Giornata all’insegna della tranquillità. Mare, sole, bagno, buon cibo, buona compagnia, buone letture. Ho iniziato ieri How to Live su Michel de Montaigne: molto, molto interessante.
Mi è venuta voglia di sperimentare la scrittura dei post di questo tipo con la formula del flusso di coscienza. Solo punteggiatura. Niente a capo. Nessuna divisione per argomenti. Nessuna separazione. Tutto un flusso continuo. Più che per un esercizio di stile, per dare l’idea di esperienze di vario genere, una dietro l’altra, senza soluzione di continuità. Il massimo sarebbe senza punteggiatura, ma poi diventerebbe difficile la lettura, quindi già andrebbe bene così. Il libro su Montaigne mi ha fatto venire voglia di sperimentarmi di più nell’essay. ChatGPT lo definisce come:
Il termine “essay” è un prestito linguistico dall’inglese che viene utilizzato anche in italiano per indicare un tipo di scrittura breve e personale, caratterizzata da un approccio libero e argomentativo.
Un essay è un testo che permette all’autore di esprimere le proprie opinioni, riflessioni e analisi su un determinato argomento. Spesso, l’autore utilizza uno stile informale e colloquiale, cercando di coinvolgere il lettore e di renderlo partecipe delle sue idee.
A differenza di altri generi di scrittura, come l’articolo o il saggio, l’essay non segue una struttura rigida o un formato prestabilito. L’autore ha la libertà di organizzare il testo come preferisce e di utilizzare una varietà di approcci, come la narrazione, il dialogo, l’analisi critica o l’uso di esempi concreti.
L’obiettivo principale di un essay è quello di esporre e sviluppare una tesi o un’idea centrale, supportandola con argomentazioni convincenti e esempi pertinenti. L’autore può anche introdurre punti di vista contrastanti o controversi, ma è importante che lo faccia in modo equilibrato e che fornisca una conclusione coerente.
Gli essay possono essere scritti su una vasta gamma di argomenti, come la politica, la società, la cultura, la letteratura, la filosofia, la scienza e molti altri. Sono spesso pubblicati su riviste, giornali o raccolti in volumi a sé stanti.
Rispetto ai miei post/articoli, un essay dovrebbe avere un argomento unico, con lo sviluppo di idee e opinioni. Dovrei scegliere un argomento preciso e provare a sviluppare in un testo più lungo di un articolo tipico. Potrebbe essere un modo per pensare e riflettere su un argomento e svilupparlo nel momento in cui lo scrivo, organizzando il pensiero. Un modo per riflettere attraverso la scrittura. A differenza di Montaigne non devo neanche attendere anni per pubblicarlo, ma posso farlo già il giorno in cui ho finito di scriverlo, usando questo blog. Di argomenti da trattare ne avrei diversi: lo stato dell’economia dei contenuti, a mio avviso sempre più specchietto per le allodole; cosa vuol dire fare community oggi online, tra punti di forza e punti di debolezza; cosa vuol dire tenere un blog oggi nel 2023 e cosa ci si può attendere; il prezzo da pagare nella scelta consapevole di essere fuori dalle principali piattaforme social, sul piano professionale e su quello relazionale; come la messaggistica istantanea influenza e plasma le relazioni personali oggi. Nel momento in cui deciderò di rimettermi sul serio alla scrivania a produrre idee, l’essay sarà una priorita. Se nel frattempo avessi un suggerimento su un tema sul quale avere la mia opinione estesa, non hai che da lasciare un commento. Nel frattempo continuo la lettura di questo saggio su Montaigne e probabilmente subito dopo mi metterò a leggere direttamente Montaigne e la sua opera. Buon Ferragosto.
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