Lunedì 5 Giugno 2023

Oggi in Grecia è festa per il lunedì di Pentecoste. Ieri, pur con una giornata parzialmente nuvolosa, ho preso troppo sole, così stamattina sono ancora a riposo. In un viaggio che dura oltre una settimana, il tempo si dilata. A un certo punto perdo la cognizione del tempo. Non penso più a che giorno della settimana sia: non è importante e non è rilevante. Cambiano le priorità. Nel mio caso, in questo caso, la priorità è decidere cosa mangiare, cosa mangiare prima e cosa portare in spiaggia eventualmente, in quale spiaggi andare, con quale mezzo o attraverso quale percorso o sentiero, se ho messo nello zaino tutto ciò di cui ho bisogno e niente altro. Certo, i giorni in cui ho un traghetto o un aereo da prendere entra in funziona il sistema di controllo che si assicura che abbia il biglietto e che arrivi in tempo al porto o in aeroporto. Niente di particolarmente stressante, considerando che ho di solito tutto il tempo per definire tempi e modi, seppur un minimo margine di incertezza c’è e va sempre considerato.


Resto dell’idea che viaggiare da soli sia molto più divertente che viaggiare in compagnia, perché la compagnia alla fine la trovi e varia nel tempo e nello spazio. Da solo puoi incrociare chi vive nel posto che stai visitando o chi viaggia come te. Incroci che possono durare un giorno o più. Alcuni di questi continuano online e generano nuovi incontri a distanza di settimane, mesi, anni. Viaggiando con qualcuno, tutto ciò succede solo in minima parte o non succede affatto. Lo confesso: per queste ragioni mi fa vera compassione chi, anche tra i miei amici, non ha avuto l’occasione di viaggiare da solo o non lo fa da tantissimi anni, viaggiando sempre con il proprio partner. Tristezza, oltre che compassione, per le occasioni perse di confronto, di crescita, di scoperta. Amen. Ognuno definisce i propri compromessi, ciò che vuole ottenere e ciò che lascia indietro. L’importante, almeno, è che sia una scelta consapevole, ma raramente alla fine lo è. Per quel che vedo.


Questo periodo di viaggio, giunti oggi al giorno 26/60, è un buon mix tra il viaggiare da solo e il viaggiare in compagnia. In questa fase centrale sono da solo e ho già avuto modo di rivedere un amico greco conosciuto l’anno scorso, conoscere altri greci e ieri un macedone. Sono anche molto felice di aver realizzato il proposito, nonostante fossi schiacciato tra altri impegni di viaggio, di tornare in Grecia a giugno, sulle isole. Le isole sono così tante che, anche a prenderne solo 3 all’anno, potrei andare avanti a visitarne di nuove e diverse fino a tarda età, nonostante ne conosca già tante.

Clima favorevole, ritmi rilassati, ambiente mediterraneo, case bianche e blu, acqua cristallina, spiagge deserte o semi deserte, buon cibo anche se con opzioni vegetariane limitate, prezzi competitivi, facilità negli spostamenti, buona ospitalità, percorsi per camminare nella natura. Il tutto a meno di due ore di volo di distanza o poco più con un traghetto. Non serve proprio andare alle Hawaii per vivere l’esperienza dell’isola, almeno non nell’estate europea. Sì, la Grecia mi piace proprio. Pur nel desiderio di scoprire e conoscere paesi e culture nuove, la Grecia non mi stanca mai. Un mix di conosciuto e di sconosciuto: i colori e i paesaggi si assomigliano di isola in isola, ma ogni isola ha le sue caratteristiche proprie. Familiare e nuovo allo stesso tempo. Volendo ci passerei ben oltre un paio di settimane a giugno, ma poi dovrei fare i conti con i periodi più affollati e più caldi, ragion per cui è meglio accontentarsi di questa possibilità e replicarla, per quel che sarà possibile, ogni anno in cui potrò.


Il non programma di oggi prevede ora che vada a procurarmi qualcosa per il pranzo, da portare in spiaggia, in un’altra spiaggia dove non sono ancora stato. Ce ne sono così tante che 4 notti non bastano per cambiare una o due al giorno, pur muovendomi con il bus e a piedi. Ho già fatto il check in per il traghetto tra 48 ore e mi godo il sole, il relax e la libertà in spiaggia.

4 risposte

  1. Hai proprio ragione, la Grecia non stanca mai. Io a Santorini c’ho lasciato il cuore. Ci siamo stati l’ultima volta una ventina d’anni fa, prima che venissi in America, ed è rimasta per me la mia vacanza più bella di sempre, meglio di Tenerife, meglio della Sicilia (e sono siciliano!), meglio delle tante città europee che abbiamo visitato (Ryanair santa subito!) all’epoca. Il fascino delle isole ti travolge a 360 gradi, dai paesaggi immortalati nel tempo al mare cristallino, dal cibo freschissimo ed economico (20 anni fa in due spendevamo tipo 15 euro per ogni cena) all gente allegra e piena di vita. Non so se le cose siano cambiate dopo tutto questo tempo, ma per me rimarrà sempre un bellissimo sogno.

  2. Una nota sul ‘viaggiare da soli’ su cui in privato ti ho detto di non essere molto d’accordo. Almeno nel modo in cui l’hai espressa.

    Per molte persone il viaggio consiste nell’unica vacatio di lunga durata che ci si concede durante l’anno. E diventa quindi l’occasione per riallacciare il rapporto affettivo con il partner. Creare quelle dinamiche di libertà che ti hanno fatto scegliere proprio quella persona e che durante l’anno lavorativo gli impegni a volte ti fanno scordare. Perché a me sembra chiaro che la critica che fai al “viaggiare in compagnia” sia rivolta alle coppie.

    E anche il viaggio in solitaria dove si conosce qualcuno dipende dal carattere del viaggiatore. In crociera con la famiglia quest’anno avrò conosciuto almeno una ventina di personaggi diversi, di provenienza diversa. Ma ho visti tipi farsi sempre i fatti propri senza aprirsi alla novità del viaggio e di chi stava viaggiando con lui.

    Correggerei quindi l’approccio con un “PER ME il viaggiare soli offre opportunità etc etc” 😉

    1. Implicita nel concetto di blog personale è la regola per cui tutto ciò che scrivo vale sempre “PER ME”, come scrivi tu 🙂 Lo devo scrivere ogni volta? Non mi sembra necessario.

      Fatta questa precisazione, ciò che scrivi mi pone varie riflessioni.

      Se mi prendi l’esempio del vacanziero che se ne sta per i fatti suoi in crociera, non hai colto il punto di ciò che ho scritto. Non è certo quello l’esempio di viaggiare da soli a cui penso io. Come, d’altra parte, si può essere in coppia, come una che ho conosciuto nei giorni scorsi, e viaggiare con il mio stesso spirito di esplorazione e scoperta. L’eccezione conferma la regola. Il punto è aprirsi all’altro e alla diversa cultura: viaggiando da soli è semplicemente più facile. Non mi sembra necessario spiegare il perché oltre quanto ho fatto.

      In un anno di vita di coppia la vacanza è l’occasione (unica?) di riallacciare qualcosa che non è allacciato? Suona un po’ come l’ora d’aria di un prigioniero o la “vacanza da una vita” che, proprio per questo, non è vita. Non ho inventato io il concetto di viaggiare da soli, con tutto ciò di positivo che ne consegue. Fatti un giro in libreria e te ne rendi conto. Ribaltando la tua tesi, mi sembrerebbe più sano un rapporto di coppia allacciato tutto l’anno e slacciato una settimana l’anno in un viaggio da soli, alla scoperta del proprio io fuori dalla coppia. Per quanto in coppia, siamo pur sempre individui con una propria individualità ed è giusto e sano che sia così.

      Da come scrivi mi sembra che traspaia che tu rientri nel gruppo di coloro che “non hanno avuto occasione” di viaggiare da soli. Se non hai avuto questa esperienza, mai nella tua vita, temo tu non possa capire fino in fondo di che esperienza si tratti. Fa parte delle esperienze che bisogna vivere per capire. Come dico sopra, essere in coppia poi non significa non essere nelle condizioni di poterlo fare. Conosco propria una coppia convivente, della nostra età, in cui uno dei due sta fuori un weekend per seguire propri interessi e l’altro fa altrettanto in altri weekend.

      Come per tante cose, il viaggiare da soli è una questione di cultura e di mentalità: la si ha o non la si ha. La si comprende se la si ha, si comprende meno se non la si vive. Non che te ne faccia una colpa, anzi. Comprendo la difficoltà di comprendere. La compassione, come scrivo nel post, significa proprio questo: simpatizzare con chi non può vivere l’esperienza e quindi non può capire cosa si perde. Nessun giudizio di valore.

      Grazie per aver espresso il tuo punto di vista.

  3. Non sono riuscito ad esprimere bene il mio concetto, e mi pare che per un po’ cmq tu sia riuscito a coglierlo per poi riperderlo nuovamente.

    😀

    Su una cosa siamo d’accordo, che essere empatici ed aperti al mondo che abbiamo l’occasione di visitare è una esperienza che arricchisce. E rinunciarvi è un peccato.

    Sul resto potrei ancora dire qualcosa, ma magari te la racconto in privato 😀

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