Diario canadese Day 2/3 – Downtown e trasloco

La seconda puntata del diario canadese arriva insieme alla terza, tutto incluso, perchéil weekend è un momento difficile per scrivere, causa intensificazione delle attività ludiche.

In questo momento, domenica alle 10,15, il relax domina, in attesa della colazione (uova alla messicana?!?) e posso fare un po’ il riepilogo delle ultime avventure.

Venerdì

Il venerdì, primo giorno intero di permanenza qui a Montreal, è stato un giorno di assestamento, tra sistemazione di vestiti e quant’altro. E’ stato utile per prendere confidenza con il vivere quotidiano della zona in cui vivo. Il paesaggio circostante assomiglia molto a quello di Wisteria Lane, la via in cui si svolge la storia di Desperate Housewives. Se siamo amici su Face-book, puoi vedere alcune foto (se non lo siamo, chiedi pure) a tal proposito.

Ho avvistato la prima casalinga, all’opera nello stendere la biancheria, poi ne ho viste altre il sabato impegnate a tagliare il prato: qui ognuno ha un prato verdissimo, da tagliare spesso, un vialetto per l’auto e, quasi da ordinanza, una piscina circolare sopra il terreno, nel giardino interno. Sembrano fatte con lo stampino 🙂

Potevo fare a meno di inaugurare la piscina? Ovvio che no! Il pomeriggio di venerdì è il momento in cui è cominciato il weekend nel modo più indicato. Bagnetto, lettura sotto un bel sole, un drink e il giusto relax. Una foto molto esplicativa è su Face-book (appena posso organizzo un album su Flickr anche per tutti gli altri).

La serata del venerdì è passata in un locale del centro di Montreal, in modo molto internazionale. C’era un canadese, un italiano, un australiano, uno scozzese e una americana… e non è una barzelletta! Il bello è che una delle persone lavora come me nell’ambito dei social media, sul mercato USA e canadese. Interessante scambio di punti di vista, anche se la musica elevata del locale non ha favorito la conversazione. Ometto quello che è seguito alla cena/drink per proteggere la privacy del sottoscritto e degli altri che erano con me: vedersi faccia a faccia per un drink, in cui si possono raccontare queste storie, richiede un bonus per i fortunati!

Sabato

Ferragosto è un giorno come un altro qui. Sabato mattina ci siamo dedicati ad aiutare un amico a traslocare. Si è organizzato con un TIR pieno di roba (o dovrei dire spazzatura!) e il sottoscritto ha contribuito a scaricare, per una intera mattinata. No problem, considerando che sto qui anche per vivere la vita quotidiana dei canadesi e capire così le loro abitudini: il turismo è divertente, ma apprendere le culture locali lo è altrettanto.

Ho notato quindi, ad esempio, che il Canada è commercialmente una succursale americana, pur con le sue differenze, vedi le etichette bilingue obbligatorie in inglese e francese. E’ una succursale perchéi formati delle bevande e di tutto quanto commercializzato in bottiglia prodotta industrialmente segue le misure americane e non quelle canadesi o europee. Si trovano quindi lattine da 354 ml o bottiglie di succo d’arancia da 1,94 litri e non 2! Nota che riflette la dipendenza e l’influenza degli USA in Canada, che si prendono almeno qui una rivincita, visto che il Quebec genera energia e produce ortaggi e frutta essenziali per lo stato di New York e non solo.

Riposati dal trasloco, ci siamo fatti un giretto in centro a Montreal, nella zona dei grattacieli in auto e a piedi in quella che era la zona centrale originaria. Notevole il contrasto tra vecchio e nuovo, anche se il nuovo ovviamente prevale. Molta carina la zona del porto vecchio, oggi solo turistico, che mi ha un po’ ricordato i Pier di New York.

A sottolineare la multiculturalità di Montreal e la vivacità della città, ci siamo imbattuti in un festival giapponese, pieno di gente, dove ci siamo presi una granita versione giapponese (notare il taglio del ghiaccio!).

Per non farmi mancare nulla ho provato anche quel dolce locale chiamato la coda del castoro, per la forma e il colore. Zuccheroso, dolce e morbido. Ottimo per recuperare energia nelle fredde giornate in cui si pattina sul ghiacchio del canale, come mi dicono i locali. Toccherà farci un’altra visita in inverno, considerando che da alcune foto Montreal sembra un’altra città: neve ovunque, bianco e la vita che si sposta sottoterra, grazie a collegamenti tra centri commerciali sotto la città.

La vita all’aperto, per ragioni climatiche, si concentra in pochi mesi l’anno, ma questo sembra un periodo particolarmente prolifico, tanto da avere l’imbarazzo della scelta delle cose da fare. Tra torneo di tennis femminile in arrivo, festival del cinema, festival dei fuochi artificiali, non ci si annoia per nulla, anche se la vita scorre meno frenetica di quanto abbia visto in altre città USA di pari livello.

La serata si è svolta tranquilla e pantofolaia: ogni tanto bisogna pure riposarsi! La domenica è appena cominciata e sarà oggetto della prossima puntata!

Post da leggere con in sottofondo Meet me half way.

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