Partendo da specifici brani selezionati, voglio offrirti un’analisi del romanzo L’allargamento, di Robert Menasse, condotta attraverso diverse prospettive disciplinari. Indosseremo i panni del critico letterario, dello psicologo, dell’antropologo e dell’esperto di semantica per esaminare a fondo questi testi.
La metodologia adottata si basa sull’uso dell’intelligenza artificiale, calata nei panni degli esperti, applicando i principi di ciascuna disciplina, per decodificare stile, tematiche, implicazioni psicologiche, risonanze culturali e sfumature linguistiche.
L’obiettivo è fornire un’interpretazione chiara e articolata, capace di andare oltre la superficie del testo per svelarne complessità e profondità, basandoci soltanto sui passaggi sottolineati da me nel corso della lettura. Passaggi esemplificativi dello stile dell’autore, già apprezzato per La capitale.

Ti invito a esplorare insieme a me questa analisi multidisciplinare per comprendere come poche parole possano già identificare un’opera e il suo autore.
Estratto del libro
I passaggi sottolineati da L’allargamento:
- Così gli era venuta voglia di andare a ubriacarsi nel bar dell’albergo; a differenza della spiaggia, lì il silenzio era tale che si sarebbe sentita calare la lama di una ghigliottina, peccato solo che la cosa fosse troppo contraria alle sue abitudini. Si era accontentato di un bicchierino di vino bianco, un Sauvignon esageratamente aromatizzato, per giunta un decilitro che, per un austriaco, era un’unità di misura adatta per la grappa.
- E quello fu il suo fine settimana «privato». Piacevole come due giorni in coma vegetativo.
- Tutti cercano il colpo di fortuna. Colpo di fortuna: è così che dicono. E chi lo trova, all’improvviso, non parla più di fortuna ma di merito. Pochi si rendono conto che la loro fortuna spesso si fonda sui meriti o addirittura sui crimini commessi da genitori o antenati, o semplicemente su circostanze fortuite che si sono verificate in epoche lontane e hanno poi segnato il futuro di generazioni. In definitiva, i meriti dei ricchi non sono altro che la proliferazione di chi ha già vinto un bel terno al lotto alla nascita. Per loro il colpo di fortuna è questo.
- Chi pianifica mettendo in conto il fallimento, pianifica il fallimento.
- No, Adam doveva tenere duro. Era pronto a sottomettersi – e si chiese se non fosse un maiale. Il maiale è un animale intelligente, pensò, e in qualche modo è l’animale araldico della Commissione.
- Nel diritto internazionale, la massima istanza è la volontà della comunità internazionale. In che senso? Poiché su scala internazionale manca un legislatore centrale, a livello di diritto internazionale ogni situazione illecita può essere legittimata attraverso il riconoscimento internazionale. È solo il riconoscimento internazionale a definire la volontà della comunità internazionale. Letteralmente si dice: il diritto internazionale fa presa sull’esistenza di presupposti oggettivi.
- «La via più breve per raggiungere se stessi gira intorno al mondo».
- La versione astratta della sua vita bruciava tra le fiamme infernali della concretezza. Lo pensava letteralmente… e davanti al verbo «bruciare» si spaventava.
- Il professore aveva riso, fra l’altro era un esperto di Wittgenstein e dunque imperturbabile di fronte a tutto quanto potesse riservare il caso.
- Leggere era un’attività che la nonna assecondava di buon grado, l’istruzione era una ricchezza che si poteva acquisire e moltiplicare anche se non si godeva dell’agiatezza borghese, era la tesaurizzazione, l’originaria accumulazione del capitale del futuro.
- Gli italiani in fin dei conti non sono che albanesi vestiti da Versace.
- Che a Tirana ci siano tutti quei venditori di banane. E anche a un prezzo più basso che al supermercato. È così che la cocaina entra in Albania, disse Max-Otto. Nascosta nelle casse di banane. I magnati della droga non sanno che farsene delle banane, prendono dal carico la cocaina e regalano le banane a dei poveracci che racimolano qualche soldo rivendendole. Se le fanno pagare meno che al supermercato è perché a loro sono state regalate. Dopo di che, mentre gli albanesi si ingozzano di banane, la cocaina viene distribuita in tutta Europa.
- In fondo il corpo è un involucro pieno di merda. La merda che è nell’intestino e la merda che è nell’anima. Dimentichi la merda nella testa. Sì, esatto, e la merda nella testa. Quello che dici è duro ed è ingiusto. Ho visto uomini esalare l’ultimo respiro e chiamare la mamma. E allora? Questa non è merda.
L’analisi multidisciplinare di Gemini
Ho chiesto a Gemini di analizzare i passaggi da me sottolineati per trarne alcune valutazioni come critico letterario, psicologo, antropologo es esperto di semantica.
1. Come Critico Letterario:
- Stile e Tono: Emerge uno stile diretto, a tratti brutale e disincantato, che non teme immagini forti (la ghigliottina, il coma vegetativo, il maiale, la merda) e affermazioni provocatorie (italiani/albanesi). C’è un uso frequente dell’ironia (il Sauvignon “esageratamente aromatizzato”, il weekend “piacevole”, il maiale “animale araldico”) e del paradosso (la via più breve che gira intorno al mondo, pianificare il fallimento). Il tono prevalente è cinico, riflessivo, critico verso la società, le istituzioni e la natura umana.
- Tematiche Ricorrenti: Insoddisfazione esistenziale, critica sociale (meritocrazia vs. fortuna ereditata, ipocrisia istituzionale), la natura della realtà (astratto vs. concreto, diritto internazionale come costrutto), identità (personale, nazionale), il lato oscuro della globalizzazione (cocaina nelle banane), nichilismo e ricerca di senso.
- Tecniche Narrative: Si alternano introspezione/flusso di coscienza (voglia di ubriacarsi, maiale), dialogo (corpo/merda), massime/aforismi (pianificare il fallimento, via più breve), spiegazioni quasi saggistiche (diritto internazionale, fortuna/merito, educazione come capitale) e osservazioni pungenti sulla realtà (banane/cocaina, italiani/albanesi). Questa varietà mantiene l’interesse e permette di esplorare le idee da diverse angolazioni.
- Caratterizzazione: I personaggi (o almeno le voci narranti/riflettenti) appaiono colti, disillusi, analitici, forse tormentati. C’è una tendenza all’auto-analisi (chiedersi se si è un maiale) e alla critica spietata (il weekend, la visione del corpo). La figura dell’esperto di Wittgenstein “imperturbabile” e della nonna che vede l’istruzione come “capitale” offrono interessanti contrappunti filosofici e valoriali.
2. Come Psicologo:
- Stato Emotivo Prevalente: Emerge un forte senso di alienazione, insoddisfazione e cinismo. L’individuo sembra lottare con un vuoto interiore (il weekend come coma, la voglia di ubriacarsi) e con sentimenti di disgusto verso se stesso o il mondo (il maiale, la merda).
- Meccanismi di Difesa/Coping: Si notano intellettualizzazione (le riflessioni sul diritto, sulla fortuna), razionalizzazione (giustificare la sottomissione pensando al maiale intelligente), cinismo come scudo emotivo, e forse una tendenza alla depressione o all’anedonia (incapacità di provare piacere nel weekend “privato”). La paura di fronte alla “concretezza” che brucia l’astrazione suggerisce ansia e forse un timore della perdita di controllo o della disintegrazione dell’Io di fronte alla durezza della realtà.
- Visione del Sé e degli Altri: Il sé è spesso visto in modo critico, quasi auto-punitivo (“maiale”, “merda”). Le relazioni con gli altri o con le istituzioni (“Commissione”) sono filtrate da sospetto e disillusione. La riflessione sulla fortuna/merito indica una consapevolezza delle dinamiche di potere e ingiustizia che influenzano l’autostima e la percezione del valore personale.
- Ricerca di Senso: La citazione sulla “via più breve” che gira intorno al mondo suggerisce una ricerca di identità e significato che passa attraverso l’esperienza esterna, forse come antidoto all’introspezione sterile o dolorosa. Il contrasto finale nel dialogo sulla “merda” (“Questa non è merda”) potrebbe indicare un barlume di ricerca di significato o valore anche nelle situazioni più estreme (la morte, il legame primario).
3. Come Antropologo:
- Critica Culturale e Sociale: Il testo offre spunti critici su vari aspetti culturali: la meritocrazia occidentale (smontata dalla riflessione su fortuna/merito), le identità nazionali e gli stereotipi (austriaco, italiano, albanese), il funzionamento opaco delle istituzioni (la “Commissione”), il valore attribuito all’istruzione come capitale culturale e strumento di mobilità sociale (la nonna), le dinamiche nascoste della globalizzazione (banane/cocaina).
- Rappresentazione del Potere: Viene esplorato il potere nelle sue diverse forme: quello economico ereditato (“terno al lotto alla nascita”), quello istituzionale (“Commissione”), quello che definisce la realtà nel diritto internazionale (“riconoscimento”), e quello delle reti criminali globali.
- Concezioni del Corpo e dell’Esistenza: La visione del corpo come “involucro pieno di merda” rappresenta una prospettiva radicalmente materialista e desacralizzata, in forte contrasto con visioni più spirituali o umanistiche. Tuttavia, il riferimento finale alla madre introduce un elemento universale e culturalmente radicato legato alla nascita, alla morte e ai legami primari.
- Rituali e Spazi Sociali: Il bar dell’albergo è uno spazio liminale, di passaggio e potenziale anonimato. Il “weekend privato” diventa un anti-rituale, svuotato del suo significato ristoratore. Tirana, con i suoi venditori di banane, diventa simbolo delle contraddizioni locali generate da flussi globali illeciti.
4. Come Esperto di Semantica:
- Uso del Linguaggio: Il linguaggio è preciso, a volte tecnico (diritto internazionale), altre volte brutalmente diretto e metaforico. C’è una consapevolezza del potere delle parole nel definire la realtà (es. “fortuna” vs “merito”, il “riconoscimento internazionale” che crea legittimità).
- Metafore Chiave: Diverse metafore potenti strutturano il pensiero: il silenzio come “lama di ghigliottina”, il weekend come “coma vegetativo”, la fortuna come “terno al lotto”, l’istruzione come “capitale”, la vita astratta che “brucia” nella concretezza, il corpo/anima/mente come “merda”. Queste metafore non sono decorative, ma veicolano giudizi e visioni del mondo radicali.
- Parole Cariche: Termini come “merito”, “fortuna”, “riconoscimento”, “maiale”, “merda” sono usati con piena consapevolezza del loro peso semantico e delle loro connotazioni culturali e psicologiche. La scelta di “Versace” per definire gli italiani è un esempio di metonimia che usa un brand per significare un intero complesso di tratti (presunti).
- Ambiguità e Polisemia: La parola “fortuna” viene esplorata nella sua duplicità (caso vs. ricchezza). Il “maiale” viene ridefinito semanticamente nel contesto della “Commissione”. Il diritto internazionale si basa su un concetto apparentemente vago (“volontà della comunità internazionale”) che acquista significato solo attraverso un atto specifico (“riconoscimento”).
- Funzione Pragmatica: Molte affermazioni hanno una forte funzione pragmatica: sono provocazioni, giudizi, tentativi di ridefinire la realtà o di esprimere un profondo disagio esistenziale. Il linguaggio non è solo descrittivo, ma attivo nel costruire una certa interpretazione del mondo.
In Sintesi:
Dai passaggi emerge l’immagine di un’opera letteraria intellettualmente stimolante ma permeata da un profondo pessimismo e disincanto. Esplora la fragilità dell’individuo di fronte alle strutture sociali, economiche e istituzionali, la difficoltà nel trovare un senso autentico all’esistenza, e la discrepanza tra le aspirazioni (o le narrazioni ufficiali) e la cruda realtà. Il linguaggio è uno strumento affilato, usato per smascherare ipocrisie, esprimere disagio e formulare critiche radicali alla condizione umana e sociale contemporanea.
Notevole come l’IA, almeno in questo caso, abbia colto l’essenza del libro, che ho letto e apprezzato. Un po’ critica alle istituzioni europee, un po’ critica sociale, caustico, ma realistico. Allo stesso tempo divertente, coinvolgente, nonostante le oltre 700 pagine dell’edizione italiana. Consigliato.
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