Da un po’ che non scrivo un post di semplice racconto e condivisione del quotidiano, tanto sono diventato appassionato ai post riflessivi, introspettivi, psicologici, filosofici.
Nell’ultima settimana ho introdotto alcuni cambiamenti del mio ambiente a cui pensavo da tempo. Ho introdotto una nuova scrivania che funge anche da standing desk. Ho resuscitato il tablet Kindle Fire per trasformarlo in una cornice digitale. Più qualche altro piccolo aggiustamento.
Lo standing desk
Preso nel negozio di mobili più famoso al mondo, con poco più di 200 euro, ben si integra con l’ambiente in cui ho trasferito la mia scrivania ormai da un paio d’anni, occhio e croce. Dal posizionamento in camera da letto, la scrivania è passata nella zona giorno, tra la porta d’ingresso e la cucina. Considerando che tutti i mobili di questo ambiente sono bianchi, eccetto le ante della cucina, anche la scrivania è bianca. Non c’è un sofisticato meccanismo a far salire o scendere il piano, ma una banale manovella. Il montaggio non è stato indolore, ma il dolore ti fa apprezzare lo sforzo e il risultato finale. Era comunque alla mia portata.
Al nuovo desk si aggiunge un nuovo monitor. Sono passato dai 24″ di 10-11 anni fa agli attuali 27″ con un frame quasi invisibile. Sotto ho posizionato la cassa wireless Bose, che mi permette di tenere il computer portatile chiuso in verticale, su apposito sostegno, senza usare il suo limitato impianto audio. Ho sostituito la lampada, rimessa al suo posto originario (lampada da comodino), con una lampada a LED e a batteria, che uso poco, solo se lavoro di sera. Sarà utile nei mesi invernali. C’è anche un sostegno/cassetto al monitor, con uno spazio sotto il cassetto per spostare la tastiera quando non la uso. Perfetta ottimizzazione dello spazio, leggermente inferiore alla scrivania precedente. Questa non ha i cassetti, quindi ho dato un senso allo spazio libero nella vicina libreria, spostando lì qualche scatola con oggetti vari, più la stampante laser. Ho preso anche un sostegno per la ciabatta dove si attaccano tutte le spine (monitor, computer, altro) così da non avere nulla per terra ad attrarre polvere e da pulire. Semplicemente magnifico risultato
La cornice digitale
Ci penso da anni, non so quanti, da quando a casa di qualcuno (o forse online) ho visto una cornice digitale. Perché spendere soldi inutili quando si può usare allo stesso scopo un tablet a basso costo? Nel 2022 ho comprato un Kindle Fire da 10″ per meno di 100 euro, anche con lo scopo di trasformarlo in una cornice digitale, dove far girare le foto scattate negli anni, lasciate a fare polvere digitale sui miei dischi d’archivio. Nell’avviare questo lavoro, tra parentesi, mi sono accorto di avere quasi 20.000 foto sullo smartphone (ridotte ora a 18.000) oltre a circa 30-40.000 archiviate sul computer. Quasi 30.000 vengono dall’esportazione dei miei album su Flickr, che ho smesso di alimentare quando Flickr è passato di mano e non ha più permesso il caricamento gratuito oltre 1000 (o 500?) immagini per utente, nel 2018.
Ho pensato di usare l’iPad, dove ho spazio fisico in quantità. Peccato che l’app nativa Foto non permetta di impostare il tempo di visione di ogni singola foto. Ho cercato qualche app gratuita che potesse servire allo scopo, ma non sono stato fortunato.
Sono tornato all’idea di usare l’altro tablet, che tra l’altro giaceva abbandonato e non carico da mesi (male, perché poi la batteria rischia di non caricarsi più!). Metto subito in carica. Primo problema trovare una app gratuita per Android che svolgesse il compito. Cerco e trovo su Reddit (benedetto Reddit!) un utente che segnala di aver creato l’app che serve esattamente ai miei bisogni. La scarico e funziona. Molto basic, ma permette di impostare il timer per le foto, con le foto in locale. Bingo.
A questo punto devo trovare il modo di trasferire le foto da un dispositivo all’altro, meglio senza usare cavi. Trovo l’app perfetta, o quasi: Feem! Funziona sulla rete Wi-Fi casalinga. Installata su computer, tablet e smartphone, mi permette di selezionare file, per esempio dal telefono, e mandarli al tablet o al computer. Quello che mi serve. Seleziono le foto di luglio 2025 e le invio al tablet. Funziona!

Prossima sfida, usare lo spazio limitato del tablet per ospitare ancora altre foto e tenerle in rotazione mentre lavoro al computer o in cucina. Mi piace l’idea di rivedere bei momenti, bei paesaggi dei miei viaggi. Ho scritto allo sviluppatore per aggiungere la funzione di visualizzazione intera delle foto, senza tagliare usando la dimensione minima (non posso usare foto verticali perché non si vede nulla, ma solo la parte centrale zoomata a tutto schermo). Vedremo se risponderà.
Luca File System
In questi giorni in cui i più se ne vanno in vacanza, al mare o in montagna, io me ne sono rimasto a casa a godermi la pace e la tranquillità, lavorando, tra blog, Gemini e Roam Research, facendo esperimenti, ordinando idee, scrivendo post. Tra le altre cose ho riesumato il tag #toRead in Roam Research e ho trovato 93 contenuti salvati per la mia attenzione in futuro. Uno di questi contenuti era il link a un sito che illustra un sistema di organizzare i file nel proprio computer. Altro bingo!
Ho chiesto all’IA di spiegarmelo bene, simulando che uso ne avrei potuto fare. Il risultato è stato che, in pochi minuti, mi sono messo a riorganizzare tutte le carte di file personali importanti che avevo accumulato, non sempre in modo ordinato, nel mio sistema.

Il sistema ora c’è e comincia a prendere forma. Neanche a dirlo, creare tutte le cartelle e spostare i file, oltre che a rinominarli, è un lavoro che richiede molto, molto tempo. Impiego perfetto per le lunghe giornate in casa invernali. Intanto ho avviato l’esperimento e, soprattutto, ho ragionato su come impostare le cartelle e far lavorare tutto il sistema.
Se vuoi approfondirlo, il sistema si chiama Johnny.decimal. Io l’ho ribattezzato Luca File System.
Con calma approfondirò tutto il sistema per trarre altri consigli di gestione. Quello che so e che ho implementato mi basta per avviare il sistema e dare finalmente un senso all’archivio con i file di cui ho bisogno. Buon senso: cancellare il superfluo, prima di rinominare e archiviare. Buon senso che ho cominciato ad applicare e continuerò ad applicare al mio (negletto) archivio fotografico.
Ho ottimizzato l’ambiente fisico, presupposto per la chiarezza e la pace mentale.
Ho lanciato la cornice digitale che mi permette di capitalizzare il dividendo dei ricordi delle esperienze di viaggio degli ultimi anni, utile a dare un tono ancora più positivo alle mie giornate in casa.
Ho avviato un sistema di organizzazione file che mi permetterà di liberare spazio su disco, gestire meglio i backup, trovare ciò che mi serve quando mi serve.
Ottimizzare lo spazio fisico genera a cascata un beneficio sul mio spazio mentale.
Gran lavoro di cui vado fiero.
Il tutto svolto, in parte seduto e in parte in piedi, ascoltando la playlist su Spotify con i brani che mi piacciono, a cui ogni tanto tolgo un brano che non mi parla più. Al momento 3651 brani.

Una risposta
Molto molto interessante sai? Anche l’idea della “cornice digitale”, ora che abbiamo sistemato il mobile nel soggiorno di casa, diventa molto interessante. Appena ricomincia la scuola ed il mio tempo al computer aumenterà, studierò meglio la soluzione che hai adottato.
Intanto grazie per la condivisione (come sempre).