Il caldo mi impedisce di pensare. Le ultime due notti non avevo neanche voglia di andare a dormire, tanto si stava bene in terrazzo e tanto era caldo in casa. La mia voglia di fare ne resta compromessa. L’unica cosa da fare in questi frangenti è mangiare frutta e verdura fresche, cercare di riposare per quanto possibile, evitare di stare all’aperto nelle ore centrali del giorno, bere acqua, stare in riva al mare o in acqua, la mattina presto e le ore prima del tramonto, fino al tramonto; quando un numero minimo di neuroni si attiva, prendere un libro in mano – narrativa – e leggere. Tutto sommato non è una brutta vita, anzi. C’è chi, in queste condizioni ambientali, è tenuto a lavorare e a svolgere un lavoro fisico. Io sono un privilegiato e me ne rendo conto. Sì, l’aria condizionata o la deumidificazione aiutano a essere più freschi mentalmente e di conseguenza più produttivi, vero, ma fortunatamente non ho bisogno di essere più produttivo. La felicità è avere più di quanto si desideri e in questo momento posso dire di essere molto, molto felice, pur in giornate ripetitive, ordinarie, senza grandi colpi di scena. L’unico, probabilmente, è Le sette lune di Maali Almeida, c che oggi finirò, con l’ultimo capitolo, in spiaggia. Gran, gran bel romanzo: tragico, autoironico, crudo, magico quanto realistico, brillante, profondo, irriverente. Straconsigliato.
Chiudo e me ne vado… al mare!
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