” rivela un “confronto” implicito tra la tua “esperienza culturale pregressa” (forse europea o occidentale) e la “diversità” dell’ambiente tropicale, mettendo in luce come le nostre “categorie percettive” siano culturalmente costruite e come l’incontro con un ambiente diverso possa “sfidare” le nostre “preconoscenze” e i nostri “schemi mentali”. La tua “accettazione” della pioggia, il tuo “godimento dello spettacolo delle onde sotto la pioggia”, il tuo “attendere pazientemente” che smetta… tutto questo può essere letto come un processo di “adattamento culturale”, di “negoziazione” con un ambiente nuovo e “diverso”, di “apertura sensoriale” a nuove forme di esperienza percettiva. Il tuo testo ci introduce così a un’antropologia dell’ambiente e della percezione sensoriale, che esplora come la “cultura” modelli il nostro modo di “sentire” e di “interpretare” il mondo naturale che ci circonda.
- Concetti Antropologici Chiave: Antropologia dell’ambiente, Percezione sensoriale, Cultura materiale, Adattamento culturale, Etnoscienza, Rapporto uomo-natura.
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