Pensiero narrativo: un metodo pratico con l’IA per capire meglio se stessi

Nel mio continuo interesse per la psicologia e le dinamiche del comportamento umano, esploro regolarmente le novità editoriali e accademiche. Durante l’analisi del programma del Salone del Libro 2025, un titolo ha immediatamente catturato la mia attenzione, risuonando con le mie aree di competenza: Il cervello narrativo (Castelvecchi) di Fritz Breithaupt. Il tema si colloca perfettamente all’intersezione tra neuroscienze cognitive e scienze umane, un campo che seguo con particolare interesse.

Data la mia esperienza nel reperire e analizzare fonti accademiche, ho cercato l’edizione originale del libro (non ancora pubblicato in italiano) per approfondirne i contenuti prima dell’uscita. Individuata la versione tedesca, ho intrapreso un processo metodico per renderla accessibile e, soprattutto, utile per una riflessione pratica.

Questo è il processo che ho seguito, basato sulla mia esperienza nell’utilizzo di strumenti di IA per l’analisi e la rielaborazione di contenuti complessi:

  1. Acquisizione e Preparazione: Ho convertito il testo originale in formato PDF, un passaggio tecnico necessario per l’analisi successiva.
  2. Analisi con IA Specifica (NotebookLM): Ho caricato il PDF su NotebookLM, uno strumento che utilizzo regolarmente per la sua capacità di interagire con documenti specifici. Ho guidato l’IA per ottenere:
    • Una sintesi rapida per una comprensione generale.
    • L’estrazione mirata dei concetti chiave e delle idee centrali del libro, basandomi sulla mia comprensione preliminare del tema.
  3. Trasformazione in Attività Pratiche (Gemini): Utilizzando i concetti chiave estratti come base, ho impiegato Gemini, specificando l’obiettivo di trasformare queste idee teoriche in attività concrete e sperimentabili nella vita quotidiana. La mia richiesta era focalizzata sulla creazione di esercizi pratici e accessibili.
  4. Raffinamento Stilistico Guidato (Gemini): Per massimizzare la fruibilità e l’impatto degli esercizi, ho richiesto a Gemini un’ulteriore elaborazione stilistica. Ho fornito indicazioni precise: presentare la logica psicologica sottostante con un approccio divulgativo simile a quello di Alain de Botton (The School of Life) e rendere gli esercizi immediatamente comprensibili e attuabili, ispirandomi alla chiarezza pragmatica di James Clear (Atomic Habits). Questo passaggio è stato fondamentale per tradurre la teoria in pratica efficace.

Questo approccio dimostra come, partendo da un interesse specifico e applicando un metodo strutturato che combina competenze tematiche e abilità nell’uso di strumenti avanzati, sia possibile distillare concetti complessi in formati pratici e affidabili.

Di seguito, presento il risultato finale di questo lavoro: le 10 attività pratiche sviluppate. Per garantire la massima trasparenza e offrire un esempio concreto di questo flusso di lavoro – che ritengo autorevole e affidabile – descriverò in dettaglio anche l’intero processo che ho appena delineato, per chi fosse curioso di approfondire la metodologia.


10 Micro-Pratiche Narrative per Capire Meglio Te Stesso e il Mondo

Viviamo immersi nelle storie. Le usiamo per dare senso al mondo, per connetterci con gli altri e, soprattutto, per capire chi siamo. Ma se la narrazione è così fondamentale, come possiamo coltivarla attivamente nella nostra vita quotidiana? Spesso, il pensiero narrativo rimane un’abilità implicita, qualcosa che usiamo senza esserne pienamente consapevoli. Eppure, proprio come un muscolo, può essere allenato.

La buona notizia è che non servono grandi imprese eroiche o profonde immersioni accademiche per iniziare. Bastano piccole pratiche costanti, micro-abitudini integrate nella trama delle nostre giornate. Questi esercizi non mirano a trasformarci in romanzieri, ma ad affinare la nostra capacità di osservare, interpretare e dare forma alle esperienze, nostre e altrui.

Di seguito troverai 10 micro-pratiche narrative. Ognuna parte da un’esigenza comune, un “problema” legato al nostro modo di vivere e interpretare la realtà, e propone una “micro-abitudine”, un gesto semplice e concreto da sperimentare. L’obiettivo? Rendere il pensiero narrativo uno strumento consapevole per navigare la complessità della vita con maggiore profondità, significato e resilienza.

  1. Il Ponte Quotidiano: Collega la Tua Giornata alle Grandi Storie.
    • Problema: Spesso la nostra vita quotidiana sembra banale, scollegata dai grandi temi che ci appassionano nei libri e nei film. Ci sentiamo frammentati.
    • Micro-abitudine: Ogni sera, dedica 3 minuti. Scegli un evento della giornata (anche piccolo: una conversazione, una frustrazione). Descrivilo brevemente. Poi, chiediti: “C’è un personaggio, una trama, un dilemma in una storia che conosco che risuona con questo?”. Non forzare, lascia emergere il collegamento.
    • Il Risultato: Inizierai a vedere l’architettura invisibile delle narrazioni nella tua stessa vita, rendendola meno casuale e più ricca di significato.
  2. Sezionare il Flusso: Trova l’Inizio, il Centro e la Fine nei Tuoi Momenti.
    • Problema: Il tempo scorre, gli eventi si accavallano. Ci sentiamo travolti, incapaci di afferrare il senso di ciò che accade.
    • Micro-abitudine: Una volta al giorno (magari durante una pausa), prendi un blocco di tempo appena trascorso (es. l’ultima ora). Identifica un episodio significativo. Chiediti: Qual è stato il vero inizio? Qual è stato il momento cruciale, quello in cui le cose potevano andare diversamente (il centro)? Come si è concluso?
    • Il Risultato: Come mettere ordine in una stanza disordinata, questo esercizio calma la mente, migliora la memoria e ti dà un senso di controllo nel comprendere la struttura delle tue esperienze.
  3. Il Gioco del “E Se…?”: Esplora le Vite Non Vissute.
    • Problema: Siamo spesso intrappolati nella nostra unica versione della realtà, dimenticando che infinite altre possibilità esistono (o esistevano). Questo ci rende rigidi e meno empatici.
    • Micro-abitudine: Quando leggi una storia o pensi a un evento (tuo o altrui), fermati a un punto di svolta. Chiediti: “E se [X] avesse fatto una scelta diversa?”. Oppure: “Come vedrebbe questa stessa cosa [un altro personaggio]?”. Dedica solo 60 secondi a immaginare una alternativa.
    • Il Risultato: Alleni la “flessibilità mentale”. Diventi più bravo a considerare prospettive diverse, riducendo i pregiudizi e aumentando l’empatia (verso gli altri e verso te stesso).
  4. Il Viaggio dell’Eroe Personale: Inquadra le Tue Sfide.
    • Problema: Le difficoltà e le crisi possono sembrare solo ostacoli insensati, fonti di sofferenza e confusione.
    • Micro-abitudine: Quando affronti una sfida (grande o piccola, passata o presente), prova ad applicare la lente del “Viaggio dell’Eroe”. Bastano poche domande: Qual è la “chiamata”? Quali sono le “prove”? Chi sono gli “aiutanti”? Quale “tesoro” (lezione, forza) stai cercando o hai trovato? Non deve essere un’analisi complessa, solo un rapido re-framing.
    • Il Risultato: Trasformi un problema da blocco informe a capitolo di una storia più grande. Questo non elimina la difficoltà, ma può infondere un senso di scopo e direzione.
  5. La Bussola Emotiva: Nota Cosa Ti Tocca Nelle Storie (e Perché).
    • Problema: Le emozioni ci guidano costantemente, ma spesso non capiamo perché una storia ci commuove, ci entusiasma o ci irrita. Perdiamo preziose informazioni su noi stessi.
    • Micro-abitudine: Mentre leggi/guardi/ascolti, fai caso ai picchi emotivi. Quando senti qualcosa (gioia, tristezza, rabbia, stupore), fai una pausa mentale di 10 secondi. Chiediti: “Cosa esattamente nella storia ha provocato questo?”. È stata un’azione? Una parola? Un’immagine?
    • Il Risultato: Impari a riconoscere i tuoi “trigger” emotivi e cosa cerchi (spesso inconsciamente) nelle narrazioni. Diventi più consapevole di ciò che ti dà significato e ricompensa emotiva.
  6. La Macchina del Tempo Mentale: Riavvolgi e Cambia Scena.
    • Problema: Tendiamo a considerare il passato come fisso e immutabile, spesso rimuginando sui rimpianti senza trarne vera lezione.
    • Micro-abitudine: Pensa a una scelta passata su cui rifletti spesso. Invece di rimuginare, attiva la “coscienza mobile”: dedica 2 minuti a immaginare vividamente lo scenario alternativo. Come ti saresti sentito? Cosa sarebbe diverso oggi? Non giudicare, solo esplora.
    • Il Risultato: Alleni la capacità di vedere te stesso e le tue decisioni come parte di una narrazione più ampia e flessibile, riducendo il peso del rimpianto e aumentando la comprensione delle conseguenze.
  7. Cerca la Crepa nell’Eroe: La Vulnerabilità Rende Umani.
    • Problema: Ammiriamo la forza, ma spesso fatichiamo ad accettare la vulnerabilità (nostra e altrui), vedendola solo come debolezza. Le storie ci insegnano diversamente.
    • Micro-abitudine: Quando incontri un personaggio (in una storia o nella vita) che ammiri, cerca attivamente la sua “crepa”: la sua paura nascosta, il suo trauma passato, la sua insicurezza. Chiediti: “Come questa vulnerabilità lo rende più interessante e comprensibile? Come guida le sue azioni?”.
    • Il Risultato: Sviluppi una visione più compassionevole e realistica della forza, riconoscendo che è spesso intrecciata con la fragilità. Impari che le storie più potenti nascono proprio da lì.
  8. Il Filo Invisibile della Causalità: Collega i Punti.
    • Problema: Gli eventi sembrano accadere a caso. Fatichiamo a vedere le connessioni, le cause profonde dietro azioni e conseguenze.
    • Micro-abitudine: Prendi un evento che ti ha colpito (in una notizia, in una storia, nella tua vita). Fai un rapido “rewind” mentale: “Cosa ha causato questo?”. E cosa ha causato quella causa? Cerca di identificare almeno 2-3 passaggi nella catena causa-effetto, includendo le emozioni come possibili cause.
    • Il Risultato: Alleni il pensiero sistemico e causale applicato alle storie umane. Inizi a vedere la logica (spesso emotiva) sottostante agli eventi, rendendo il mondo un po’ meno caotico.
  9. Dalle Etichette alle Azioni: Descrivi Persone (e Te Stesso) in Modo Dinamico.
    • Problema: Tendiamo a incasellare noi stessi e gli altri con etichette rigide (“Sono timido”, “È pigro”), che limitano la nostra comprensione e possibilità di cambiamento.
    • Micro-abitudine: Quando ti sorprendi a usare un’etichetta per descrivere qualcuno (o te stesso), fermati. Sostituiscila con la descrizione di un’azione specifica osservata (“Ieri non ha parlato molto”), una possibile motivazione (“Forse si sentiva a disagio”) e una previsione contestuale (“Probabilmente preferirà ascoltare all’inizio della riunione”).
    • Il Risultato: Passi da una visione statica e giudicante a una comprensione narrativa, dinamica e più empatica del comportamento umano.
  10. Leggere gli Sguardi: Decifra le Intenzioni Silenziose.
    • Problema: Gran parte della comunicazione umana è non verbale, basata sulla nostra capacità innata (ma spesso trascurata) di leggere le intenzioni altrui. Non allenarla ci rende meno connessi.
    • Micro-abitudine: Bastano 30 secondi. Osserva un’interazione silenziosa (persone in un caffè, personaggi in TV senza volume). Concentrati sugli sguardi, la postura, i piccoli gesti. Chiediti: “Cosa sta cercando di comunicare quella persona in questo momento? Quale emozione traspare?”. Non devi indovinare perfettamente, solo allenare l’osservazione.
    • Il Risultato: Affini la tua “intelligenza sociale” di base, diventando più sensibile ai segnali non verbali che sono il fondamento della comprensione reciproca e delle narrazioni condivise.

Il metodo utilizzato

Ho sato due prompt, adattati per NotebookLM, per sintetizzare il libro in modo diverso.

Concetti chiave

- Output: ITALIANO. NO MARKDOWN.
- Identifica concetti/temi principali testo.
- Per ogni concetto, fornisci:
- TITOLO: [Titolo conciso concetto]
- DESCRIZIONE: [Definizione/spiegazione breve dal testo]
- PUNTI CHIAVE:
    - [Punto 1: Frase breve, incisiva. Max 3 totali]
    - [Punto 2]
    - [Punto 3 (se pertinente)]
- (Usa una linea vuota tra un concetto e l'altro)
- Stile Punti Chiave (Esempio): L'Illusione Abbondanza Tempo. Sembra illimitato, specie giovani. Realtà: tempo finito/prezioso. Riconoscerlo spinge azione/scelte intenzionali.

Deepscan

- Analizza sorgente per insight su: significato vita, fioritura umana, tech, AI, meme, apprendimento, lettura, libri, miglioramento.
- OUTPUT ()liste con '-', ~15-25 parole/item salvo diversa indicazione, no duplicati, varia incipit):
- 1.  **RIASSUNTO (~25p):** Chi parla/scrive + argomento principale.
- 2.  **IDEE (25+):** Punti sorprendenti/perspicaci.
- 3.  **INSIGHT (10+):** Principi astratti/profondi (da testo/idee).
- 4.  **CITAZIONI (20+):** Testo esatto + oratore.
- 5.  **ABITUDINI (20+):** Azioni/routine pratiche menzionate.
- 6.  **FATTI (20+):** Dati/affermazioni notevoli e verificabili.
- 7.  **RIFERIMENTI:** Menzioni chiave (libri, tool, persone, arte).
- 8.  **ESSENZA (~15p):** Messaggio centrale in 1 frase.
- 9.  **RACCOMANDAZIONI (20+):** Consigli pratici/utili dati.
- Segui TUTTE le istruzioni.

Ho ottenuto delle risposte che ho inserito in Gemini

Dal concetto all’attività pratica

genera per ogni concetto un'attività da svolgere per comprenderne il senso, con un esercizio illustrato:

Certamente. Analizzando le 5 attività iniziali e le 8 attività derivate dai concetti, ho identificato sovrapposizioni e affinato l’elenco per creare una serie di attività unica e aggiornata, eliminando le ripetizioni e integrando le sfumature.

Ecco l’elenco rivisitato di 10 attività narrative:

  1. Attività: Diario Narrativo Integrato
    • Obiettivo: Coltivare il pensiero narrativo quotidiano, ordinare le esperienze e creare ponti tra vita vissuta e opere di finzione. (Derivato da 1.1)
    • Esercizio: Racconta un evento della tua giornata come una mini-storia (inizio, sviluppo, fine). Poi, collegalo a un personaggio, una situazione o un tema di un libro/film. Cosa ti insegna questo confronto?
      • Esempio Pratico: Dopo una riunione tesa, descrivila. Chiediti: “Assomiglia a quella scena di [nome film/libro] dove i personaggi dovevano collaborare sotto pressione? Cosa posso imparare da quella dinamica?”
  2. Attività: Sezionare l’Esperienza in Episodi Narrativi
    • Obiettivo: Imparare a strutturare il flusso continuo del tempo in unità significative (episodi) con inizio, centro (indeterminato) e fine, migliorando memoria e comprensione. (Derivato da 2.2)
    • Esercizio: Prendi un blocco di tempo (es. la mattinata) e suddividilo in 2-3 episodi distinti (es. “Preparazione e uscita”, “Tragitto al lavoro”, “Prima riunione”). Per ognuno, identifica l’inizio, la fase centrale con le sue possibilità/incognite, e la conclusione.
      • Esempio Pratico: Episodio “Tragitto al lavoro”: Inizio: Salire in macchina. Centro: Guida, musica, traffico imprevisto (momento di potenziale cambiamento/ritardo). Fine: Arrivo al parcheggio.
  3. Attività: Esplorazione Narrativa Alternativa (Multiversionalità)
    • Obiettivo: Sviluppare la capacità di considerare mentalmente molteplici versioni e punti di vista di una storia o situazione, superando schemi rigidi. (Unisce 1.2 e 2.3)
    • Esercizio: Prendi una storia nota (fiaba, evento storico, aneddoto personale). Scegli un punto chiave. Immagina e descrivi brevemente almeno due scenari alternativi: a) Cosa sarebbe successo se un personaggio avesse agito diversamente? b) Come vedrebbe la stessa situazione un altro personaggio coinvolto?
      • Esempio Pratico: Storia: “I tre porcellini”. Alternativa a) E se il primo porcellino avesse costruito la casa di mattoni? Alternativa b) Racconta la storia dal punto di vista del lupo (aveva fame? era solo incompreso?).
  4. Attività: Applicare Strutture Narrative alle Sfide Personali
    • Obiettivo: Utilizzare modelli narrativi archetipici (es. Viaggio dell’Eroe) per dare senso, struttura e una prospettiva potenzialmente positiva a difficoltà e crisi personali. (Derivato da 1.3)
    • Esercizio: Identifica una sfida attuale o passata. Prova a inquadrarla come un “Viaggio dell’Eroe”: Qual è stata la chiamata? Quali le prove? Chi gli aiutanti/oppositori? Qual è (stata) la trasformazione o la ricompensa?
      • Esempio Pratico: Affrontare un cambiamento lavorativo: La “chiamata” (necessità/opportunità), le “prove” (colloqui, incertezze), gli “aiutanti” (amici, mentori), la “ricompensa” (nuovo ruolo, maggiore consapevolezza).
  5. Attività: Mappatura delle Emozioni Narrative
    • Obiettivo: Riconoscere le emozioni come guida e ricompensa del pensiero narrativo, imparando a identificarle nelle storie e a notare momenti di particolare intensità come lo stupore. (Unisce 1.4 e 2.4)
    • Esercizio: Durante la lettura/visione di una storia, annota le emozioni principali che provi e a quale elemento narrativo le colleghi (azione, descrizione, dialogo). Soffermati sui momenti che generano sorpresa, meraviglia o commozione profonda (il “rühren”).
      • Esempio Pratico: Leggendo un romanzo: Tristezza (descrizione infanzia difficile del protagonista); Tensione (scena di inseguimento); Stupore (colpo di scena inaspettato). Chiediti come l’autore ha suscitato queste reazioni.
  6. Attività: Simulazione Controfattuale: Riscrivere le Scelte
    • Obiettivo: Allenare la “coscienza mobile” (‘Mobile Bewusstsein’) immaginando attivamente le conseguenze di scelte passate diverse da quelle effettuate. (Derivato da 2.1)
    • Esercizio: Pensa a una scelta significativa del tuo passato. Dedica qualche minuto a immaginare vividamente il percorso alternativo: cosa sarebbe cambiato nella tua vita quotidiana, nelle tue relazioni, nel tuo percorso se avessi scelto diversamente? Costruisci una breve narrazione mentale di questo “what if”.
      • Esempio Pratico: “E se avessi accettato quel lavoro all’estero invece di restare qui?” Immagina la città, il lavoro, le persone, le sfide.
  7. Attività: Analisi della Vulnerabilità come Motore Narrativo
    • Obiettivo: Comprendere come la vulnerabilità, la ferita o il trauma (passato o presente) di un personaggio siano spesso essenziali per rendere una storia avvincente e per spiegare le sue motivazioni. (Derivato da 2.5)
    • Esercizio: Scegli un personaggio (anche un eroe). Identifica la sua principale debolezza, paura o trauma. Analizza: 1) In che modo questa vulnerabilità crea conflitto e rende la storia interessante? 2) Come influenza le sue decisioni e azioni nel corso della narrazione?
      • Esempio Pratico: Analizzare Luke Skywalker: il suo desiderio di avventura nasce dalla noia della sua vita su Tatooine (vulnerabilità alla mediocrità); la sua impulsività e paura di perdere i cari (legate al trauma familiare) guidano molte sue azioni cruciali.
  8. Attività: Decostruzione della Causalità Narrativa
    • Obiettivo: Riconoscere e analizzare come le narrazioni costruiscono catene di causa-effetto (spesso intrecciate con le emozioni) per dare coerenza e significato agli eventi. (Derivato da 2.6)
    • Esercizio: Prendi un evento complesso in una storia (o nella vita reale). Prova a ricostruire a ritroso la catena di cause che lo hanno determinato, evidenziando sia fattori esterni che motivazioni interne (desideri, paure, intenzioni) dei personaggi/persone coinvolte.
      • Esempio Pratico: Perché il personaggio X ha tradito Y? Causa 1: Si sentiva trascurato (emozione). Causa 2: Ha ricevuto un’offerta allettante (fattore esterno). Causa 3: Aveva un debito pregresso (motivazione/causa remota).
  9. Attività: Comprendere Figure Narrative: Oltre le Etichette
    • Obiettivo: Sviluppare una comprensione più dinamica e sfumata dei personaggi (e delle persone) basata su azioni, motivazioni e contesti (tracking, giustificazione, simulazione), evitando etichette identitarie rigide. (Unisce parte di 1.5 e 2.7)
    • Esercizio: Pensa a una persona o a un personaggio complesso. Evita di definirlo con aggettivi statici (“è pigro”). Descrivilo invece attraverso: a) un’azione specifica passata (tracking), b) una possibile motivazione o contesto per quell’azione (giustificare), c) come ti aspetti che si comporti in una situazione simile (simulare/spielen).
      • Esempio Pratico: Invece di “Mario è disordinato”, prova: “La scrivania di Mario è spesso coperta di fogli (azione). Forse è perché lavora su molti progetti contemporaneamente e preferisce avere tutto sott’occhio (motivazione/contesto). Probabilmente, anche domani troverò appunti sparsi quando lavoreremo insieme (simulazione).”
  10. Attività: Allenare l’Attenzione Condivisa e la Lettura delle Intenzioni
    • Obiettivo: Affinare la capacità fondamentale di leggere le intenzioni e gli stati mentali altrui attraverso segnali non verbali (tracking di base), come primo passo verso la comprensione narrativa e la comunicazione complessa. (Derivato da parte di 1.5 e 2.8)
    • Esercizio: Osserva (con discrezione) un’interazione tra due persone senza audio (in un bar, in un film muto, ecc.). Prova a interpretare la dinamica: chi sta conducendo la conversazione? Quali emozioni sembrano provare? Quali potrebbero essere le loro intenzioni momento per momento, basandoti solo su sguardi, posture, gesti?
      • Esempio Pratico: Guardando due persone che parlano a un tavolo: uno si sporge in avanti (interesse? persuasione?), l’altro incrocia le braccia (difesa? scetticismo?). Come cambia la dinamica con un sorriso o uno sguardo altrove?

Ho chiesto di rivedere le attività cambiando lo stile.

Alain de Botton e James Clear

presenta le 10 attività unendo lo stile pratico di James Clear di Atomic Habits e la capacità di divulgazione psicologica di Alain de Botton

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