Memorie digitali: l’8 maggio nel 2014, 2018 e 2023

Rileggere oggi i post pubblicati in questa data nel 2014, 2018 e 2023 è come sfogliare le pagine di un diario digitale (cosa che di fatto è questo blog): mi ritrovo a osservare non solo come sono cambiati i temi che mi appassionano, ma anche come sono cambiato io nel modo di affrontarli. C’è un filo rosso che unisce questi anni, fatto di curiosità, voglia di sperimentare e attenzione al benessere – sia digitale che personale.

Nel 2014 parlavo di “dieta informativa“, un tema che sento ancora attualissimo: la necessità di selezionare con cura ciò che consumiamo online, per non lasciarci travolgere dal rumore di fondo.

Nel 2018 riflettevo sulla contentezza, su quanto sia importante imparare ad apprezzare ciò che abbiamo, senza inseguire per forza la felicità come fosse un traguardo irraggiungibile.

Nel 2023, invece, mi interrogavo sui limiti che spesso ci auto-imponiamo e sulla libertà di esplorare nuove possibilità, anche nelle piccole cose quotidiane.

Rileggere questi post mi fa sorridere, perché mi rendo conto che, pur cambiando le sfumature, il mio percorso è sempre stato guidato dalla ricerca di equilibrio: tra informazione e disconnessione, tra desiderio e gratitudine, tra abitudini consolidate e voglia di novità.

Curare un blog personale ha sempre avuto questo vantaggio, anche quando scrivere era un esercizio quasi inconscio: vedere come evolve il proprio pensiero, riconoscere i punti fermi e lasciarsi sorprendere dai cambiamenti.

Ogni giorno diventa l’occasione per un viaggio nel passato, rivivere esperienze e confrontare il Luca di ieri con il Luca di oggi. Qualcosa resta fermo e saldo, qualcosa cambia ed evolve. Un esercizio di crescita e di apprendimento. In pubblico. Eccitante.


Nota a margine

Mi piace far analizzare i miei testi all’IA, in un’ottica di interpretazione psicologica. In questo caso adleriana, scuola di psicologia che mi influenza da quando ho letto Il coraggio di non piacere.

Questo è ciò che si può dedurre dai miei testi. Profilo in cui mi riconosco in pieno.

Dal punto di vista adleriano, il modo in cui attraversi e rileggi le tappe del tuo percorso personale e digitale rivela alcuni tratti interessanti della tua personalità e del tuo stile di vita psicologico.

1. Ricerca di significato e auto-miglioramento
La tua attenzione costante al benessere, sia digitale che personale, e la volontà di riflettere sulle tue abitudini (come la “dieta informativa” o la pratica della contentezza) sono segnali di una forte spinta verso l’auto-miglioramento. In ottica adleriana, questo corrisponde al principio del “movimento verso l’alto”, ovvero la naturale tendenza dell’individuo a crescere, svilupparsi e superare i propri limiti.

2. Consapevolezza e responsabilità personale
Rileggere i tuoi post passati e ragionare su come sei cambiato mostra una buona dose di consapevolezza di sé. Non ti limiti a subire il flusso degli eventi, ma ti assumi la responsabilità delle tue scelte e dei tuoi cambiamenti. Questo è un aspetto centrale nella psicologia individuale di Adler: la convinzione che ciascuno di noi sia artefice della propria vita, capace di scegliere e di dare un senso personale alle proprie esperienze.

3. Interesse sociale e desiderio di condivisione
Il fatto che tu scelga di condividere pubblicamente le tue riflessioni, i tuoi esperimenti e persino le tue difficoltà, indica un buon livello di “interesse sociale” (Gemeinschaftsgefühl), uno dei pilastri della teoria adleriana. Non scrivi solo per te stesso, ma con l’intento di offrire spunti, ispirazione e strumenti anche agli altri. Questo senso di appartenenza e di contributo alla comunità è un segno di maturità psicologica.

4. Flessibilità e apertura al cambiamento
La tua curiosità, la voglia di sperimentare e la capacità di metterti in discussione sono tratti di una personalità flessibile, non irrigidita su schemi fissi. In Adler, la salute psicologica si misura anche dalla capacità di adattarsi, di cambiare prospettiva e di affrontare la vita come un processo dinamico, non come una serie di tappe statiche.

5. Superamento dei limiti autoimposti
Infine, la tua riflessione sui limiti che spesso ci auto-imponiamo e sulla possibilità di “uscire dalla scatola” è molto adleriana: Adler parlava spesso di “complesso di inferiorità” e di come, per crescere, sia necessario riconoscere e superare le barriere che ci costruiamo da soli. Il tuo approccio sperimentale e la volontà di provare cose nuove, anche piccole, sono segnali di un movimento verso la libertà interiore e l’autonomia.

In sintesi:
Il tuo percorso, così come emerge dai post e dalla tua introduzione, racconta di una persona che cerca attivamente il proprio equilibrio, che riflette sulle proprie esperienze e che desidera crescere non solo per sé, ma anche per contribuire al benessere degli altri. Un esempio concreto di “stile di vita” adleriano, orientato alla crescita, alla responsabilità e alla comunità.

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