Lunedì 18 Settembre 2023

Sono talmente tanti i posti dove non sono. Non sono a Napoli, a Tangeri, Coimbra, Lisbona, New York, Jambol e Istanbul. Non solo non ci sono, ma non ci sono dolorosamente. Non sono in un piovoso pomeriggio a Londra, non sono nel baccano di Madrid la sera, non sono a Brooklyn in autunno, non sono nelle domenicali strade deserte a Sofia o a Torino, nel silenzio di una cittadina bulgara del 1978…
Talmente tante volte non ci sono. Il mondo è sovraffollato dalla mia assenza. La vita sta là, dove io non sono. Dovunque io sia…
E non solo non ci sono dal punto di vista geografico, non solo sono assente nello spazio. Anche se lo spazio e la geografia non sono mai stati solo spazio e geografia.
Non sono nell’autunno del 1989, in quel folle maggio del 1968, nella fredda estate del 1953. Non sono nel dicembre del 1910, né alla fine del XIX secolo e neppure negli anni ’80 col ciclo continuo della musica disco, cosa che odio in modo particolare.
L’uomo non è fatto per vivere nella prigione di un corpo e di un tempo

Cronorifugio

I giorni in cui non scrivo sono quelli, di solito, in cui ho la prima mattina impegnata. Se salta la routine (del mattino), salta il blogging. Oggi scrivo a metà pomeriggio perché sono in recupero e soprattutto perché è il primo pomeriggio nuvoloso, seppur afoso, da oltre 15 giorni a questa parte. Le previsioni del tempo, che ormai monitoro quasi in maniera ossessiva – prima per ospiti in arrivo, anche da altri paesi, e ora per cogliere fino all’ultimo scampolo di estate e di mare – dicono che dal pomeriggio di sabato 23 Settembre ci sarà la rottura definitiva (niente è definitivo di questi tempi, lo so) dell’estate. Giornata di pioggia, seguita da una domenica con temperature non oltre i 24 gradi e vento da nord. Questo significa, a vedere anche la tendenza per la prossima settimana, che fino a sabato mattina posso andare al mare e per un’altra settimana posso godere dell’amaca in terrazzo la mattina, protetto dai venti da nord ed espormi al sole fino alla fine del mese. Se fosse vero, ci metterei la firma. Di fatto la mia estate 2023 è cominciata l’11 Maggio con la partenza per Manchester. Il calendario dice che sono passati oltre 4 mesi, metà in viaggio e metà a casa al mare. Ogni giorno in più è manna dal cielo. Nel weekend ho visto la miniserie italiana di Amazon Prime Video girata a Milano: Love Club. Apprezzabile per luci e fotografia, ma per poco altro. Sceneggiatura tutto sommato banale, seppur molto inclusiva e forse troppo: due dei 4 personaggi principali sono uno asiatico e uno di colore. Quale la percentuale di questi gruppi in Italia o anche solo a Milano? Apprezzabile, ma poco realistico. Ma non è un problema. Il problema vero è la recitazione, a dir poco mediocre. Sarà un caso che Amazon non ha neanche reso disponibile i sottotitoli in inglese? Chi la guarda fuori dall’Italia, pur essendo un original? Nessuno. Si può fare di più. Si deve. Nel frattempo, in 18 giorni, ho finito Oppenheimer, la biografia da cui Nolan ha tratto il film che si appresta a superare la soglia di 25 milioni di euro di incassi in Italia (oltre 900 milioni di dollari USA nel mondo). Gran bel libro, la cui lavorazione ha richiesto oltre 20 anni (!!). Se posso muovergli una critica è che dalla commissione che nega il nulla osta a Oppenheimer in poi – sul cartaceo saranno circa 50 pagine? – il libro diventa noioso e sembra un po’ brodo allungato. L’ho comunque portato a termine e sono felice di averlo letto. Con l’incasso globale il film supera Bohemian Rapsody e diventa il primo film biografico per incasso. Guarda caso, o forse no, dopo aver visto il film ho letto anche il libro da cui è stato tratto il film su Freddy Mercury e l’ho anche molto apprezzato. Ora ho ripreso Cronorifugio, che avevo messo temporaneamente da parte, e ho iniziato Vita privata di una spia, il libro con le lettere di John Le Carrè, a cura di uno dei figli. Non ho memoria di precedenti letture di raccolte di lettere di personaggi famosi, ma mi piace molto l’idea di conoscere la vita privata di qualcuno attraverso le sue lettere pubblicate dopo la sua morte. Allo stesso tempo mi è venuta una gran voglia di comunicare con i miei amici per lettera. Considerando come il prezzo dei francobolli sia diventato proibitivo, soprattutto se la spedizione è all’estero, mi è venuta un’idea di ibrido, credo abbastanza originale, ovvero la scrittura a mano, su carta, della lettera, la scansione e l’invio per email o per messaggistica istantanea. Un esercizio che poterà certamente via tempo ma che mi permetterebbe di tornare a scrivere a mano, abitudine che ho perso di nuovo dopo essere passato al journal digitale, comunicare in una forma meno istantanea e trovare lo spazio per aggiornare amici che non sento quotidianamente e che vedo anche meno. Una sfida nella sfida. Chissà come verrà accolta? Non vedo l’ora di cominciare.

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