Se vuoi comunicare e partecipare alle conversazioni in rete, il blog è lo strumento più indicato, per varie ragioni. Ho aperto il mio primo blog nel dicembre del 2002 e da allora non mi sono più fermato; l’ultimo (feed) l’ho aperto pochi giorni fa, sul sito del Sole 24 Ore.
Come quando non puoi parlare perchéqualcuno te lo impedisce o quando succede di non avere campo sul telefono mobile o di avere la linea fissa isolata, così il non poter disporre del mezzo blog per esprimersi su Internet, dopo che ci si è abituati ad usarlo per esprimersi, può dare reazioni diverse. Comprendo a pieno il senso di inquetudine di Luca De Biase a causa dei problemi che hanno afflitto recentemente il suo blog personale.
Sono andato a dormire, con un vago senso di inquietudine. Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per sistemare la questione. La mattina dopo, prima cosa, ho provato a vedere se andava meglio. Sapevo che non poteva andare meglio. E ho cominciato a scoprire una nuova forma di ansia. Pensavo a chi voleva raggiungere il blog e non poteva. Un’idea di servizio, legata al mio mestiere, quello del giornalista.
Ho sorriso leggendo il post di Luca De Biase – persona di cui mi reputo amico, oltre al fatto che intratteniamo rapporti professionali – perchéè il sintomo evidente di come blogger e giornalisti sono due categorie che non sono in contrapposizione, semplicemente perchépossono essere la stessa persona. Luca De Biase non è un blogger della prima ora ed è invece un giornalista esperto, specializzato in tecnologie. L’aver abbracciato in maniera aperta e collaborativa lo strumento blog lo ha premiato.
Luca è oggi, per quel che valgono le classifiche, ai primi posti in termini di conversazioni generate, dentro e fuori la rete, tra chi del giornalismo ne fa una professione. Un approccio al blog, sano e laico, che dovrebbe essere preso a modello da parte di molti giornalisti affermati che, nell’uso del blog, avrebbero solo da guadagnare, in termini professionali e non solo.
Lascia un commento