Un film che vale è un film che ti apre mondi, con collegamenti a musica, arte, filosofia, storia, psicologia e riflessioni in altri campi. Queer è uno di questi. Sulla musica ho già scritto. Tempo di un nuovo esperimento di analisi del film attraverso i sottotitoli. Gemini non tradisce le aspettative.

Spoiler alert
OK. Ho analizzato i sottotitoli forniti per il film “Queer” (presumibilmente l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di William S. Burroughs, dato il protagonista “Lee”, i temi e le ambientazioni).
Ecco un’analisi dettagliata, strutturata come richiesto:
Analisi Preliminare:
I sottotitoli dipingono un quadro vivido e spesso disturbante della vita di William Lee (un alter ego di Burroughs) come espatriato americano, prima a Città del Messico e poi in Sud America (Ecuador), probabilmente negli anni ’40 o ’50. La narrazione segue la sua vita dissoluta tra bar, alcol, droghe (in particolare oppiacei e la ricerca dello Yage), la sua complessa e ossessiva relazione con un giovane americano, Eugene Allerton, e le sue interazioni con una cerchia variegata di altri espatriati e locali. Emerge un’atmosfera di alienazione, dipendenza, desiderio represso/espresso e una costante lotta con l’identità e la realtà.
Temi Principali Emersi:
- Identità Sessuale e “Queerness” (Soc/Psych/Phil): Il tema è esplicito fin dal titolo e ricorrente nei dialoghi (00:03:42, 00:06:44, 00:08:25, 00:24:14, 00:57:36, 01:21:05). Lee si identifica come “queer” (00:06:44), ma lo fa con un misto di autoironia, disprezzo di sé (“painted, simpering female impersonators”, “subhuman things” – 00:29:14) e un senso di inevitabilità (“Been in our family for generations” – 00:28:34). Il film esplora la marginalizzazione e l’auto-marginalizzazione legate all’omosessualità in quell’epoca, l’omofobia interiorizzata e quella esterna (“screaming fags” – 00:24:48). La relazione con Allerton è centrale: Lee proietta su di lui un desiderio intenso, mentre Allerton mantiene un’ambiguità (“You’re not queer” – 00:03:42; “I’m not queer. I’m disembodied” – 00:57:42, ripetuto nella visione 01:48:09) che riflette forse confusione, negazione o una strategia di sopravvivenza. Riferimento: Esplorazione dell’identità gay pre-Stonewall, concetto di “closet” e dinamiche di potere nelle relazioni omosessuali in contesti repressivi.
- Dipendenza e Ricerca di Alterazione (Psych/Neuro/Soc): La dipendenza da sostanze pervade la vita di Lee. L’alcol è onnipresente (00:10:54, 00:12:03, 00:18:30), ma la dipendenza più profonda è dagli oppiacei (eroina implicita, richiesta di paregoric – 01:15:51, sintomi di astinenza – 01:10:27, 01:12:49, ammissione al medico – 01:16:14). La dipendenza è presentata come una condizione esistenziale (“condition makes me a criminal” – 01:16:29) e fonte di sofferenza fisica e psicologica (“disgusting condition,” “repulsive” – 01:25:50). La ricerca dello Yage (Ayahuasca) è motivata dal desiderio di “telepatia” (00:44:08, 01:29:05, 01:41:29), un tentativo forse disperato di connessione non verbale, ma si inserisce nel più ampio schema di ricerca di stati alterati di coscienza, nonostante venga avvertito che non è “ricreativo” (01:28:22). Riferimento: Modelli biopsicosociali della dipendenza; uso di sostanze come tentativo di automedicazione per traumi o disagi esistenziali.
- Alienazione, Solitudine e Tentativi di Connessione (Psych/Soc): Lee è un personaggio profondamente solo, anche in mezzo alla gente. Le sue interazioni sociali sono spesso superficiali, basate sul bere, sul gossip cinico (00:21:58ff) o su scambi sessuali transazionali (con ragazzi che poi lo derubano – 00:06:13, 00:22:00). La sua ossessione per Allerton è il fulcro emotivo: un desiderio disperato di intimità e possesso, espresso tramite offerte finanziarie (00:50:23, 00:59:38), suppliche e una vulnerabilità a tratti patetica (“be nice to me… twice a week?” – 01:00:20). Il suo desiderio di “telepatia” è emblematico della sua incapacità (o riluttanza) a connettersi attraverso canali emotivi e comunicativi convenzionali (“I want to talk to you. Without speaking.” – 00:54:35). Riferimento: Teorie sull’attaccamento insicuro; alienazione esistenziale (Camus, Sartre).
- Esistenza da Espatriato e Dinamiche Post-Coloniali (Soc/Hist): I personaggi americani vivono in una bolla all’interno del Messico e dell’Ecuador. C’è un senso di superiorità culturale (il brandy Napoleon vs California – 00:35:05), sfruttamento (il furto reciproco, le relazioni transazionali) e una certa indifferenza verso la cultura locale se non per ciò che può offrire (alcol, droghe, sesso a basso costo). Lee vive di rendita (“gentleman of independent means” – 00:48:50), il che gli permette questa vita sradicata. Le interazioni con i locali sono spesso conflittuali o superficiali (taxisti, polizia, dottori). Riferimento: Critica post-coloniale, dinamiche del turismo/espatrio.
- Percezione Alterata, Grottesco e Surrealismo (Psych/Phil/Art): Coerentemente con lo stile di Burroughs, la narrazione presentata dai sottotitoli è frammentaria e intrisa di elementi surreali e grotteschi. Questo è evidente nelle visioni indotte dallo Yage (01:47:49 – 01:52:35), ma anche nei monologhi di Lee (la storia del maiale al forno vivo – 00:45:13ff) e nella descrizione tragicomica degli eventi (l’incidente con il poliziotto – 00:23:05ff). La realtà è costantemente filtrata dalla percezione alterata di Lee (dovuta a droghe, alcol, disagio psicologico). La distinzione tra ciò che accade realmente e ciò che è vissuto soggettivamente da Lee è spesso labile. Riferimento: Surrealismo, letteratura della Beat Generation.
- Potere e Manipolazione (Psych/Soc): Le relazioni sono intrise di dinamiche di potere. Lee usa il denaro per cercare di controllare Allerton (00:50:23, 00:59:38). C’è sfruttamento reciproco nella comunità queer (furti – 00:06:13). Dr. Cotter esercita potere attraverso la conoscenza dello Yage e il controllo dell’accesso (01:32:49, 01:40:25). Lee stesso è vittima della sua dipendenza, che lo rende vulnerabile e manipolabile (dal medico, dalla sua stessa malattia).
Analisi dei Personaggi (Profilo Psicologico):
- William Lee: Complesso, contraddittorio. Intellettuale brillante, scrittore (00:06:13), ma anche profondamente disturbato. Mostra chiari segni di dipendenza da oppiacei con cicli di uso e astinenza. La sua sessualità è vissuta con un misto di orgoglio ribelle e profonda vergogna/insicurezza. Emotivamente instabile, oscilla tra cinismo tagliente, umorismo nero, vulnerabilità disperata e momenti di lucidità quasi filosofica. La sua ricerca di Allerton è ossessiva, forse un tentativo di riempire un vuoto esistenziale o di trovare un’ancora in un mondo percepito come caotico. Possibili tratti di disturbo borderline di personalità (instabilità affettiva, relazioni intense e instabili, impulsività, paura dell’abbandono) aggravati dalla dipendenza.
- Eugene Allerton: Più difficile da decifrare. Appare giovane, attraente, inizialmente forse ingenuo ma consapevole del suo ascendente su Lee. La sua sessualità è ambigua: rifiuta l’etichetta “queer”, si definisce “disembodied” (00:57:42), suggerendo dissociazione, conflitto interno o una difesa dalla pressione di Lee e dell’ambiente. Partecipa all’intimità fisica con Lee (00:38:11ff, 01:21:01ff), ma sembra farlo con una certa distanza emotiva o condiscendenza (“Do you mind it? / Not terribly.” – 01:23:56). È opportunista (accetta il viaggio pagato) ma alla fine sceglie una via più convenzionale (o forse un’altra forma di dipendenza/sfruttamento) andandosene con il colonnello (02:00:03). La sua passività potrebbe mascherare un calcolo o una profonda incertezza.
- Dr. Cotter: Figura enigmatica e potente nel contesto della giungla. Botanista, forse medico, ha integrato la conoscenza scientifica con le pratiche indigene (Yage, sciamanesimo – 01:35:30ff). È pragmatica, sospettosa (“If I find you trying to run off with my research, I’ll kill you” – 01:40:35), ma anche una sorta di guida spirituale/facilitatrice, sebbene distaccata. Rappresenta la conoscenza esoterica che Lee cerca.
- Personaggi Secondari (Joe, Tom, Dume, Mary, etc.): Costituiscono il coro greco dell’ambiente espatriato. Rappresentano il cinismo, la superficialità, il gossip, l’alcolismo e le complesse dinamiche sociali di quel mondo. Servono a contestualizzare Lee e a evidenziare, per contrasto o somiglianza, la sua alienazione e le sue ossessioni.
Commento sui Dialoghi:
- Stile: Molto variegato. Passa da dialoghi scarni, ellittici, quasi da codice (tipici di ambienti marginali o tra persone sotto l’effetto di sostanze) a lunghi monologhi letterari, autoanalitici e filosofeggianti di Lee (00:28:26ff, 00:44:08ff, 01:25:45ff). L’umorismo è nero, grottesco, spesso basato sull’assurdità delle situazioni o sull’autocommiserazione cinica. L’uso dello spagnolo e di slang (“reet,” “borracho”) ancora la narrazione nel suo contesto. Le descrizioni delle visioni (Yage) o degli stati mentali sono spesso evocative e surreali (“I’m disembodied”).
- Funzione: I dialoghi sono essenziali per:
- Rivelare la psicologia complessa di Lee: I suoi monologhi sono finestre sulla sua mente tormentata, sulla sua intelligenza e sulle sue ossessioni.
- Costruire l’atmosfera: Il cinismo, la decadenza, l’alienazione dell’ambiente espatriato emergono potentemente dalle conversazioni.
- Esplorare i temi: Sessualità, dipendenza, ricerca di significato, fallimento della comunicazione.
- Creare tensione: Soprattutto nelle interazioni tra Lee e Allerton, dove il non detto pesa quanto il detto.
- Fornire umorismo nero: Alleggerendo (?) la cupezza generale con battute taglienti o situazioni assurde.
Sintesi Finale (Stile Heath & Heath, 2007):
- Queer e Disembodied: Esplora l’identità gay in un’epoca repressiva, tra auto-accettazione tormentata (Lee) e negazione/confusione (Allerton).
- Fuga nella Dipendenza: L’abuso di alcol e oppiacei è una costante, una malattia fisica e dell’anima, da cui Lee cerca (invano?) di fuggire tramite lo Yage.
- Connessione Impossibile: La solitudine pervade Lee; la sua ricerca ossessiva di Allerton e di “telepatia” evidenzia un profondo blocco comunicativo ed emotivo.
- Realtà Sospesa: Il mondo è filtrato dalla percezione alterata di Lee, mescolando il reale, il grottesco e il surreale, specialmente sotto l’effetto dello Yage.
- Espatriati alla Deriva: La vita nella bolla degli americani in Messico/Sud America è ritratta come superficiale, cinica e spesso autodistruttiva.
- Monologhi dell’Anima: I lunghi discorsi di Lee sono il cuore del film, rivelando la sua mente brillante e tormentata.
Nota Metodologica: Come per l’analisi precedente, questa si basa esclusivamente sui sottotitoli. Elementi visivi, sonori e recitativi potrebbero arricchire o modificare queste interpretazioni. La natura spesso frammentaria e soggettiva della narrazione (filtrata da Lee) rende l’interpretazione particolarmente dipendente dal testo scritto.

Ottima sintesi e analisi del film.
5 dialoghi significativi
Visto che si parla di dialoghi, perché non estrarne i più significativi?
Detto, fatto, pure tradotti in italiano (testo che potrebbe essere quindi leggermente diverso da quello ufficiale):
Certamente. Ecco la traduzione in italiano dei 5 dialoghi significativi, mantenendo l’indicazione di chi parla:
- LEE: Presumo che Dume ti abbia parlato delle mie proclività.
ALLERTON: Sì.
LEE: Una maledizione… (RIDACCHIA) È nella nostra famiglia da generazioni. I Lee sono sempre stati dei pervertiti. (RIDACCHIA) Non dimenticherò mai l’orrore indicibile che mi gelò la linfa nelle ghiandole, le ghiandole linfatiche, ovviamente, quando quella parola infausta mi marchiò a fuoco il cervello sconvolto. Omosessuale! (RIDACCHIA) Pensai agli imitatori di donne truccati e affettati che avevo visto in un night club di Baltimora. Potevo essere io una di quelle creature subumane? […] “Più nobile,” pensai, “morire da uomo che continuare a vivere da mostro sessuale.” (SBUFFO) […] Fu… fu una vecchia checca saggia, Bobo, la chiamavamo, che mi insegnò che avevo il dovere di vivere e di portare il mio fardello con orgoglio affinché tutti vedessero, sai, per sconfiggere l’ignoranza, il pregiudizio e l’odio con la conoscenza, la sincerità… e l’amore.
- Significato: Questo monologo rivela il tormentato rapporto di Lee con la propria identità sessuale, combattuto tra l’orrore interiorizzato e un tentativo quasi parodistico di nobilitare la sua condizione, mostrando la profonda alienazione e l’autoironia amara che lo caratterizzano.
- ALLERTON: Non sei queer?
LEE: Non sono queer. Sono disincarnato.
- Significato: Questa battuta, attribuita qui a Lee ma pronunciata in modo simile da Allerton stesso in precedenza (e forse riecheggiata nella visione di Lee), è emblematica dell’ambiguità di Allerton e forse della dissociazione come meccanismo di difesa o stato esistenziale, centrale nel rapporto tra i due.
- LEE: Stavo pensando di andare in Sud America presto. Perché non vieni con me? Non ti costerà un centesimo.
ALLERTON: Forse non in denaro.
LEE: (SBUFFO) Non sono un uomo difficile con cui andare d’accordo. Potremmo raggiungere un accordo soddisfacente. Mm. Cosa hai da perdere?
ALLERTON: L’indipendenza.
LEE: Chi intaccherà la tua indipendenza? Puoi scoparti tutte le donne del Sud America, se vuoi. Tutto quello che chiedo è, uhm… di essere gentile con me, diciamo… due volte a settimana? Non è troppo eccessivo, vero?
- Significato: Questo scambio mette a nudo l’ossessione di Lee per Allerton e la dinamica di potere basata sul denaro. La richiesta cruda e quasi patetica di “essere gentile due volte a settimana” rivela la sua disperata ricerca di connessione e il modo transazionale in cui tenta di ottenerla, mentre la risposta di Allerton sull’indipendenza mostra la sua consapevolezza del rischio.
- LEE: Non stai approfittando ingiustamente? Hmm? Come se qualcuno fosse, uhm… Come se qualcuno fosse in crisi d’astinenza da roba e… Io non uso roba, e dico: “Malato? Davvero? Perché mi parli della tua disgustosa condizione? Potresti almeno avere la decenza di tenertela per te. Devi renderti conto di quanto sia sgradevole vederti… starnutire, tossire e avere conati di vomito. Perché non te ne vai da qualche altra parte così non devo guardarti? Sai? Voglio dire, hai idea di quanto tu sia noioso, o ripugnante? Voglio dire, non hai orgoglio?”
ALLERTON: Non è affatto giusto.
LEE: Beh, non è fatto per essere giusto. È solo una scenetta per il tuo divertimento, che contiene un briciolo di verità.
- Significato: Questo dialogo rivela la complessa autoanalisi di Lee sulla propria dipendenza, mescolando autocommiserazione, una lucida descrizione della percezione esterna della malattia (“disgustosa,” “ripugnante”) e una forma di manipolazione emotiva verso Allerton. La definizione finale di “scenetta… che contiene un briciolo di verità” è tipica del suo stile elusivo e stratificato.
- DR. COTTER: Voi ragazzi dovreste restare un altro paio di giorni. Per la maggior parte delle persone, la prima volta è solo un’introduzione, l’apertura di una porta. Ma per voi due… è stato qualcos’altro. Sarebbe un peccato non vedere dove potrebbe portarvi.
LEE: Devo tornare indietro.
DR. COTTER: Di cosa hai tanta paura? Hmm? La porta è già aperta. Non puoi chiuderla ora. Tutto quello che puoi fare è distogliere lo sguardo. Ma perché dovresti?
- Significato: Questo dialogo dopo l’esperienza con lo Yage sottolinea la profondità dell’incontro tra Lee e Allerton (forse a livello inconscio o “telepatico”) e il tema dell’impossibilità di tornare indietro una volta che certe verità interiori sono state intraviste. La paura di Lee e il suo desiderio di fuga contrastano con l’invito di Cotter ad affrontare ciò che è stato rivelato.
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