Twitter, Face-book e molto altro: intervista alla Rivista Orizzonti

La Rivista Orizzonti mi ha rivolti alcune domande in una intervista che verrà pubblicata in un prossimo numero. Ti anticipo le mie opinioni a seguire.

A chi si rivolge il libro Comunicare con Twitter?

Il libro si rivolge a tutti coloro vogliano conoscere e comprendere meglio Twitter, per sfruttarlo a fini di comunicazione personale o professionale. Il libro ha una parte pensata per il business e molti casi ed esempi di professionisti di vario genere (giornalisti, medici, artisti, architetti) che usano con soddisfazione Twitter e dai quali imparare qualcosa

Nel n. 39 della rivista “Orizzonti”, ha parlato del social network face-book. Quali sono le differenze con twitter?

La differenza sostanziale è che Face-book nasce per un uso privato, condividere informazioni con una rete di amici, con un rapporto biunivoco di conoscenza: io sono tuo amico e vedo i tuoi contenuti e viceversa. Twitter è di gran lunga pubblico e io posso decidere di seguire qualcuno (una persona, una azienda, un ente, un personaggio pubblico, una assocazione) senza che questo mi debba seguire. In questo quindi Twitter è più social media che social network

Gianluca Nicoletti dice che il successo di twitter ègonfiato, perchéè diventato la maniera che permette alle persone che hanno già una notorietà di far parlare di sé: quindi, Twitter è molto utile per la persona che ègià conosciuta, ed è ininfluente per chi è un “comune mortale”. È d’accordo?

Secondo questo ragionamento la televisione non sarebbe utile perchéfunzionale a trasmettere solo un messaggio broadcast a favore di personaggi noti. Sappiamo benissimo che non è così. Questo aspetto c’è anche in Twitter, ma non è l’unico. Le persone che usano Twitter non seguono solo VIP o grandi media, ma lo usavano anche prima che questi sbarcassero su Twitter per condividere informazioni dal basso e conversare con altri utenti. Basta chiedere a chi usa Twitter se ne trae un vantaggio e a vedere il numero crescente di utenti direi che il vantaggio c’è ed è diffuso.

Come i social network cambiano, se lo cambiano, il mondo del giornalismo?

Lo cambiano in due modi. Da un lato diventano fonte primaria di informazione o primo canale dove apprendere le news attraverso il filtro sociale dei propri amici. Dall’altro sono una potenziale minaccia per l’editoria tradizionale perchéattraggono sempre più tempo e attenzione del pubblico, risucchiando investimenti pubblicitari che non vanno più nelle pagine dei giornali, né sulla carta, né online. Per questo sempre più giornali e giornalisti usano i social network per ascoltare i lettori, imparare da loro, far circolare informazini e link e raccogliere feedback sulle proprie attività

La rete – che ha portato alla ampia diffusione dei social network, youtube, etc. – è un esempio di democrazia o, invece, una “vertigine dell’anarchia”?

Anarchia non direi, perché se diffamo qualcuno su YouTube o sul mio blog, questa persona mi può citare in giudizio e farmi condannare. Non è una democrazia perfetta perchéla nostra democrazia non è perfetta, a prescindere da internet. Lo sappiamo bene anche in Italia, tra corruzione diffusa, criminalità organizzata, evasione fiscale e altri comportamenti simili. Non vedo perchéle stesse persone online dovrebbero comportarsi diversamente.

Qual è il futuro di twitter e face-book?

Il loro futuro è di diventare parte dell’infrastruttura di internet, raccogliendo una quota crescente di attenzione e di tempo nel consumo dei media online. Una minaccia potenziale se questi giardini recintati alzassero ulteriormente il muretto di cinta, limitando o dissuadendo l’utente dal navigare fuori, su altri siti internet. Il web è molto di più e dobbiamo rendercene conto, se non vogliamo diventare una merce al servizio delle grandi aziende.

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